Le mosse della Lega per fare il pieno di voti nel Lazio

Cosa c'è dietro alla nomina di Francesca Gerardi a vice coordinatore del Lazio. I rumors che coinvolgono Di Stefano e Ciacciarelli. Ma anche Nicola Ottaviani: il cui nome torna a circolare per la guida della Regione Lazio se Durigon...

La nomina di Francesca Gerardi a vice coordinatore della Lega nel Lazio è il chiaro segnale politico che nella Fase 2 i Partiti saranno chiamati ad effettuare con un tagliando sui territori prima di rimettere in pressione i motori. Non per un banale controllo: bensì per modificare gli assetti e bilanciarli sulla base delle criticità venute a galla nella Fase 1. La Lega si è mossa per prima, gli altri la seguiranno nei prossimi giorni.

La Lega all’esame Lazio

Francesca Gerardi

La nomina alla deputata di Pontecorvo fornisce una serie di chiavi per la lettura della situazione politica interna alla Lega. Matteo Salvini ha perso le elezioni in Emilia Romagna: una sconfitta anche nel Lazio indebolirebbe in maniera concreta la sua leadership ed aprirebbe la strada ad un modello diverso di Lega. Più proiettato sui territori e le politiche concrete, meno basato sugli slogan ad effetto. È il tipo di leghismo che ha messo in evidenza durante la Fase 1 il governatore del Veneto Luca Zaia.

Il Lazio è l’esempio concreto del limite che affligge la Lega di oggi: nelle Regionali del 2018 il Carroccio ha preso sui territori solo 1 preferenza al candidato locale ogni 4 voti ottenuti dal Partito. È stata una vittoria delle strategie di Matteo Salvini. Non indica alcun radicamento territoriale. Infatti, al momento di eleggere i sindaci nulla è stato raccolto: zero in provincia di Frosinone e di Latina. L’unico sindaco di capoluogo nel Centro Italia è Nicola Ottaviani eletto però in Forza Italia e poi passato alla Lega.

La cartina di Tornasole è il viterbese con i risultati raccolti dal senatore Umberto Fusco: tanti sindaci e consiglieri comunali, frutto di un radicamento coltivato per anni. Anni nei quali il leghismo a Latina muoveva i primi passi (infatti ha ottenuto due parlamentari) mentre in Ciociaria era ancora un fenomeno pittoresco.

Matteo, Francesca e… Luca

Il capogruppo della Lega a Sora Luca Di Stefano

La nomina di Francesca Gerardi indica che Matteo Salvini diceva sul serio la settimana passata. Avvisava che si sarebbe letteralmente trasferito nel Lazio. Sarà sul posto con la stessa intensità e passione mostrate nella campagna di Emilia Romagna. Dove non ha vinto ma ha comunque ottenuto un risultato straordinario in termini di voti.

La parlamentare con ogni probabilità verrà schierata alle Regionali nella lista di Frosinone, confermando così le ipotesi avanzate già nei mesi scorsi da Alessioporcu.it. Il suo ruolo in questa fase sarà quello di seminare quel consenso necessario per raccogliere le preferenze mancate la volta scorsa.

La logica vuole che nei prossimi giorni ci sia anche un segnale concreto per Luca Di Stefano, il capogruppo leghista di Sora che fino ad oggi non ha sbagliato una sola mossa politica. Resistendo alle tentazioni di passare in maggioranza dove avrebbe trovato Fratelli d’Italia: ora può rivendicare il ruolo di vero avversario dell’amministrazione uscente guidata da Roberto De Donatis. Proprio lo stesso ragionamento che ha portato la Gerardi al vice coordinamento regionale vuole che un ruolo politico provinciale (il vice coordinamento) venga individuato per un dirigente come Luca Di Stefano che sarà decisivo per le preferenze su Sora. Sia in chiave comunale che, soprattutto, alle Regionali.

Logico attendersi anche novità per Pasquale Ciacciarelli. Il consigliere regionale arrivato da Forza Italia dovrà avere un ruolo più definito. Il periodo del noviziato è già durato abbastanza: se la Lega vuole vederne i risultati dovrà definirgli un assetto meno schiacciato da quello attualmente ricoperto da Francesca Gerardi. che è anche coordinatore provinciale.

Il jolly Nicola

Nicola Ottaviani Foto © Giacomo De Angelis

Rumors e nulla di più assicurano che al momento la Lega starebbe valutando la possibilità di individuare nomi alternativi a quello di Claudio Durigon per la candidatura a Governatore del Lazio. Cosa ha che all’improvviso non va, l’ex sottosegretario al Lavoro? L’unico capace fino ad oggi, insieme a Francesco Zicchieri, di imporre un’organizzazione alla Lega nel Lazio. Il papà di Quota 100.

Nulla. Ma c’è uno scenario di politica economica che non può essere sottovalutato. Se la Fase 2 dovesse durare troppo, se le speculazioni internazionali dovessero tornare a prendere di mira i risparmi degli italiani (la nostra naturale propensione al risparmio fa si che sui conti correnti degli italiani ci sia molto molto più di quanto hanno in media addirittura i ricchissimi tedeschi) c’è la possibilità di tensioni sociali. Colpire l’Italia, del resto, vuole dire mettere sotto tensione l’Euro.

In quel caso sarebbe necessario o un rapido ritorno alle urne per varare un governo con il pieno mandato del risanamento oppure (ipotesi meno probabile) il varo di un governo di salute pubblica. In entrambi i casi Claudio Durigon rappresenta una delle teste pensanti all’interno della Lega. E si comincia a pensare che confinarlo nel Lazio potrebbe non essere una buona scelta.

Tra le alternative viene tenuto in alta considerazione il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani: per i risultati portati, per la capacità amministrativa dimostrata, per la cultura e la dialettica che è capace di sfoderare, per l’agilità e la profondità di pensiero politico.

Rumors e nulla di più.

Poi tocca agli altri

Claudio Fazzone © Imagoeconomica / Rocco Pettini

Nei prossimi giorni toccherà agli altri. Su tutti, Forza Italia. Le trattative per la definizione del candidato sindaco a Sora ed il lockdown forniscono al coordinatore regionale Claudio Fazzone lo spunto per verificare se gli attuali ruoli amministrativi dei sub commissari provinciali Daniele Natalia (sindaco di Anagni) e Adriano Piacentini (presidente del Consiglio Comunale di Frosinone) gli lascino abbastanza tempo per occuparsi a pieno dell’attività di Partito. Se Rossella Chiusaroli (chiamata ad occuparsi anche di un’area differente dal suo cassinate) sia più utile nel collegio di riferimento che altrimenti rischia di rimanere scoperto oppure debba continuare a dividersi su due collegi.

Proprio per gli stessi motivi della Lega, c’è da attendersi che anche Claudio Fazzone inizierà a breve una revisione della situazione. Per bilanciare gli assetti.

Il che confermerebbe che l’aria di elezioni non è solo una vaga sensazione.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright