Latina, se il Bilancio passa nottetempo

Ore 01.10 passa il Bilancio. E tutti sono contenti. La gaffe sull'accordo per gli emendamenti. La sospensione per prendere fiato. Cosa c'è nei numeri. E cosa significa politicamente quel voto

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Il primo Bilancio di previsione del suo “secondo tempoDamiano Coletta lo porta a casa all’una e dieci di un bollente sabato mattina di giugno. Ci riesce dopo oltre 15 ore di seduta (con una pausa di tre ore) di Consiglio comunale, in cui è capitato anche di vedere consiglieri abbattersi, sfiniti, sugli scranni.

La sua maggioranza è confermata, 17 voti a favore, e via.

Inizia il secondo tempo

«Inizia ora il secondo tempo per Latina. La disponibilità economica assicurata dall’approvazione del Bilancio ci consentirà di cambiare marcia nell’amministrazione di questa città. Penso ai servizi come la manutenzione delle strade, la gestione del verde e il miglioramento delle performance nella raccolta dei rifiuti. Ma anche allo sviluppo di Latina coerente con una visione di città inclusiva, accessibile, a misura di bambini e di adulti, universitaria, sostenibile». Parole scritte oggi sulla sua pagina Facebook il sindaco di Latina.

Vero, il Bilancio rappresenta la fotografia dell’applicazione economica dei programmi politici: “ecco cosa intendo fare, con quali risorse e dove le prendo”. Ma ovviamente un’amministrazione non è ferma, anche senza Bilancio: si chiama esercizio in dodicesimi, e significa che l’ente ha comunque la possibilità di spendere, “in dodicesimi” di quanto era stato stabilito per quel capitolo nel precedente esercizio.

Ma ora il Bilancio c’è. Tutti contenti.

Il sospiro di sollievo

Tutti contenti, perché non si va a casa. Tutti contenti, perché ora si inizia a spendere. E tutti contenti perché ora si deve accelerare, come chiede anche il Pd stesso. Ma si spenderà.

Tanto per cominciare, il dirigente al Personale Francesco Passaretti aveva assicurato in commissione che «lunedì firmerò le determine per i concorsi per le assunzioni di nuove unità lavorative». Saranno 97, in particolare, nel triennio. Al netto dei pensionamenti. Di questo Bilancio, è solo il primo aspetto, importante, perché il personale rappresenta da solo una spesa di 21 milioni di euro.

Seguono poi le cifre di tutti gli altri servizi, presentati, durante la seduta, uno per uno, da ogni singolo assessore. A partire dai 36 milioni di euro (a livello distrettuale; a livello comunale sono 10 milioni) per i Servizi sociali, che si occuperanno di povertà, di disabilità, di assistenza domiciliare, del dormitorio per i senza tetto, di affido familiare, di contributi ai malati psichiatrici.

Se 5,3 milioni di euro se ne andranno solo per le utenze (luce, gas, acqua), sulla manutenzione delle strade ci sono 6,2 milioni di euro; su quella degli edifici pubblici 13,7 milioni di euro; sulla manutenzione del verde 1,3 milioni di euro. C’è poi il turismo, con le iniziative per il marchio di qualità del territorio pontino, pari a 312mila euro, la cultura, con 240mila euro, la riqualificazione di aree gioco per 200mila euro.

Il boom delle bollette

Massimo Mellacina

Solo per citare le cifre maggiori di un Bilancio che, secondo l’assessore al ramo, Massimo Mellacina, «è stato complesso, con un aumento dei costi energetici di 2,8 milioni di euro, e in cui si è data copertura alla rata annuale da 1,2 milioni di euro di disavanzo straordinario accertato nel 2015, alla capacità assunzionale, alle strade, al verde, al sociale, allo sport, alla cultura».

Ma il centrodestra è critico: Lega, FdI, Latina nel cuore, segnalano come il Bilancio si reggerebbe solo su un equilibrio di parte corrente raggiunto grazie all’avanzo di amministrazione presunto. In pratica? Nella contabilità di un Ente territoriale l’avanzo di amministrazione è la differenza tra le entrate e le spese, se io ho più entrate che uscite ho un avanzo. Ma in questo caso è presunto. Cioè è legato ad una serie di fatti e circostanze che devono verificarsi. Per il centrodestra insomma quel bilancio si basa su una scommessa.

Le opposizioni inoltre lamentano anche un eccessivo distacco tra tributi previsti, accertati e effettivamente incassati. Ecco: è il primo elemento che mette in dubbio quella scommessa. Perché se prevedi di incassare delle tasse che poi non ti entrano, rischi di non avere alcun avanzo.

Maggioranza confermata

Massimiliano Carnevale

La maggioranza di Coletta è quindi confermata sul Bilancio. Come anche, qualche ora prima, sul Documento unico di programmazione (Dup). Ma sugli emendamenti, in particolare su 40mila euro per il Piano eliminazione barriere architettoniche (Peba) c’è stato un qui pro quo.

Emendamenti presentati dalla sola opposizione di centrodestra, in quanto la maggioranza aveva ovviamente lavorato sul Bilancio stesso in precedenza, con ciascun gruppo consiliare che vi aveva inserito i propri obiettivi. Gli emendamenti sono 40, di cui sette però privi del parere favorevole dei revisori dei conti. Non importa, tanto il Consiglio è sovrano. Anche nelle gaffe. Con il presidente, Raimondo Tiero che, di fronte alla richiesta di inversione dei punti all’ordine del giorno, domanda: «Cominciamo da quelli su cui c’è accordo?». “Accordo”? Parola che non è andata giù al capogruppo della Lega, Massimiliano Carnevale, che ha duramente polemizzato sul fatto che potesse esserci stata un’intesa tra maggioranza e opposizione.

Matilde Celentano, Vincenzo Zaccheo ed Andrea Marchiella

La capogruppo di FdI, Matilde Celentano, non ci sta, e ribatte: «Si, ho ricevuto una telefonata dal sindaco, ma era solo una telefonata, mica ho detto di si o di no».

A metterci una pezza è poi Coletta stesso: «C’era a disposizione un budget, ho chiamato tutti i capigruppo, nessuno escluso».

Alla fine, la capogruppo di Lbc (la civica del sindaco Latina Bene Comune) Valeria Campagna, chiede una sospensione per smorzare la tensione… Una boutade d’aula, una tempesta in un bicchiere – mezzo – di acqua. Perché gli accordi si sono sempre fatti, e non è né un mistero, né uno scandalo. Nella storia, a tutti i livelli istituzionali, la maggioranza può avere votato emendamenti dell’opposizione, e viceversa. In nome del bene pubblico, s’intende. (Leggi qui: Latina, non ti fidar di un bilancio a mezzanotte).

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