Le due vie del Pd anagnino per uscire dalla palude

La città cerca una strategia di ricostruzione del Partito che eviti di riconsegnare il comune al centrodestra. Ma al gruppo guidato dal segretario Proietti serve il coraggio di non arroccarsi su vecchi serbatoi. E di rischiare rinnovandosi. Perché il fronte di una volta ormai stagna e il congresso provinciale è l'ultima occasione.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Il congresso provinciale prossimo venturo del Partito Democratico rappresenterà con ogni probabilità la prima vera occasione per cercare di dare il via ad una possibile strategia di ricostruzione e ripartenza anche della sezione Pd di Anagni dopo il disastro che, nel 2018, ha portato al governo cittadino Daniele Natalia.

Perché con il Congresso, fatalmente, si delineeranno i rapporti di forza. E dunque si capirà quale linea seguire nella città dei papi per tentare una risalita che, al momento, appare difficilissima.

Non che i contatti si siano diradati negli ultimi tempi. Anzi; cene ed incontri più o meno carbonari si sono sempre susseguiti con regolarità. Sia alla presenza del segretario Egidio Proietti (come è avvenuto appena qualche giorno fa), sia in maniera più ufficiosa.

Egidio Proietti – Segretario Pd Anagni

Il problema è che tutto sembra essere, oramai da tempo, bloccato. Senza un’idea chiara su cosa fare per non riconsegnare, alle prossime elezioni comunali, la città nelle mani del centrodestra cittadino.

Le linee principali attorno alle quali il Partito ed i suoi simpatizzanti si dibattono oramai da mesi sono e rimangono due.

Due opzioni per tornare a vincere

1-  La tradizione. Ovvero, tornare ad mettere più o meno ufficialmente il Partito cittadino nelle mani della famiglia Tagliaboschi. Una scelta che avrebbe il vantaggio della continuità.Senza dimenticare il vantaggio di avere garantito, in questo modo, un pacchetto consistente di voti legati all’indubbia capacità della famiglia Tagliaboschi di coltivare contatti. E mantenere alleanze.

Sandra Tagliaboschi

Il problema è che non si tratta di una scelta condivisa da tutti, anzi.

Storicamente, anche nel Pd di Anagni esistono almeno due sensibilità: una più socialista – operaista, una più orientata averso la matrice cattolica. A quest’ultima appartengono le radici politiche dei Tagliaboschi. E tra i loro avversari interni nel Partito non sono pochi quelli che imputano proprio alla linea dettata a suo tempo dai tagliaboschi il tracollo alle ultime Comunali. A partire dalla decisione di far cadere Bassetta dopo la defenestrazione di Aurelio Tagliaboschi dalla carica di assessore al Bilancio. Per poi arrivare alle volontà di nominare Sandra Tagliaboschi candidato a sindaco.

Senza contare che una decisione del genere suonerebbe come un arroccamento. E quindi negherebbe per definizione l’arrivo (se ci sono) di forze nuove in grado di allargare la platea del consenso. Una cosa di cui il centrosinistra (non solo il Pd) ad Anagni ha disperato bisogno.

Ecco perché si arriva all’altra scelta.

L’altra via: ma ci vuole coraggio

LUCA FANTINI FOTO © MATTEO ERNESTO OI

2- L’innovazione. Ovvero, cercare di consolidare un fronte nuovo, a partire da una chiara scelta di rinnovamento del Partito. Abbandonare la sicurezza della struttura consolidata porterebbe a correre qualche rischio. Tuttavia farebbe rientrare nel novero del centrosinistra parecchi tra quelli che negli ultimi tempi si sono allontanati. E che lo avevano fatto proprio per l’atmosfera di stagnazione che regna nel Pd anagnino ed in tutto il centrosinistra.

Il problema è che, appunto, si tratta di un percorso ancora da inventare. A partire dalla scelta di un possibile leader (non chiamiamolo ancora candidato a sindaco perché a sinistra tendono sempre ad arrivare all’ultimo minuto, se non oltre).

Proprio per questo però è il caso di muoversi adesso. Per cominciare a preparare il terreno. E e non ridursi, come speso è capitato, all’ultimo, quando la scelta non viene effettuata con cognizione di causa, ma determinata dall’urgenza. E non è la stesa cosa. Non lo è affatto.

Gestire il presente non paga più

L’assemblea del Pd di Anagni

Il segretario Proietti in questa situazione ha giocato un ruolo importante. Riuscendo con abilità a tenere il Partito, nonostante le spinte centrifughe. Adesso però, almeno questo è ciò che si dice tra gli esponenti del Partito in città, è il momento di non limitarsi a gestire l’esistente. E’ il momento invece di fare uno scatto in avanti. Ed ecco che si arriva al congresso provinciale.

La chiarezza dei rapporti di forza potrebbe portare chi di dovere ad avere l’autorità per compiere scelte coraggiose. In grado di tirare fuori il Partito dal pantano in cui sembra essere caduto. A meno che non si voglia regalare Anagni un’altra volta alla destra.