L’attacco di Dibba al cuore del potere dei Cinque Stelle

Foto © Imagoeconomica / Paolo Lo Debole

Alessandro Di Battista allo scoperto: “La cabina elettorale non è un cesso, no al voto disgiunto”. Offensiva durissima nei confronti di Luigi Di Maio e Beppe Grillo in Puglia. E stavolta una eventuale scissione potrebbe far venire giù maggioranza e Governo.

L’attacco è stato fortissimo e adesso non tornerà indietro. Alessandro Di Battista stavolta non si è adeguato. Non ha attaccato tanto il candidato del Pd Michele Emiliano, quanto il Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio, di Beppe Grillo, di Vito Crimi, di Roberto Fico. Invitando a respingere la logica del voto disgiunto. Perché se non si voleva spaccare l’alleanza con il Pd, bastava non presentare propri candidati alla presidenza.

Ha detto Di Battista: «Fino all’altro ieri non tiravo più, ero sparito. Invece oggi le sorti del governo nazionale sono legate a questo comizio. Sono ridicoli».

Ha voluto partecipare all’evento di chiusura della campagna elettorale di Antonella Laricchia, la candidata presidente che qualche settimana fa aveva respinto anche gli inviti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Inviti ad allearsi con il centrosinistra di Michele Emiliano.

La dittatura della coscienza

Barbara Lezzi

Barbara Lezzi lo ha presentato così sul palco: «Per noi significa molto la presenza di Alessandro qui. Significa molto che abbia scelto la Puglia per il suo ritorno. Non c’è stato molto da fare per convincerlo. Gli ho detto una cosa: Alessandro, tu in Puglia troverai il calore che meriti».

E Di Battista ha raccolto l’invito, spiegando: «Io non sono mai stato in silenzio e ne pago le conseguenze. Seguo la dittatura della coscienza. Subisco campagne diffamatorie tutti i giorni».

«C’è un establishment con cui ci si può mettere d’accordo o che si può contrastare. Io lo voglio contrastare. Mettere da parte il tema di dover vincere per forza, come se vincere per forza fosse il fine. Il popolo deve criticare anche il Movimento quando non riesce a rispettare una promessa, come ci è capitato. Antonella Laricchia ha scelto la cosa più difficile, che non le conveniva. Perché le hanno promesso la qualsiasi gli uomini vicini a Emiliano, le hanno proposto il Win for life. Non pensate che non ci abbiano provato neanche con me».

La cabina non è un “cesso pubblico”

MICHELE EMILIANO. FOTO © GAETANO LO PORTO

Poi l’attacco al cuore dell’alleanza Pd-Cinque Stelle al Governo: «Voto utile turandosi il naso? Ma che significa? La cabina elettorale è come un cesso pubblico? Il voto è sacro». (Leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 18 settembre 2020).

Naturalmente il Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio e Beppe Grillo concentrerà tutta l’attenzione soltanto sull’esito del Referendum. Ma l’intervento di Alessandro Di Battista può segnare una fase nuova anche in Parlamento. Perché stavolta una eventuale scissione non sarebbe né limitata né indolore.

Potrebbe perfino far venire meno i numeri della maggioranza al Senato.