Le bugie sui profughi che nessuno vuole

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Qualcuno sta barando. Sulla storia dei profughi diventati un pacco postale in giro per la provincia di Frosinone c’è qualcuno che non dice la verità. O è la cooperativa leccese che li ha vinti in affidamento a seguito di regolare gara d’appalto oppure è il Ministero dell’Interno.

Tralasciamo un particolare perché indegno, immorale, inconciliabile con la cultura cristiana dell’accoglienza e della fratellanza: la questione che i migranti vengano messi a gara d’appalto (leggi qui Chi guadagna sui profughi) è una vergogna che ricorda l’antico mercato degli schiavi. Ma c’è la scusa dell’emergenza e allora sorvoliamo. E andiamo ai fatti concreti.

La storia è chiara (leggi qui il precedente): nelle settimane scorse arrivano altri 40 profughi da smistare in provincia di Frosinone, ci si attiva usando lo stesso schema collaudato e che ha consentito finora di piazzare oltre un migliaio di profughi in Ciociaria senza che nessuno si lamentasse. Ma qualcosa questa volta va storto. La ditta che li ha presi in appalto ha dichiarato di avere le disponibilità dell’ex Alberghiero di Cassino: che però non è pronto; vengono dirottati nell’ex sede della Polizia Stradale, ma nemmeno lì lo stabile è idoneo perché non ci sono abbastanza bagni per tutte quelle persone. Negli alberghi della città, al prezzo che pretende di pagare il ministero dell’Interno non vogliono nemmeno vedere il bus nel loro parcheggio. Allora i profughi vengono fatti dormire in un ex mobilificio chiuso da tre anni: sulle condizioni di abitabilità nessuno si pone domande, tutti sono in ferie, nessuno vede e quindi nessuno si duole. Ad evitare la figuraccia istituzionale arriva il sindaco Arturo Gnesi che apre per tre notti la sala delle conferenze del museo di Pastena. Alla fine i migranti vengono ricaricati sul bus e portati a Giuliano Di Roma in un agriturismo che è chiuso da tempo.

Pure qui si ripete lo stesso cliché visto a Cassino: nessuno avvisa nessuno, i migranti vengono portati senza un minimo di garbo istituzionale, sulla base delle norme che fanno apparire tutto solo come un pulitissimo business. E cioè: tu hai l’agriturismo sfitto, io ho 40 persone vinte in appalto da metterci a dormire, io ti pago e tu mi dai le stanze. Nessuno avverte il sindaco. Nessuno prepara il terreno con un minimo di dibattito e di coinvolgimento della popolazione. Nessuno tranquillizza nessuno spiegando se quei 40 siano liceali fuggiti per evitare l’arruolamento forzato o predoni scappati per evitare la cattura dei nostri soldati segretamente in Libia.

In queste condizioni, il minimo che può capitare nella prossima settimana è che il sindaco Adriano Lampazzi firmi un’ordinanza di sgombero per inagibilità della struttura.

E’ chiaro che qualcuno sta mentendo. O le società che partecipano alle gare d’appalto per sistemare i profughi in provincia di Frosinone, dicendo che hanno la disponibilità di alloggi che in realtà non hanno (leggi qui). Oppure il Ministero dell’Interno che si tura occhi e naso e finge che tutto sia a posto pur di evitare il caos e sperando che scoppi il più tardi possibile: cioè quando finiranno i soldi europei per l’accoglienza, non avremo integrato proprio nessuno, e questi ragazzi continueranno a pretendere la paghetta come hanno ricevuto fino a quel momento.

Quello al quale stiamo assistendo è un teatro dell’assurdo. Nel quale chi occupa i posti in prima fila – cioè chi abbiamo votato per rappresentarci e sedersi lì davanti al posto nostro – non dice una sola parola. Quando invece le cose sono chiarissime: se la ditta che ha vinto l’appalto non ha gli alloggi nei quali sosteneva di poter sistemare i migranti, gli deve essere revocato l’appalto. Se la ditta ha gli alloggi quei 40 ragazzi devono finire di girare come dei reietti che nessuno vuole.

E un secondo dopo averli alloggiati si deve aprire il dibattito. Serio. Basta con la finta solidarietà: questo è business. Fatto oltretutto sulla pelle dei cittadini. Che hanno il diritto di essere coinvolti. E chi hanno votato ha il dovere di parlare. Deve essere chiaro da dove vengono e soprattutto dove vanno i migranti, chi li controlla, quali incrementi di forze dell’ordine sono stati inviati in provincia di Frosinone per controllare queste mille persone in più che oltretutto non conosciamo. E poi ci devono dire cosa ne faranno. Quando finiscono i soldi Ue vengono reimbarcati? Da chi, verso dove e con quali garanzie che se li riprendano? Ma siccome questo non avverrà, possiamo sapere quali sono i programmi che si stanno attuando sulla nostra terra, sulla nostra pelle ed a nostra insaputa?

Perché è chiaro che anche su questo qualcuno sta barando.

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