Le barricate di Virginia e il senso di Zingaretti per Roma

(Foto: Benvegnu' Guaitoli / Imagoeconomica)

Le elezioni comunali di Roma determineranno il futuro scenario della politica italiana per i prossimi anni. La sindaca intenzionata a resistere ma i Cinque Stelle non potranno immolarsi sul suo altare. Però resta prima nei sondaggi. Ed è proprio questo il motivo per il quale i Democrat non potranno che schierare il Governatore.

L’esito delle elezioni comunali di Roma condizionerà moltissimo il quadro politico italiano del futuro prossimo. Soprattutto in tema di alleanze. Virginia Raggi insiste, nonostante le bordate che continuano ad arrivare dal Partito Democratico. A questo punto la domanda è una sola: il Movimento Cinque Stelle si immolerà sull’altare politico della Raggi?

Zingaretti con Roberta Lombardi e Valentina Corrado (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Considerando l’ingresso nella giunta regionale, presieduta da Zingaretti, di Roberta Lombardi e Valentina Corrado, pare proprio di no. La Raggi però una cosa può comunque provare a farla. Restare in ogni caso candidata a sindaco per far perdere il centrosinistra.

Il vittimismo di Virginia

Ieri Virginia Raggi ha tuonato: “Le parole sono pietre e hanno delle conseguenze nella vita delle persone. Nicola Zingaretti, ospite di DiMartedì su La7, ha rivendicato con orgoglio di essere stato il primo a dire che considerava la ricandidatura di Virginia Raggi una minaccia per Roma. Per Zingaretti, quindi, la “minaccia” per Roma non è rappresentata dalla malavita o magari, in senso lato, dalla difficoltà di trovare un lavoro per i cittadini. No, per Zingaretti la “minaccia” per Roma è rappresentata da una giovane donna finita sotto scorta per aver dichiarato guerra alla criminalità organizzata”.

Il vittimismo politico è una delle caratteristiche della Raggi. In realtà Nicola Zingaretti per “minaccia” intende quella di un mandato bis sul piano politico ed amministrativo. Perché sicuramente la fallimentare gestione amministrativa del mandato della Raggi in Campidoglio è sotto gli occhi di tutti. Nel salotto di Giovanni Floris Nicola Zingaretti ha detto: “Sono stato il primo a dire che consideravo la ricandidatura di Virginia Raggi una minaccia per Roma e lo dico ancora oggi, non è che ho problemi. Non confondiamo l’amore per Roma con il basso calcolo delle alleanze politiche”.

Il sondaggio sui candidati

Roberto Gualtieri

Poi ci sono le rilevazioni. Nel sondaggio realizzato da LAB2101 Virginia Raggi è al primo posto alle elezioni comunali di Roma 2021 con il 30,1% dei consensi; al secondo posto c’è Guido Bertolaso con 27,3%; Roberto Gualtieri è al terzo posto con il 21,8%.

Lo studio si è basato su 813 interviste realizzate tra l’8 e il 14 marzo su un campione rappresentativo di cittadini maggiorenni residenti a Roma, e vede al primo posto la sindaca uscente del Movimento 5 Stelle rispetto al centrodestra e al centrosinistra. I risultati presi in esame riguardano la possibilità che l’ex ministro dell’Economia sia il candidato unico per il centrosinistra e che Carlo Calenda alla fine decida di non presentarsi alle elezioni.

Lo scenario cambia con la sua presenza, ma a parte qualche piccola oscillazione di percentuale a essere in testa è sempre la sindaca uscente Virginia Raggi. E non a caso il neo segretario del Pd Enrico Letta ha stoppato l’accelerazione impressa dallo stesso Roberto Gualtieri.

Lo chiamano già “sindaco”

Nicola Zingaretti continua a ripetere che non intende candidarsi al Campidoglio, ma nel suo staff in tanti in privato lo chiamo già “sindaco”.

La possibilità esiste per motivi politici superiori. Proprio perché sono tutti consapevoli dell’importanza delle elezioni comunali di Roma. Anche per i riflessi sulle future alleanze.

Il centrodestra non ha ancora le idee chiare, ma alla fine a Roma la coalizione di Salvini, Meloni e Tajani parte da un “tesoretto” importante di voti. Per il centrosinistra le opzioni sono quattro: o convergere su Carlo Calenda (complicato), o puntare su Roberto Gualtieri (difficile) o aspettare David Sassoli (rischioso) oppure mettere in campo Nicola Zingaretti. Due volte presidente della Regione Lazio e anche in passato alla guida della Provincia di Roma.

I Cinque Stelle di Giuseppe Conte e di Roberta Lombardi non potrebbero non sostenerlo. Bisognerebbe vedere come reagirebbe Beppe Grillo, che continua a difendere Virginia Raggi. (Leggi qui Virginia vacilla in Aula. A destra pressing su Bertolaso).

Il punto è che la sindaca fatica a metabolizzare è che il Pd perderebbe la faccia a sostenerla. E infatti i Dem continuano a lavorare ad una mozione di sfiducia.