Le elezioni infinite di Fondi: in tribunale martedì per De Filippis

Il caso del consigliere Raniero De Filippis non convalidato dopo le elezioni. Martedì se ne occupa il Tribunale di Latina. Invece il Tar esamina il 9 giugno il ricorso che porterebbe in Aula un consigliere in più per Forza Italia

Quel seggio è mio! Una certa politica ha deciso di cacciarmi, in maniera frettolosa e superficiale, prenda posizione ora un giudice di questa Repubblica”: a cinque mesi dalle elezioni Comunali martedì potrebbe cambiare la fisionomia del Consiglio Comunale di Fondi. Quel giorno è in calendario l’udienza di fronte alla sezione Civile del Tribunale di Latina: dovrà decidere sulla mancata convalida dell’elezione di Raniero De Filippis. Nella scorsa tornata era il candidato sindaco del Partito Democratico nella civica “Camminare Insieme”.

Nella seduta d’insediamento del 24 ottobre scorso il consigliere anziano Vincenzo Carnevale gli indicò l’uscita e pronunciò la frase “Si accomodi…”. Quel giorno bisognava convalidare l’elezione dei 24 consiglieri e De Filippis era tra loro in forza dei 1750 voti ottenuti come candidato sindaco. Ma fu invitato a lasciare senza esitazione l’aula consiliare per far posto al primo dei non eletti Salvatore Venditti.

Da quel momento Ranieri De Filippis è uscito dal radar della politica fondana, ha raccolto “tante carte” servite all’avvocato Ermanno Martusciello per presentare il ricorso al Tribunale di Latina con cui ottenere il suo reintegro. (Leggi qui De Filippis prepara il ricorso. Il Pd però lo ignora).

Incompatibile, inconferibile, ineleggibile 

Il Consiglio comunale di Fondi

La maggioranza a guida Forza Italia aveva dichiarato la mancata convalida dell’elezione a consigliere ritenendo Raniero De Filippis “incompatibile” perché dirigente di prima fascia alla Regione Lazio. Le due cose, insieme, non si possono fare.

Il Tribunale Civile di piazza Buozzi a Latina martedì sarà chiamato a valutare il ricorso in cui campeggia un parere pro veritate di 17 pagine dell’avvocato Ermanno Martusciello, lo stesso che nel 2017 dimostrò al Tribunale di piazzale Clodio lo status di eleggibilità del sindaco di Roma Virginia Raggi. Nel ricorso su De Filippis si afferma che è stata violata la tutela del diritto costituzionale degli elettori votanti: deve essere tutelato, a prescindere da presunte casi di ineleggibilità e incompatibilità. Tradotto per i non addetti ai lavori: al primo posto c’è la volontà degli elettori (che in questo caso hanno espresso con chiarezza la volontà di eleggere De Filippis), poi vengono i cavilli

L’avvocato Martusciello sostiene che la vicenda del suo assistito non rientra in nessuno dei casi di ineleggibilità e incompatibilità contenuti nel decreto legislativo numero 267/2000 e nel Testo Unico degli Enti Locali. Semmai, il caso rientra in un’altra norma: la più conosciuta legge Severino, sull’inconferibilità degli incarichi e l’incompatibilità tra incarichi dirigenziali ed il ruolo di consigliere comunale.

In pratica tutto si gioca su tre parole: incompatibile, inconferibile, ineleggibile.

Incompatibile e fuori tempo

Beniamino Maschietto il giorno della vittoria

La maggioranza di centrodestra al comune di Fondi fa un ragionamento ben preciso: Raniero De Filippis commise una superficialità di cui avrebbe dovuto tener conto. Più precisamente, dopo aver ottenuto dalla Regione l’aspettativa non retribuita per poter svolgere la funzione di consigliere comunale non informò in tempo  il segretario comunale di Fondi, l’avvocato Anna Maciariello.

Sostiene De Filippis “la legge Severino offre 15 giorni per sanare o rimuovere la causa di incompatibilità. Io l’ho fatto mettendomi in aspettativa dalla Regione. Ma a Fondi non mi hanno dato tempo e tantomeno hanno voluto ascoltarmi”.

Perché tanta fretta? Il nuovo Consiglio Comunale avrebbe potuto chiedere tutto il tempo necessario per verificare la posizione di De Filippis. Quel tempo non c’era. Perché il sindaco Beniamino Maschietto non venne eletto come tutti si aspettavano, non stravinse al primo turno ma fu necessario il ballottaggio e fare accordi con gli altri. Questo cambiò i piani, richiese nuove trattative, costrinse a ridisegnare la mappa degli incarichi. Richieste tempo e se non ci fosse stata quella seduta il Consiglio non avrebbe potuto  insediarsi entro i 20 giorni (termine praticamente scaduto) previsti dalla norma.

C’era fretta di sciogliere i nodi creati dal ballottaggio. La mattinata del 24 ottobre 2020  se il neo sindaco azzurro Beniamino Maschietto non avesse indicato gli assessori e di conseguenza il Consiglio non avesse surrogato i consiglieri dimissionari entrati in Giunta sarebbe implosa l’intera maggioranza uscita vincitrice dalle urne venti giorni prima. Tutto qui. (Leggi qui Niente Bastiglia, nessuno molla il sindaco Maschietto).

Forma e sostanza

Raniero De Filippis. Foto Bucci

La Giunta Maschietto si sta difendendo tramite un autorevole legale di Aversa, l’avvocato Antonio Romano. Ribadisce la piena fondatezza della delibera di non convalida. Il ragionamento è semplice e lineare: Raniero De Filippis doveva comunicarci che aveva rimosso le cause di incompatibilità, non lo ha fatto non comunicandoci d’avere ottenuto l’aspettativa. Di conseguenza, il giorno del Consiglio si è preso atto che era incompatibile.

Perché non lo ha comunicato? Perché la comunicazione gli era arrivata via Pec e lui invece controllava la casella di mail ordinaria. Se n’è accorto solo poche ore dopo il Consiglio.

Prevale la forma o la sostanza? De Filippis di fatto aveva rimosso l’incompatibilità. Ma non lo aveva comunicato. Supponendo che avesse ragione il Consiglio, ciò che è emerso in seguito riapre la questione? Viene prima il diritto dell’elettore o la forma? Un quesito non semplice per il tribunale Civile.

Il ricorso al Tar

Gli equilibri all’interno della maggioranza di centrodestra che governa Fondi sono al centro di un altro contenzioso, questa volta davanti il Tar del Lazio. A promuoverlo sono stati i primi due non eletti nella lista di Forza Italia, gli ex assessori Onorato Di Manno e Giorgia Salemme.

Il Gruppo di Forza Italia a Fondi

Hanno chiesto che venga rimosso dall’incarico il consigliere della lista “Noi con FondiArcangelo Peppe perché – sostengono – in sede di scrutinio fu commesso un mero errore materiale. In pratica? Vennero attribuiti a questa formazione civica circa cento voti che, invece, erano  di Forza Italia.

La conseguenza di quell’errore è che agli azzurri fondani vennero assegnati 9 anziché 10 Consiglieri comunali. A beneficiarne fu… due volte Peppe: lui in consiglio, la moglie Santina Trani in Giunta come assessore agli Affari generali.

Il Tar di Latina ha congelato l’intera controversia chiedendo al Comune di Fondi ed alla Prefettura sia il manifesto elettorale che il verbale di proclamazione degli eletti. Il Tar deciderà il 9 giugno. In caso di accoglimento del ricorso Forza Italia presenterà il conto al sindaco Maschietto: Di Manno a rafforzare ulteriormente  il proprio gruppo consiliare, il ritorno in Giunta Giorgia Salemme nell’ambito delle quote rose. E così sia.