Le domande alle quali Antonio Pompeo ha il dovere di rispondere

L'arresto di un ex assessore a Ferentino, dopo quello di un consigliere comunale, impongono al sindaco e presidente della Provincia di chiarire subito. Cancellando ogni traccia di dubbio. Sul piano amministrativo- Soprattutto su quello morale.

Il Codice Penale è chiaro: “La responsabilità è personale“. In politica non funziona così. Esiste anche una responsabilità morale. E pure se non hai fatto niente di illegale sei moralmente responsabile degli amici che ti sei scelto come compagni di viaggio. Ammettendoli nelle liste che ti hanno sostenuto alle elezioni. È il dramma che sfiorò il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani quando l’inchiesta sull’appalto per i rifiuti gli portò in carcere il vicesindaco in carica. È lo stesso che impone oggi al sindaco di Ferentino Antonio Pompeo di fare chiarezza nel momento in cui viene arrestato un suo ex assessore.

A questo punto le lenzuola devono essere esposte. Se l’arresto di un consigliere poteva essere ridotto ad un episodio isolato, la cattura anche di un ex assessore a lui legato rappresenta in modo inequivocabile il segnale che qualcosa è sfuggito. Per questo è indispensabile che il sindaco e presidente della Provincia metta subito le cose in piazza e faccia chiarezza.

Innanzitutto sotto l’aspetto della procedura. È vero che spetta alla Magistratura il compito di accertare se sulla gestione del project financing per il cimitero di Ferentino sia stata limpida e corretta. Altrettanto è vero che investigatori e magistrati devono essere lasciati nella massima tranquillità a svolgere i loro accertamenti, senza che ci sia alcuno strepito di piazza a distrarli. Ma questa sacrosanta necessità va contemperata con un’altra: una città ha votato i suoi amministratori e ora ha il diritto di sapere subito come spiegano quanto sta accadendo. Lasciando in serenità la magistratura.

Come è stato gestito il project financing sul cimitero? Chi se n’è occupato? Quali differenze esistono tra l’iter seguito a Ferentino e quelli comunemente seguiti? C’è qualche passaggio finito al centro dei sospetti? Oppure la procedura è stata limpida e nessun rilievo è stato mosso agli amministratori ed ai dipendenti?

Tanto per cominciare è questo a fare la differenza. È un appalto che è stato pilotato? L’apparenza dice no: in quei casi il ‘beneficiato‘ corre a pagare il dovuto perché esiste sempre una clausola o un timbro mancante capaci di far saltare tutto. Ma è Antonio Pompeo a doverlo dire. È lui ad avere l’onere di dire se quella procedura è stata talmente trasparente che domani mattina la ripeterebbe uguale in ogni passaggio.

La storia giudiziaria insegna il caso del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Lì da una banalissima mazzetta da 10 milioni di lire (cinquemila euro di oggi) nacque l’intera inchiesta su Tangentopoli che decimò un’intera classe dirigente ed un modello politico. Oggi Antonio Pompeo deve dire se il suo ex consigliere ed il suo ex assessore sono due possibili Mariuoli trovati con la marmellata nelle mani oppure ha il sospetto che alle loro spalle ci fosse un sistema di connivenze e complicità del quale finora non aveva mai sospettato.

Qui si innesta il secondo aspetto. La responsabilità morale. La culpa in selezionando. Perché se è vero che il Consigliere comunale glielo hanno mandato in aula i cittadini è altrettanto vero che l’assessore se lo scelse lui. In entrambi i casi aveva diritto di veto.

Anche qui Antonio Pompeo deve rispondere ad una serie di domande. In base a quali elementi ha scelto quei due uomini? Nella loro vita amministrativa e personale hanno mai avuto comportamenti men che trasparenti? C’è stato anche un solo motivo per escluderli dalla cerchia dei suoi collaboratori?

Ferentino in questi anni si è ritagliata un’immagine di città che ha saputo risanare i suoi conti: al bilancio sono state messe le briglie ben prima di città come Frosinone e Cassino. Ha saputo cogliere le opportunità di sviluppo: se un colosso come Froneri ha tenuto in Ciociaria il cuore delle sue produzioni europee e non a Parma o in Spagna è per i servizi logistici e di supporto che l’amministrazione ha saputo costruire per tempo nell’area industriale. Ha saputo affrontare le crisi di sistema: il superamento del modello basato sugli ospedali è stato lentamente rimpiazzato dal modello fondato su Casa della Salute e Poliambulatori in collaborazione pubblico / privato.

Non è conciliabile l’immagine di una città che ha questi risultati con il sospetto di un’amministrazione che al suo interno abbia eventualmente dei mascalzoni.

È questo ciò che Antonio Pompeo oggi ha il dovere di chiarire alla città di cui è sindaco ed alla Provincia di cui è presidente.


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