“Le dichiarazioni beffa di Fazzone. Ecco chi mi ha voluto affondare”

L'amarezza dell'ex sindaco di Cassino Carlo Maria D'Alessandro dopo le parole di Claudio Fazzone. "Dimentica di essere stato uno, ma non l'unico, artefice della mia caduta”. Chi c'era dietro la caduta: "Volevano surrogarmi. Ma i piani non sono andati come più di qualcuno sperava”.

Chi gli stava di fronte durante la lettura dei giornali del mattino assicura che il caffè non gli sia andato di traverso: ma una smorfia inequivocabile gli è apparsa sul viso. E non era per il poco zucchero. Carlo Maria D’Alessandro è stato sindaco di Cassino per il centrodestra. Estraneo fino a quel momento alla politica, il genio comunicativo di Mario Abbruzzese trasformò quella debolezza in un’arma. Lo fece coniando il claim “Carlo Maria chi?”. Efficace e micidiale al punto che è stato riciclato ora per Enrico Michetti su Roma.

La dichiarazione beffa

Funzionario dello Stato, premiato per il modo in cui organizza gli uffici, si era messo in testa di trasformare anche il Municipio di Cassino in un modello di efficienza. Non aveva fatto i conti con la politica: la sua amministrazione è stata spesso paragonata ad un asilo; indisciplinata e chiassosa lo era. Al punto da autoaffondarsi: a metà del mandato Forza Italia, il Partito del sindaco, ha aperto una crisi che ha logorato il centrodestra per mesi. Culminando in una raccolta di firme che ha messo fine all’esperienza di D’Alessandro in Comune, del centrodestra al governo di Cassino, cancellato un’intera generazione di politici. (Leggi qui Bye bye Carlo Maria: dimissioni in massa. Fine del governo D’Alessandro).

Carlo Maria D’Alessandro

È proprio per questo che in mattinata gli è apparsa una smorfia sul viso: aveva appena letto che il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone dichiarava «lo dico senza filtri: quanto accaduto a Sora nella nostra coalizione di centrodestra non è politica. Quando si prendevano decisioni per situazioni del genere, magari si avviavano pure procedimenti di espulsione dai partiti stessi. Certe ambiguità politiche non possono essere tollerate». (Leggi qui «A Frosinone rivendicheremo la candidatura»).

A Sora la Lega ha mandato all’aria un candidato che non gli dava abbastanza garanzie appoggiando di corsa un altro nome unitario per il centrodestra. A Cassino Forza Italia ha buttato giù il suo sindaco, spalancato al centrosinistra di Enzo Salera le porte del municipio: e Claudio Fazzone non ha punito nessuno.

Sindaco, Claudio Fazzone dice che “le ambiguità politiche non possono essere tollerate”: la sua amministrazione è stata buttata giù da esponenti di Forza Italia. Glielo ricorderà?

E perché mai dovrei ricordarglielo? Mi fa solo piacere che anche lui sia stato folgorato sulla via dei Monti Lepini. Anche se é paradossale che possa parlare ai suoi alleati di centrodestra e pretendere espulsioni a causa dei tradimenti di un progetto politico. Evidentemente dimentica di essere stato uno, ma non l’unico, artefice della caduta di un sindaco del suo Partito nella seconda città della provincia di Frosinone.

Il coordinatore regionale Fazzone l’ha mai contattata per chiederle un parere su quella sfiducia, per offrire la sua mediazione per salvare l’amministrazione di centrodestra nella seconda città della provincia di Frosinone ?

Assolutamente no.

Carlo Maria D’Alessandro (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)
Tra i firmatari di quella sfiducia c’è chi oggi è stato promosso a sub commissario provinciale: come se lo spiega?

Quella delle nomine politiche calate dall’alto è una materia che non mi ha mai affascinato, l’ho sempre ritenuta abbastanza squallida. Per storia professionale, in primis, e politica successivamente, ho sempre preferito la meritocrazia e il superamento di regolari concorsi pubblici per ricoprire ruoli di primo ordine. Ma questa è solo la mia convinzione quale dirigente statale.

È un’evidenza che intorno a lei si stia sviluppando un cenacolo di centrodestra che non si riconosce in chi ha determinato la caduta della sua amministrazione. Gli eletti in Consiglio comunale lo hanno detto con chiarezza al neo consigliere Benedetto Leone quando ha provato ad unificare l’opposizione consiliare. Cosa intende fare? (Leggi qui Ruggirai un altro giorno, Leone).

Guardi, sono contento di questa domanda perché mi dà la possibilità di chiarire una cosa: gli eletti in consiglio comunale ci sono per merito e non perché qualcuno li ha nominati. Giustamente agiscono secondo quello che è il loro modo di pensare, indipendentemente dall’appartenenza politica perché tutti siedono lì grazie alle alle loro preferenze e non per i simboli di Partito.

Le faccio notare che nelle Elezioni 2019 si è votato contemporaneamente al Comune di Cassino ed alle Europee e ci sono stati più di 7000 abitanti di Cassino che misero la croce sul simbolo della Lega. Ma 5000 di questi, quando hanno girato la scheda per votare alle Comunali, si sono rivolti altrove. Alle Comunali nelle piccole e nelle medie città contano gli uomini, la loro storia e le idee, i Partiti sono un elemento secondario. E quanto accaduto a Sora in tutti gli schieramenti politici ne è stata una lampante dimostrazione.

Carlo Maria D’Alessandro che centrodestra intende costruire?

Costruire il centrodestra non vuol dire per forza avere una tessera di Partito (è la mia storia politica ne è una grande dimostrazione). Costruire il centrodestra vuol dire avere una propria idea di sviluppo della città, di impegno per la comunità, di funzionamento della macchina amministrativa e di un’azione volta a risolvere i problemi quotidiani in ambito sociale ed economico. L’importante è il progetto politico, quindi le persone e le idee che ne sono alla base.

Nonostante la mia assenza dalla città di Cassino per motivi lavorativi continuerò ad aiutare molti amici a costruire questo progetto politico nuovo. È l’obiettivo non solo mio, ma soprattutto di coloro che da due anni con il movimento “Liberi e Forti” portano avanti una diversa idea di politica, e lo facciamo con calma ma con decisione, nel solco che abbiamo tracciato, anche perché di tempo ne abbiamo.

A distanza di quasi tre anni si è fatto un’idea sul perché l’abbiano fatta cadere?

Veramente più che un’idea è una certezza. Si doveva applicare il cosiddetto istituto della surroga, ma i piani non sono andati come più di qualcuno, sebbene per motivi diversi, sperava.

Chi la doveva surrogare?
Mario Abbruzzese Rossella Chiusaroli Carlo Maria D’Alessandro. Elaborazione © IchnusaPapers

Leggete i risultati delle ultime elezioni comunali di Cassino: non c’è bisogno di impegnarsi molto per capirlo.

All’epoca, ad esasperare il confronto fu il suo ex vicesindaco Carmelo Palombo: la Lega che ruolo ha avuto in quella crisi?

Beh, in quel momento il dottor Carmelo Palombo rappresentava la Lega. Gli uomini che agivano per conto del Partito credevano di poter ribaltare sulle amministrative i risultati di elezioni nazionali. Ma sappiamo che questo non avviene quasi mai. Ma io e lei siamo in pochi a saperlo.

Fu un atto di autolesionismo politico?

Bisogna dare atto al centrodestra di essere autolesionista. Ha governato con Tullio di Zazzo e lo ha sfiduciato. Ha governato con Bruno Scittarelli e lo ha sfiduciato. Ha governato con Carlo Maria D’Alessandro e lo ha sfiduciato. Anzi, per essere precisi in nessuno dei tre casi si è trattato di sfiducia perché in quel caso bisogna avere il coraggio di affrontare il Consiglio comunale e parlare in corretto italiano. Ma si preferisce l’istituto più conigliesco delle dimissioni.

L’onorevole Francesco Zicchieri, all’epoca coordinatore regionale della Lega, ha mostrato alcuni messaggi nei quali dava a Palombo la possiilità di decidere cosa fare su Cassino. La versione di Palombo è diversa. Lei a quale crede?
Francesco Zicchieri (Foto: Imagoeconomica, Livio Anticoli)

Io sono sempre abituato a credere a ciò che vedo perché se nella politica si lascia spazio all’immaginazione diventa problematica qualunque gestione. I messaggi erano molto chiari, ma nella vita per chiarire, spesso basta alzare un telefono. Nessuno dei dirigenti regionali o degli eletti della Lega lo ha mai fatto. A ciascuno il suo.

Comunque voglio ricordare che la domenica prima delle dimissioni di massa io avevo trovato la quadra relativamente agli assessorati, alle deleghe ed anche ai nominativi del nuovo esecutivo da varare entro 48 ore; tutti i Partiti erano d’accordo, anche perché altrimenti che quadra sarebbe. Evidentemente quell’idea della surroga ha prevalso sul buon senso. Ed allora mi viene in mente l’immagine della campagna elettorale del 2016 dove dai miei avversari venivo ritratto con i fili legati ad un invisibile burattinaio. Devo dire che il tempo è veramente galantuomo, perché dopo questi anni tutti hanno capito che i fili erano dietro agli altri, di certo non dietro a me.

Che ruolo ha avuto Mario Abbruzzese?

Credo che sia giusto che lo chiediate a lui, ma sicuramente un ruolo di primo livello. Perché in tutti questi anni, e le ultime vicende lo dimostrano, non mi sembra abbia avuto ruoli di comprimario. Vede, la surroga piaceva a tutti, forse a troppi, perciò poi …

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