Lavori in corso: ora si definisce la squadra di governo

Vertice serale per definire la squadra di Governo. L'indiscrezione era sfuggita alle 19 al premier incaricato Giuseppe Conte. I nomi sul tavolo questa sera

Sciolto il nodo dei vice premier, con il passo indietro di Luigi Di Maio dopo quello di Dario Franceschini, la discussione per la composizione del nuovo governo entra nel vivo. (leggi qui La rinuncia di Di Maio spiana la strada al nuovo governo)

Una traccia Giuseppe Conte l’aveva lasciata nel suo intervento video. Aveva detto «Sto lavorando in queste ore per essere affiancato da persone che abbiano elevata competenza, buona capacità organizzativa, un’adeguata qualificazione politica». Così aveva rivelato che si era passati a lavorare dai temi ai nomi della squadra di Governo.

Tecnici e Politici

Paola De Micheli

La percentuale ‘tecnica‘ del nuovo esecutivo è oggetto di discussione proprio di queste ore. Superato lo scoglio vice premier, assume una rilevanza particolare il ruolo del sottosegretario alla presidenza. In omaggio alla linea tenuta sino ad ora, il Pd ritiene di aver diritto a quel ruolo. E si fa il nome di Paola De Micheli.

Ma il premier non avrebbe nascosto agli azionisti del governo ‘giallorosso’ di ritenere utile una figura terza per il ruolo di sottosegretario. Circola, in questo caso, il nome dell’attuale segretario generale di palazzo Chigi Roberto Chieppa.

La scelta non è secondaria, perchè potrebbe anche influenzare quella di un’altra casella fondamentale: il ministro dell’Economia. L’idea più ‘popolare’ resterebbe quella di chiamare a via XX Settembre un tecnico di primissimo livello (Daniele Franco, oppure l’ex direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi il cui nome era circolato per la guida di un Governo dei professori benedetto dall’alto da Mario Draghi; l’altro nome che circola è quello di Dario Scannapieco.

Il nodo dell’Economia

Ma in queste ore si starebbe facendo sentire anche un’altra voce: “Un tecnico al Mef avrebbe bisogno di almeno sei mesi per capire bene come muoversi, non abbiamo tutto questo tempo. Se poi aggiungiamo anche un tecnico come sottosegretario alla presidenza...”, spiegano fonti parlamentari.

Giovanni Tria e Nicola Zingaretti Foto: © Imagoeconomica, Benvegnu’ e Guaitoli

Sono le stesse fonti che, specie nel Pd, premono per un politico: come il parlamentare Europeo Pd Roberto Gualtieri apprezzatissimo negli ambienti Economici dell’Ue oppure l’ex ministro Pier Carlo Padoan. Due nomi che risponderebbero all’esigenza avanzata da Giuseppe Conte: vuole qualcuno che possa far girare al massimo il motore appena messe le mani sul volante del Ministero dell’Economia e Finanze.

L’Economia è un ministero ‘osservato speciale‘ dal Quirinale. Le indiscrezioni dei giorni scorsi parlavano di una possibile conferma per il ministro Giovanni Tria, coniugato a Roccasecca. Difficile credere che il Capo dello Stato, proverbialmente riservato ed attento a non superare i confini, si sia lasciato sfuggire un qualsiasi nome o suggerimento. Certo è che ha chiesto particolare attenzione nella scelta del titolare del Mel, così come per il responsabile della Diplomazia, della Difesa e dell’Interno.

Difesa e Interno

Alla Difesa voleva andare Luigi Di Maio. Ma ora per il capo politico del M5s, non più vice premier, potrebbe esserci un esecutivo di prima fascia: gli Esteri, con Elisabetta Trenta confermata allora alla Difesa.

Al Viminale, resta sempre l’ipotesi di un tecnico (Luciana Lamorgese, oppure il prefetto Alessandro Pansa. In entrambi i casi sarebbe un reale segno di discontinuità: un tecnico presente con costanza, al posto di un politico costantemente impegnato all’esterno nella campagna elettorale permanente del suo Partito.

Pari Opportunità

Nella composizione della squadra di governo, Nicola Zingaretti sarebbe stato irremovibile su un punto: pari opportunità nella delegazione Dem, stesso numero di ministri uomini e donne.

Nicola Morra M5S

Un criterio che fa aumentare le chance di Marina Sereni che potrebbe andare alla Salute; Anna Ascani alla Cultura e di Simona Malpezzi, in corsa per l’Istruzione. Che però il M5s vorrebbe per Nicola Morra, il senatore che ha accusato Matteo Salvini di avere baciato il rosario in una località della Calabria dove ha un preciso significato negli ambienti ndranghetisti.

A proposito di donne, per Leu sarebbe in corsa Rossella Muroni all’Ambiente. Lorenzo Guerini potrebbe entrare alle Riforme (ma i pentastellati premono per Riccardo Fraccaro) o ai Rapporti con il Parlamento. Il M5s è sicuro di piazzare Stefano Patuanelli alle Infrastrutture e di poter confermare Alfonso Bonafede alla Giustizia.

Per un ritorno in via Arenula farebbe un passo indietro Andrea Orlando, che potrebbe diventare capogruppo alla Camera al posto di Graziano Delrio che andrebbe al ministero del Lavoro (dove si parla anche di Peppe Provenzano).

Allo Sviluppo, con Paola De Micheli sottosegretaria alla Presidenza, salgono le chanche di Stefano Buffagni.

La questione Ue

A parte il capitolo Ue. La scelta del commissario italiano resta fortemente legata alla formazione del governo. Se non andrà alla Farnesina, Paolo Gentiloni resta in ‘pole’ per un posto a Bruxelles (dove però hanno chance anche Elisabetta Belloni e Paola Severino).

Per il ministro delle Politiche Ue il M5s ha messo in campo il nome di Alessandro Di Battista, mentre per Pd potrebbero esserci Roberto Gualtieri. Per quell’incarico è in corsa anche uno zingarettiano di sicura fede: l’attuale assessore allo Sviluppo nel Lazio Gian Paolo Manzella.

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