L’attendibilità degli scienziati e la “caciara” dei politici

Virologi e infettivologi scalzano i leader di partito nelle classifiche di attendibilità degli italiani. E per questo motivo devono subire i tentativi di delegittimazione quando suonano l’allarme sui rischi della Fase 2. Ilaria Capua: «Perché nei database mondiali non ci sono le sequenze italiane?».

L’Italia non può permettersi di non lavorare. Ma non può permettersi neppure di ripiombare nell’emergenza della prima fase della pandemia Covid-19. È questo il senso dell’intervento della virologa Ilaria Capua, intervenuta in streaming all’edizione 2020 di STEMinthecity, l’iniziativa del Comune di Milano per promuovere la diffusione delle discipline tecnico-scientifiche e delle nuove tecnologie digitali.

A riportare le sue parole è stata l’Agenzia Nova. Ha detto la Capua con riferimento alla Fase 2, testualmente: «Lunedì si riapriranno le città, ma le città e le persone non si salveranno da questa sciagura a meno che non facciamo quello che si è imparato. I raggruppamenti di massa vanno evitati, le persone fragili devono uscire il meno possibile e non glielo può dire il governo se devono uscire cinque volte a settimana o tre, bisogna che ognuno si faccia un’autocritica e un auto-programma di protezione. La scienza serve anche nei momenti di tutti i giorni, e ci tirerà fuori da questa situazione d’emergenza».

Provette con analisi del sangue © Photo by Karolina Grabowska / Pexels

La scienziata si è rivolta ai giovani: «Dite ai vostri parenti e amici che siamo tutti parte della stessa catena e dobbiamo prenderci ognuno un pezzetto di responsabilità. Adesso certe cose le sappiamo, prima non le sapevamo. Quando il virus è entrato in Italia non sapevamo come difenderci, ora lo sappiamo: si tratta di usare il cervello con le informazioni che abbiamo imparato in questi 4 mesi. È una malattia che potrebbe riaffacciarsi, ma noi sappiamo come si muove, aiutateci a sconfiggerla, perché il nostro Paese non può più permettersi di non mandare le persone a lavorare».

Soprattutto però la virologa ha introdotto il concetto di salute circolare. Affermando: «La salute non è più un argomento che va gestito a compartimenti stagni, ma va gestito in maniera circolare: quello che accade dall’altra parte del mondo o in un mercato di animali vivi ti riguarda direttamente, come l’ambiente e l’inquinamento. Se si fanno danni da qualche parte prima o poi tornano. La salute è la salute del sistema, noi esseri umani siamo dipendenti dal pianeta e ne siamo i guardiani».

In Italia invece anche questa terribile emergenza è stata buttata in caciara. Politica. Regioni contro il Governo, lotte fratricide nella maggioranza che sostiene Giuseppe Conte, occupazioni del Parlamento, polemiche senza soluzione di continuità, mascherine nere con il tricolore. Ma in particolar modo delegittimazione degli scienziati. Da una parte e dall’altra. Come se la decisione di quando e come riaprire il Paese servisse a portare più o meno voti alla Lega o al Pd, a Fratelli d’Italia o al Movimento Cinque Stelle.

Matteo Salvini in Senato con la mascherina Foto: Imagoeconomica

Nel nostro Paese il Coronavirus ha contagiato 206.000 persone e ne ha uccise 28.000. E si tratta solo di dati ufficiali, perché le stime reali saranno molto più alte. Certamente bisogna riaprire, ma in sicurezza. Gli scienziati si sono divisi fra loro e questo è stato assurdo. Ma in ogni caso ci sono personalità come Ilaria Capua che danno letture scientifiche ed epidemiologiche della situazione.

La virologa Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, e l’epidemiologo Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore della Sanità, sono affidabili secondo il 77% degli italiani e noti rispettivamente all’87 e al 79% di loro. Sono i numeri che emergono dal quarto aggiornamento del Monitor Expert Track TM realizzato da Noto Sondaggi e dall’agenzia di comunicazione My PR, aggiornato al 29 aprile. L’indagine, condotta su un campione di mille cittadini italiani, conferma l’elevato livello di fiducia nei confronti degli esperti, che scalzano politici e opinionisti: si tratta di virologi, epidemiologi, docenti e rappresentanti di istituzioni sanitarie, da settimane sempre più spesso chiamati a dire la loro in tv, alla radio e sui giornali.

Lo studio è stato pubblicato dal Corriere della Sera.

Dopo la dottoressa Capua e il dottor Rezza, gli esperti che ispirano più fiducia agli italiani sono il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, (75%); il virologo Andrea Crisanti, direttore dell’Unità complessa diagnostica di microbiologia della Asl di Padova e regista del monitoraggio di massa dei cittadini di Vo’ (72%) e il dottor Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano (69%).

Coronavirus laboratorio di analisi con provette © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Se la politica assume come termometro i sondaggi, deve farlo anche per la scienza. Ilaria Capua ha detto: «Potrebbe esserci una seconda ondata, specialmente se la cosiddetta immunità di gregge non è in grado di arginare la diffusione del virus. Sostanzialmente, stiamo cercando di arrivare a far circolare il virus sotto traccia, come era all’inizio. Possiamo cercare di rallentare il contagio osservando le misure e controllare l’immunità di gregge. Spero si arriverà ad un equilibrio in cui l’immunità di gregge rallenterà ulteriormente la circolazione. Per l’autunno, in particolare in alcuni parti d’Italia e del mondo in cui il virus non ha circolato molto, credo ci possano essere recrudescenze, anche importanti. Per questo è importante avere un quadro della sieropositività della popolazione italiana».

Ha pure aggiunto: «Virus mutato? Possiamo ancora dire poco per quanto riguarda l’Italia. Perché, come ho controllato giorni fa, nel database delle sequenze del virus ci sono circa 10mila campioni, di cui solo 40 sono italiani. Purtroppo questo è un problema sul quale molti colleghi si interrogano: come mai le sequenze italiane non si pubblicano?».

Perché non si pubblicano?