Via Laziodisu, ora si passa al Disco: inizia la discussione sulla nuova legge

Iniziato in Regione il dibattito sulla nuova legge per gli studenti universitario. Ventinove articoli. Nella scorsa legislatura il testo aveva superato l'esame della Commissione ma senza riuscire ad arrivare in Aula.

Cambiano le regole per i contributi ed i sostegni agli studenti nel Lazio. Nell’Aula del Consiglio regionale è iniziata la discussione della nuova legge “Per il riconoscimento e il sostegno del diritto allo studio e la promozione della conoscenza“. È il testo che manderà in pensione Laziodisu (l’ente per il diritto allo studio universitario). E le sostituirà il Di.S.Co., ente regionale per il diritto allo studio ed alla conoscenza.

 

Un testo di 29 articoli. Lo ha illustrato all’aula il vicepresidente della Regione e assessore alla Formazione Massimiliano Smeriglio.

«Una legge – ha detto l’assessore – che ha l’intento di ridisegnare la stessa concezione di welfare studentesco. Una legge che riesca a razionalizzare la spesa pubblica non restringendo lo spazio di partecipazione ne’ depotenziando i servizi offerti ma innovando e ampliando i destinatari e le prestazioni erogate».

 

Tra le novita più importanti c’è la sostituzione di Laziodisu, attualmente commissariata. Verrà rimpiazzata con il nuovo ente regionale per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza (Di.S.Co.). Viene poi introdotto il concetto di promozione della conoscenza, il potenziamento del raccordo tra università, formazione e inserimento lavorativo. Viene previsto l’ampliamento dei servizi e delle agevolazioni offerte agli studenti ma anche agli specializzandi; l’istituzione della Consulta regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza.

 

Laziodisu è l’ente che ad oggi eroga i servizi e le prestazioni rivolte agli studenti universitari. Con il suo superamento entra in scena una struttura più snella e meno articolata: l’ente regionale per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza.

Questo passaggio prevede un contenimento della spesa, attraverso una riforma della governance centrale e di quella periferica.

Si passa dalle 13 figure apicali di Laziosu alle 6 del nuovo Ente, con un consiglio di amministrazione che, oltre al presidente e al direttore generale, sarà formato non più da 11 ma da 4 membri. Tre di questi verranno indicati dal Consiglio regionale e uno sarà eletto dagli studenti a suffragio universale.

Quest’ultima modifica è stata introdotta da un emendamento in commissione proposto dalle consigliere grilline, Gaia Pernarella e Roberta Lombardi, accolto dall’assessore Massimiliano Smeriglio. Ha cambiato le modalità di elezione previste nel testo originario, dove il voto era riservato solo ai rappresentanti degli studenti eletti nella Consulta.

Saranno eliminate le 5 Adisu territoriali, ciascuna con un direttore e un comitato composto da altri cinque membri. le sostituiranno da tre presìdi territoriali, gestiti da tre dirigenti interni.

Le tre nuove articolazioni territoriali previste sono: Lazio settentrionale (con sede a Viterbo), Roma Citta’ Metropolitana (fusione dirigenziale fra RM1, RM2 e RM3) e Lazio meridionale (con sede a Cassino).

Nessuna conseguenza per i dipendenti, che resteranno dove sono. Fra gettoni e altri emolumenti però, il risparmio previsto sarà di circa 500mila euro l’anno.

Per quanto riguarda le prestazioni a favore degli studenti, oltre ai servizi classici di sostegno al diritto allo studio universitario (come borse di studio, posti alloggio, servizi di ristorazione e contributi finanziari alla residenzialità e alla mobilità) il nuovo Ente erogherà anche altri servizi innovativi, come medicina preventiva, agevolazioni per la mobilità sostenibile e la genitorialità, supporto all’inserimento lavorativo per studenti svantaggiati e disabili e assistenza agli studenti stranieri.

 

Il percorso di questo testo era iniziato nella scorsa legislatura: aveva superato l’esame della Commissione ma senza riuscire ad arrivare in Aula.

 

Critiche sono arrivate dal consigliere di Fdi, Giancarlo Righini. Ha chiesto il rinvio in commissione del testo. Si è detto «allibito dalle modalità con cui si è portato in Aula questa legge, con tempi e fretta che non hanno precedenti. Sono state audite solo associazioni, liste e organzzazioni riconducibili all’area politica del centrosinistra. Non è stato possibile audirne altre. Il testo non era disponibile nemmeno sul link della commissione e così mi sono trovato a formulare una serie di emendamenti non imputabili. Ci sono diversi emendamenti con valenza economico-finanziaria ed è la prima volta che la commissione non li rinvia a quella bilancio per l’esame definitivo prima del licenziamento del testo».

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