Lazio top, Lombardia flop: la guerra dei vaccini

Foto: Vince Paolo Gerace / Imagoeconomica

L’affondo di Nicola Zingaretti nel giorno del caos prenotazioni nella regione guidata da Attilio Fontana. L’ira di Letizia Moratti. E intanto Alessio D’Amato parla di modello israeliano e prepara l’arma dello Sputnik (russo) per correre ancora di più. In ballo c’è anche il prossimo Governo del Paese. Con Zinga protagonista.

La guerra dei vaccini si combatte anche sul piano politico. E non è stato affatto casuale che la Regione Lazio abbia accelerato proprio nel momento di maggiore difficoltà su questo versante della Lombardia e del Piemonte, regione governate dal centrodestra a traino Lega.

Lazio Top tra Sputnik e passaporto

Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica

Ieri Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ha annunciato l’intesa per lo Sputnik. Dicendo: “Tra qualche giorno verrà stipulato un primo accordo con l’Istituto Spallanzani per una sperimentazione in forma scientifica con il vaccino Sputnik, in attesa ovviamente dell’autorizzazione formale dell’Ema per quanto riguarda lo studio sulle varianti”. In quel momento Nicola Zingaretti  stava visitando l’hub vaccinale dell’Auditorium di Roma insieme all’assessore alla sanità Alessio D’Amato. Vero motore della sanità laziale nella guerra al Covid.

E infatti D’Amato ha rincarato la dose (non di vaccino). Attaccando: “Sul certificato vaccinale il Lazio è la prima regione italiana a popolare il fascicolo sanitario elettronico del singolo utente anche con questo certificato che è un certificato di natura sanitaria. Ci sono i dati anagrafici, la prima e la seconda somministrazione, il tipo di vaccino e il numero del lotto del vaccino. Con una firma autenticata in via digitale del medico perché lo ha somministrato e vaccinato”.

È un attestato di natura sanitaria e siamo la prima regione a farlo perché lo riteniamo un servizio. Poi le modalità e che cosa si vorrà fare di questo certificato a livello europeo e nazionale lo stabiliranno gli organi competenti, ma desidero precisare che da oggi è iniziata la migrazione dall’anagrafe vaccinale regionale al fascicolo del singolo individuo di questi certificati ed è un elemento importante. Ancora una volta il Lazio è primo tra le regioni italiane”.

Lombardia flop, nemmeno un sms

Letizia Moratti (Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica)

In quelle stesse ore in Lombardia medici e infermieri pronti a vaccinare. Ma c’erano pochissimi cittadini in coda. Prima la sorpresa, poi lo sconcerto. Perché si è scoperto che non erano stati inviati gli sms  con data e ora dell’appuntamento. Non a Cremona, non a Como, non in tutta la  Brianza. Perché? Lo spiega il Corriere della Sera: “Aria, la società della Regione che gestisce le prenotazioni della campagna vaccinale anti-Covid, parla di intoppi tecnici e organizzativi. Giustificazioni insufficienti per la vicepresidente della Lombardia Letizia Moratti, che concentra in due tweet tutta la sua rabbia”.

Ha scritto infatti la Moratti: «L’inadeguatezza di AriaLombardia, incapace di gestire le prenotazioni in modo decente, rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È inaccettabile! Grazie agli operatori che si prodigano vaccinando comunque 30mila persone al giorno e grazie ai cittadini lombardi per la pazienza. I cittadini lombardi hanno dimostrato di aver voglia di vaccinarsi per uscire da questo incubo». 

Modello israeliano

Alessio D’Amato (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Intanto da Roma Alessio D’Amato sottolineava le cause del successo del Lazio nella campagna vaccinale. Riassumibili in poche parole: il modello israeliano. “Velocità. Coordinamento. Regole ferree. E catena corta. Come il modello israeliano. Prenotazioni online, criterio anagrafico, che non fa perdere tempo a creare liste e listine”. Sul successo o meno della campagna vaccinale verranno decise le prossime elezioni comunali e regionali. Ma forse anche nazionali.

Perciò Zingaretti e D’Amato hanno messo nel mirino la Lombardia di Attilio Fontana. E di Matteo Salvini.