Le lettere dell’abate all’ambasciatore e gli affari nascosti dietro alla Cawendish Road

L’abate di Montecassino dom Donato Ogliari non porge l’altra guancia. Ma nemmeno scende al livello dell’ambasciatore di Varsavia a Roma Tomasz Orlowski che due giorni fa gli ha scritto una lettera dai toni sprezzanti e l’ha pubblicata su Facebook senza nemmeno attendere che venisse recapitata al destinatario (leggi qui il precedente)

 

Il pastore mandato da Papa Francesco in persona a guidare la millenaria abbazia benedettina ha deciso che risponderà a sua eccellenza: pure lui con una lettera. E non la renderà pubblica. Tanto per ricordare alla feluca polacca che in Italia non abdichiamo alle norme elementari sulla buona educazione.

 

La scriverà domani, al rientro da Sant’Anselmo (Roma) dove è impegnato nei lavori del Capitolo benedettino Sublacense Cassinese: è una delle congregazioni monastiche di diritto pontificio che costituiscono l’Ordine di San Benedetto; dom Donato domani potrebbe essere eletto presidente, succedendo all’abate Bruno Marin. E poi si metterà allo scrittoio.

 

La sua missiva non sarà l’unica. Un’altra la sta preparando uno studio legale di Cassino. Non conterrà alcuna citazione in giudizio. Nel plico verrà messa la documentazione dalla quale emerge il dubbio che forse l’ambasciatore Orlowski si è lasciato tirare per la giacca, sulla storia del pedaggio da pagare per attraversare la Cawendish Road, adesso che l’abbazia l’ha affittata ad un privato per un progetto di valorizzazione culturale e turistica.

 

Cosa dicono quei documenti. Innanzitutto fanno il riassunto dei fatti. Da tre anni un’associazione organizza una scarpinata sui luoghi della memoria a Montecassino, percorrendo la mulattiera trasformata in strada per carri armati dai genieri neozelandesi nel 1944 e dove combatterono i soldati polacchi; quest’anno l’associazione sostiene di avere ricevuto la richiesta di pedaggio, pari ad un euro a persona, dalla società che ha preso in affitto l’area delle antiche masserie benedettine, su cui passa anche la Cawendish Road; l’affittuario nega d’avere chiesto un dazio ma sostiene di avere fatto notare che l’alto numero di partecipanti annunciati (circa settecento) imponeva un’assicurazione ed una vigilanza sui ruderi appena riportati alla luce nell’ambito del piano di valorizzazione.

 

Poi vengono allegate alcune evidenze. Dalle quali traspare che a lucrare su quella zona sono in tanti. E da tanto tempo. Tra questi, proprio alcune delle associazioni rivoltesi all’ambasciata per sollecitarne l’autorevole intervento. Non tutte. Ma alcune si. Nella lettera si citano – ad esempio – le escursioni a pagamento che vengono organizzate da un’associazione in particolare, al costo di circa 13,5 euro ad escursionista «per pagare la guida ed il pranzo al sacco»; ma a ora non potrà più farlo proprio a causa dell’affitto concesso da Montecassino alla società Albaneta Farm.

Nel caso della marcia sulla Cawendish Road ogni escursionista pagava 5 euro: nella relazione per sua eccellenza Orlowski si spiega che il fornaio incaricato di fornire acqua e merenda per la passeggiata prendeva 3 euro a pasto; nella disponibilità degli organizzatori – evidenzia lo studio legale – rimangono i restanti due euro a persona più quasi mille euro dati dagli sponsor presenti nella locandina «Legittimamente – scrivono gli avvocati dello studio – ma non si comprende per quale motivo l’ambasciatore non lo giudichi mercimonio, mentre lo fa con il progetto che sta organizzando Montecassino, finalizzato a riportare alla luce l’antico monastero in cui padre Ignazio da Loyola scrisse la regola fondamentale dei gesuiti e nel quale c’era il primo gruppo di amanuensi».

 

Non è tutto. Tra i documenti preparati per l’ambasciata di Varsavia a Roma ci sono alcuni atti di enti pubblici: risulta che negli anni scorsi abbiano versato fondi con i quali finanziare la camminata. Altri documenti portano l’intestazione del Consiglio Regionale del Lazio e sollecitano iniziative «finalizzate allo sfruttamento economico e turistico della Cawendish Road»: sono richieste di finanziamento, progetti, proposte. Non sono state messe a punto dall’abbazia e tantomeno da dom Ogliari.

 

Ma allora, Tomasz Orlowski ed i suoi eroici compatrioti che morirono sull’Albaneta, fossero stati messi in mezzo ad uno scontro tra due diverse cordate che puntavano entrambe a sfruttare la Cawendish Road?

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