Le due versioni sulla firma che manca sull’atto anti Villa

Una firma che manca e due versioni su quell'assenza sotto al documento con cui iniziare l'assedio alla Giunta di Formia. La Lega dice che il Pd non ha voluto firmare. Marciano racconta un'altra storia

Una storia, due versioni. La storia è quella dell‘unica firma mancante sotto ad un documento: quello che dà il via alla strategia del logoramento dell’amministrazione comunale di Formia. Le due versioni sono quelle dei protagonisti. Da un lato c’è quella del Consigliere comunale leghista Nicola Riccardelli che per una settimana ha atteso l’undicesima sigla sotto al testo, per poter avere la minoranza compatta; dall’altro c’è quella del titolare della firma mancante, il capogruppo Dem Claudio Marciano. Una doppia versione che per un giorno ha ringalluzzito la maggioranza che governa il comune di Formia. (Leggi qui Bajamar, via all’agguato: assise a tema per logorare Villa).

Pasquale Cardillo Cupo, Paola Villa, Nicola Riccardelli

Claudio Marciano è docente universitario a Torino. A tentare di contattarlo era stato più volte il consigliere leghista Nicola Riccardelli. Colui che si era assunto l’onere di raccogliere le firme degli 11 consiglieri di minoranza. Questo compito, con Marciano si è rivelato più difficoltoso del previsto.

L’esponente Dem offre una sua versione sui fatti: «Non è vero che mi sarei rifiutato di sottoscrivere un odg per il prossimo consiglio comunale con le altre minoranze. E tantomeno avrei fatto attendere una settimana al consigliere Riccardelli. Questo non rispondendo a telefonate, messaggi su social network e ad altre sollecitazioni».

Una storia, due versioni

La verità di Marciano è un’altra. «Ho ricevuto il primo messaggio con allegato il testo da sottoscrivere giovedì 5 Novembre alle ore 17.30. Vengo poi a sapere a Torino che il documento era di dominio pubblico il giorno dopo. Questo senza che avessi il tempo per aggiungere le mie osservazioni. E senza che si prendesse in considerazione la mia proposta di integrazione dell’Odg».

Cosa intendeva aggiungere Marciano a quell’Ordine del Giorno? Ad esempio una «Integrazione anche sul perdurante sequestro cautelativo dell’ex Colonia Di Donato».

Claudio Marciano

Ma politicamente intende firmare o meno? «Per il futuro, come ho già sottolineato più volte, sarò ben lieto di condividere proposte di Odg con le altre minoranze. Ma nei modi e nei tempi opportuni per una condivisione dei temi e delle urgenze».

Ti faccio sapere

Il consigliere Riccardelli, da parte sua, offre un’altra verità sui fatti. A suo dire Marciano gli avrebbe inviato un messaggio in cui scriveva “tutto e niente”. E cioè «ti faccio sapere entro domani mattina. Noi vorremmo aggiungere anche la Di Donato».

L’esponente del Carroccio, sempre attraverso whatsapp, ha cercato di spingere Marciano a firmare. Questo per presentare un blocco delle minoranze compatto e granitico. In che termini? «Guarda che sull’ex colonia di Donato potremmo chiedere un consiglio straordinario attraverso la presentazione di un argomento ad hoc».

A questo punto Marciano – secondo la Lega – si è definitivamente eclissato. Questo mettendo in imbarazzo i dirigenti locali del Pd, a loro volta contattati dallo stesso consigliere Riccardelli. Che ora vuota il sacco contro il capogruppo Dem. «Dovrebbe avere almeno l’onestà intellettuale di dire che non mi ha ancora risposto».

Non sono un alza paletta

Il consiglio Comunale di Formia

Marciano non ha risposto ed una ragione politica l’ha avanzata. «Non sono disponibile a fare l’alza paletta di nessuno. Non lo sono per la dignità che devo in primo luogo al Partito Democratico e alla lista “Formia Bene Comune” che mi hanno eletto. Men che meno della Lega o di altre forze di destra. Partiti verso cui la distanza è la più siderale».

Per il capogruppo Dem mancavano elementi fondamentali per poter considerare quell’Ordine del Giorno una cosa seria. Talmente importanti che quel documento rischia d’essere considerato solo un pezzo di carta e nulla di più. Come mai?

«La richiesta formulata dai colleghi è carente di riferimenti normativi opportuni e vincolanti per la convocazione dei consigli comunali. Lo è anche per l’eccessiva genericità dell’Odg proposto. Che tutto può tranne portare una qualche difficoltà all’attuale maggioranza».

Per il capogruppo del Pd è «abbastanza originale l’idea. Un’idea per cui bisognerebbe “convincere” una lista dell’attuale maggioranza (Ripartiamo con voi) a far mancare i numeri in Consiglio. E a farlo su un tema, come quello delle opere pubbliche, su cui fino a pochi giorni fa un esponente della lista stessa (l’assessore Pasqualino Forte) aveva la propria delega in Giunta».

«Mi chiedo infine se il compito dell’opposizione sia questo. Cioè quello di trovare un argomento di imbarazzo della già sufficientemente imbarazzante maggioranza consiliare. Oppure se sia fare gli interessi dei cittadini, a partire da proposte concrete su economia e servizi pubblici. Specie in un momento così drammatico per tutto il Paese».

Marciano ha parlato a titolo personale e l’ha ribadito senza tentennamenti. Ora vuole anche il conforto del Pd formiano. Che però non sembra avere il suo stesso pensiero.

Bartolomeno brontola, Villa no

Sandro Bartolomeo

A cominciare dall’ex sindaco Sandro Bartolomeo e dai nuovi vertici del circolo cittadino. «Lunedì avrò un confronto con la mia coalizione anche su questo tema. – ha concluso Marciano -. Sono certo di trovare ampia condivisione su una linea coerente con quella finora tenuta».

Questi litigi tra le opposizioni hanno motivato Paola Villa a sposare la tesi secondo la quale in politica la miglior difesa è l’attacco. Questo in relazione all’accusa di «inattività amministrativa. Inattività caratterizzata dall’assenza dei lavori delle Commissioni ormai decadute».

Il primo cittadino ha risposto con un piccante slogan. Un brand tanto caro al principe Totò: “Ma fatemi il piacere”. L’ha fatto con un chilometrico elenco di cose fatte «negli ultimi due mesi e mezzi». E rispolverando, di fatto, il contenuto di alcuni comunicati stampa già noti agli organi d’informazione. Nulla di nuovo, insomma, al netto dell’emergenza Covid. Cioè del focolaio epidemiologico circoscritto all’interno di una nota pescheria cittadina; poi dell’istituzione del primo drive in della Regione Lazio; ed anche della ricomposizione della Giunta per «dare più sprint a questa ripartenza in corso».

Riccardelli rincara la dose su Villa

Paola Villa. Foto © Andrea De Meo

E’ toccato al consigliere leghista Riccardelli, replicare al sindaco Villa. Sindaco cui si affiancava il fedelissimo presidente della commissione Lavori Pubblici Fabio Papa con il suo «le chiacchere delle minoranze stanno a zero. Lo sono rispetto ai fatti da noi realizzati».

«Al Sindaco sfugge che non deve convincere le opposizioni. Bensì deve spiegare alla città ed ai cittadini come mai non notano e non vivono tutta l’efficienza e l’efficacia che lei sbandiera. Giustificare il tutto con qualche misero e labile provvedimento dell’ultima ora certifica immobilismo, assenza di programmazione e ritardi insanabili».

«Siamo arrivati all’esproprio del mandato istituzionale. Altro che trasparenza e partecipazione del nuovo: le commissioni sono congelate e l’attività politica è bloccata. Il termine immobilismo – ha concluso Riccardelli – comincia a non rendere neanche più».