Le incompiute pontine di un centrodestra senza mastice

A Formia Lega e Forza Italia si pestano i piedi, con il Carroccio che vuole un suo candidato. A Latina Nicola Calandrini punta a soluzioni unificanti. Ma dinamiche nazionali e tavolo regionale gli rendono il lavoro faticoso.

La passione tra loro non si è mai accesa. I rapporti non sono mai stati facili tra la Lega e Forza Italia di Formia. Neppure il recente scioglimento del Consiglio comunale ed il ricorso anticipato alle urne hanno contribuito a migliorare la situazione. Il termometro ha sempre registrato il freddo, il metro ha sempre certificato il distacco politico. A ringraziare ed approfittare di quel gigantesco varco ora potrebbe essere Forza Italia. Piazzando nella discussione sul candidato sindaco da schierare alle elezioni di primavera il nome del consigliere comunale uscente Gianluca Taddeo, “mister preferenze” dalle amministrative 2008, l’uomo capace di spostare da solo 4mila voti.

Due monelli per due litiganti

Gianluca Taddeo

Il coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon vuole capire la situazione prima che sia troppo tardi. Per sondare lo stato d’animo del popolo leghista ha inviato a Formia il commissario provinciale Gianfranco Rufa. Al senatore di Veroli è stato chiesto di vestire i panni del pontiere: costruire una linea di dialogo tra il Carroccio ed i Fratelli d’Itala.

Al Destino il senso dell’ironia non manca e talvolta sconfina nella beffa velata. Così l’incontro organizzato da Gianfranco Rufa per avvicinare i due litiganti si è tenuto nel ristorante, “I due monelli”, in uno degli angoli più suggestivi della città, ai piedi della torre di Mola nell’omonimo quartiere marinaro della città. Lì ha riunito lo stato maggiore della Lega di Formia.

Il coordinatore del sud pontino della Lega Gianluca Corradini ha preso molti appunti. Serviranno al senatore Rufa per elaborare un documento che dovrà avere un preciso destinatario: Forza Italia.

Le posizioni sono chiare. Le hanno ribadite gli interventi del gruppo consiliare (Antonio Di Rocco e Nicola Riccardelli). Poi del coordinatore comunale Vittorio Pecorino e dei vari Amato La Mura, Massimo Giovanchelli, Alberto D’Angiò, Fabio Pezone. «Condivisione totale per dar vita ad un progetto che sia il ampio possibile. E per rendere vincente il centro destra alle prossime elezioni amministrative di Formia. – hanno auspicato i consiglieri comunali e dirigenti della Lega – Ma il Partito ha le risorse, umane e politiche, per guidare la coalizione».

Claudio Durigon

Guidare la coalizione significa che vogliono esprimere il candidato sindaco. E non intendono accodarsi a Forza Italia. In pratica, a tavola è stato ribadito il pensiero che Claudio Durigon aveva anticipato ad Alessioporcu.it subito dopo la conclusione dell’amministrazione Villa. Quello per cui la Lega su scala provinciale ha forse la migliore classe dirigente a Formia. Perciò è giunto che esprima il candidato a sindaco. (Leggi qui Caso Formia al regionale. Durigon candida la Lega).

L’orientamento di Forza Italia a proporre il nome del funzionario del dipartimento di Prevenzione dell’Asl è stato considerato come un’azione di disturbo. Peggio ancora: un tentativo degli azzurri di inquinare i pozzi in una possibile concertazione tra alleati nei comuni pontini in cui si svolgeranno le elezioni amministrative.

Calandrini non ha fretta

La fretta quasi sempre fa partorire i gattini ciechi. Il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, crede molto in questo refrain proverbiale. Agitarsi serve a nulla per individuare a tutti i costi il candidato a sindaco di Latina. Ma anche in quelli medio-grandi: su tutti Formia, Cisterna, Pontinia e, più a sud, Minturno. Calandrini è convinto che la scelta a tutti i costi per eleggere i sindaci e rinnovare i consigli comunali potrebbe essere una iattura. Un autogol da evitare ora a tutti i costi dopo l’incredibile Waterloo di cinque anni fa.

Nicola Calandrini

Il centrodestra non può ripetere gli errori commessi nel 2016. Quando cioè a Latina il civico Damiano Coletta (né di destra, né di sinistra, né grillino) approfittò delle divisioni nel campo avversario. E lo face per vincere a mani basse alla testa della coalizione civica Latina Bene comune. Il sindaco ha capito che sua offerta politica non basta più. Ed ha chiesto ed ottenuto nelle settimane scorse l’apporto elettorale del Partito Democratico. Lo ha fatto approfittando del fatto che i Dem non hanno prodotto un’autonoma e credibile offerta politica da offrire all’elettorato della seconda città più importante del Lazio.

Per il Senatore Calandrini «un candidato sindaco non si può scegliere a cuor leggero. Non considerando il compito difficile che avrà nel ricostruire una città annichilita dalla pandemia. Poi dalla crisi economica e dalla rottura di consolidati equilibri sociali. Il tempo è un fattore determinante, ma non faremo scelte affrettate. Sappiamo per certo che non servono solo campioni di consensi, ma persone capaci».

Consenso e competenza

Un endorsement per l’ex sindaco di An Vincenzo Zaccheo? Calandrini non lo specifica chiaramente ma su un punto è chiaro: il prossimo sindaco di Latina dovrà essere politico. Piaccia o non piaccia. Il candidato che dovrà guadagnare il palazzo di piazza del Popolo e delle altre città della provincia di Latina dovrà avere caratteristiche certe. «Dove possibile, una sintesi della coalizione di centrodestra e non potrà avvenire al di fuori di essa».

Vincenzo Zaccheo

Da novembre è stato insediato un tavolo di confronto a livello regionale. Fratelli d’Italia si è presentato «con indicazioni di candidature scaturite da un confronto interno al partito». Fondamentalmente sono due al momento: Matilde Celentano ed il coordinatore comunale del partito Gianluca Di Cocco.

Calandrini indossa il saio francescano. Lo fa quando afferma che «le nostre scelte debbono inserirsi in un gradimento più ampio. E tenuto conto degli altri esponenti della coalizione, degli equilibri regionali. Poi anche dei fatti nuovi che i processi politici presentano tutti i giorni»

Formia e Cisterna: zero unità

Qui è chiaro il riferimento agli sviluppi della crisi di governo. Ma anche alla conclusione anticipata delle consiliatura di Formia. Il partito di Giorgia Meloni sta cercando una unità interna. Questo dopo l’iniziale “innamoramento politico” palesato nei confronti dell’ex parlamentare di Forza Italia Gianfranco Conte. (Leggi qui In purezza: FdI sfratta Conte dai suoi progetti elettorali).

Senza dimenticare la situazione di Cisterna. Cioè dove la componente FdI è stata determinante per dichiarare concluso, dopo 30 mesi, il terzo mandato sindacale di Mauro Carturan.

Mauro Carturan

Quelle scaturite in questi due comuni, a nord e a sud della provincia di Latina , sono state due situazioni politico amministrative differenti. Situazioni che «non minano la nostra volontà di avere come stella polare l’unità del centrodestra».

La discussione non è facile, Calandrini lo ammette con dovizia di particolari. Tuttavia quasi scusandosi, afferma come la mancanza di una scelta non riguardi la sola città di Latina. Non sono stati ancora determinati i candidati delle città metropolitane di Roma, Milano, Napoli e Torino.

Il ‘passo’ di Forza Italia

FdI ha delle sue «ipotesi di candidature. Ci stiamo confrontando con quelle degli alleati ma stiamo cercando la più competitiva rispetto all’ammucchiata Pd-Ldb. Alla sintesi politica non ci sono scorciatoie possibili». Fratelli d’Italia e Lega, a differenza di Forza Italia, hanno dalla loro parte i numeri e la forza elettorale per rivendicare il candidato a sindaco del comune capoluogo. Ma paradossalmente non hanno il nome da proporre al tavolo regionale. Non è un problema da poco. Tant’è che Forza Italia, almeno a Latina, ha deciso di “passare”. Almeno in questo giro.

Le carte le devono mostrare chi ha più voti anche se la decisione – precisa Calandrini – «dobbiamo prenderla tutti insieme». Il coordinatore provinciale di Fdi predica «calma e sangue freddo» ma temporeggiare oltremodo potrebbe essere controproducente. Ambienti vicinissimi al coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon hanno confermato la decisione del Carroccio. Quella di ricorrere ad un istituto di ricerca per sondare l’umore dell’elettorato di Latina su una rosa di papabili aspiranti sindaco.

Il Carroccio sondaggista

Claudio Fazzone, Nicola Calandrini e Claudio Durigon

Sono “almeno quattro” sui cui nomi – c’è anche quello di una donna – il riserbo è comprensibilmente totale. La conclusione di questo sondaggio potrebbe a quel punto accelerare la nuova convocazione di questo tavolo regionale. Tavolo chiamato, dopo Latina, a ufficializzare le candidature a sindaco del centro destra di quei comuni in cui ci sarà il ricorso all’eventuale turno di ballottaggio. Il tempo comincia a ridursi e molti, a questo punto, cominciano a “tifare” per il rinvio del voto amministrativo in autunno.

Cioè quando la campagna vaccinale anti Covid potrebbe arrivare a buon punto. Ma la politica, quella seria, deve fare le sue scelte e non confidare negli escamotage derivanti dell’emergenza sanitaria. Sarebbe una foglia di fico poco lungimirante ed edificante.

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