Le mascherine ai malati frantumano l’opposizione

Foto © Gustavo Fring / Pexel

Il caso delle mascherine da distruire agli ammalati di Anagni innesca una polemica politica. Che dimostra solo la forza del sindaco. E l'ulteriore frantumazione delle opposizioni. Ecco perché

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Duole un po’ tornare a ripetersi; ma la realtà dei fatti è che, durante l’emergenza Covid 19, ad Anagni la maggioranza (anzi, il sindaco) si rafforza. E mette in campo un’idea di progetto su quello che sarà il futuro della città. Discutibile quanto si vuole, tutta da dimostrare, al di là degli annunci che, per ora, hanno quasi soltanto un forte valore mediatico (esempio; sull’opportunità di trasformare l’ex ospedale in reparto Covid, al di là dei tanti impegni, c’è qualcosa di nuovo?). Ma un progetto c’è. L’opposizione invece tende a frantumarsi ed a procedere, al di là dei tanti annunci, in ordine sparso. (leggi qui Coronavirus, la linea calda di Natalia e Lorusso sull’ospedale di Anagni e leggi anche Dopo Covid-19, «La mia città green, smart, produttiva: nessuno provi a fermarci»).

Il caso delle mascherine

Protezione civile durante la distribuzione delle mascherine

L’ultimo caso è quello delle mascherine per i malati. Riassunto delle puntate precedenti: ad Anagni qualche giorno fa il sindaco Daniele Natalia annuncia che in città verrà attivato un servizio di distribuzione, presso l’ex ospedale, delle mascherine per i malati oncologici o sofferenti di altre patologie.

Lo scopo, ovviamente, è quello di tutelare la salute di chi, già fragile di per sé, potrebbe subire serie conseguenze in caso di contagio da coronavirus.

Un’iniziativa che viene però criticata dal gruppo di Anagni cambia Anagni. Con motivazioni che vanno dalla violazione della privacy (il malato che va all’ex ospedale a chiedere la mascherina di fatto rivela a tutti la sua malattia) agli aspetti organizzativi spiccioli (che ordine per il ritiro? Chi stabilisce a chi devono andare le mascherine?). 

Ed è qui che interviene Antonio Necci, consigliere comunale. Che prende nettamente le distanze dalle dichiarazioni di Anagni cambia Anagni. Sposando in tutto e per tutto l’iniziativa dell’amministrazione e tacciando di strumentalizzazione le critiche del gruppo di Nello Di Giulio.

Il problema, qui, non è ovviamente il merito; si può discutere o meno sulla bontà del progetto. Il problema è che, almeno in teoria, Anagni cambia Anagni ed Antonio Necci sarebbero compagni di opposizione. Mentre, con tutta evidenza, camminano su strade nettamente separate.

Contrasti interni

Antonio Necci

Del resto, che Necci oramai da tempo avesse imboccato una strada, per così dire, filo governativa, era evidente. Ma che arrivasse alla critica diretta ad una lista di quella minoranza a cui appartiene non si era mai visto. 

Contrasti interni che rendono ancora più fragile il peso dell’opposizione. Che rischia di esser gravata dalla prossima uscita di scena anche del consigliere Gianluigi Ferretti. Del quale si dice già che non si ricandiderà alle prossime provinciali. E che anche la sua carriera in comune sarebbe prossima allo stop.

Su Ferretti, come noto, pesa la sua posizione ambigua; all’opposizione di Fdi come consigliere comunale di minoranza ad Anagni; assieme a FdI in provincia. Un nodo che Ferretti non ha mai sciolto. E che è diventato sempre più stridente man mano che il gruppo comunale di Fdi è diventato più forte.

Daniele Natalia e Riccardo Ambrosetti

Anche sul piano dell’immagine: le ultime polemiche politiche (come quella che ha opposto l’ex grillino Fernando Fioramonti alla maggioranza sul progetto Fase 3 per Anagni) sono state condotte non dal sindaco ma da Riccardo Ambrosetti. Che, per inciso, dopo il sindaco, è il politico locale che frequenta di più il palazzo comunale. Anche nonostante le richieste che, dicono, gli sarebbero arrivate più volte dallo stesso sindaco per limitare le sue uscite in pubblico. Se non altro per dare il buon esempio ai cittadini in tempo di quarantena.

Ma non c’è niente da fare. Er Pomata di San Filippo è così. Plateale. Anche se c’è il coronavirus.

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