Le fabbriche in fuga, una storia antica

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Chi si meraviglia per l'addio di Catlent non conosce la storia del territorio. È da anni che si uccidono i grandi progetti

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Concentratevi. Pensate per un attimo ad Amazon ed a come funziona: andate sul computer o sul telefonino, scegliete quello che vi serve ed in 24 ore lo avete a casa.

Immaginate che la struttura sulla quale funziona Amazon, venne ipotizzata in provincia di Frosinone quasi dieci anni prima che Jeff Bezos fondasse la sua company a Seattle.

Si chiamava Centro Merci. Siamo alla seconda metà degli Anni 80: da Roma in giù non c’è un immenso capannone nel quale immagazzinare le merci di ogni tipo per poi distribuirle in tutto il Centro – Sud d’Italia. Non c’era Amazon, non c’era Passo Corese: c’era nulla del genere.

Il cartello all’ingresso dell’area Interporto

Gli industriali dell’epoca mettono a punto l’idea, nasce una società mista: Società Interporto Frosinone con enti pubblici e capitali privati. Proprio gli imprenditori mettono le cose in chiaro: tempi certi e brevi, altrimenti lo faranno prima altri ed allora l’Interporto di Frosinone servirà a meno di nulla.

La facciamo breve: i privati sono usciti quasi subito, gli enti pubblici sono rimasti ed hanno gestito i ricchi finanziamenti per realizzare l’opera. In trent’anni sono riusciti a fare un capannone e poi dichiarare fallimento. Perché nel frattempo di centri merci ce ne sono quanti ne vuoi. Ed è pure nata Amazon.

Chi si meraviglia per la notizia che Teleuniverso ha anticipato ieri, l’addio di Catalent al progetto da 100 milioni in provincia di Frosinone perché stanca di aspettare i tempi della nostra burocrazia, semplicemente non conosce la storia. (Leggi qui: Catalent si è stufata: i 100 milioni (e 100 posti) volano in Inghilterra).

Tre anni fa aveva fatto lo stesso Dobfar, sempre ad Anagni: rinunciando ad un progetto 50 milioni. E tanti altri sono scappati via. (Leggi qui: Catalent è il secondo delitto: il primo fu Acs Dobfar).

Figuratevi se qualcuno, prima di pensare di mettere un soldo qui, si studiasse la storia della politica di questo territorio. Non avremmo manco le bancarelle sulla Casilina per vendere gli asparagi, altro che fabbriche.

Senza Ricevuta di Ritorno.