Le troppe occasioni perse a Frosinone

Il Dea di secondo livello è previsto all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Non a Frosinone. Si sa da anni. Eppure i nostri politici ne continuano a parlare, come di ipotesi possibile. Sottolineano che, considerando gli ospedali di Frosinone ed Alatri, ci sono più accessi rispetto al Pronto Soccorso di Latina.

Però il punto è un altro: a Frosinone non ci sono i reparti e le condizioni tecniche per il Dea di secondo livello. Punto e basta.

Un tema della campagna elettorale del capoluogo potrebbe essere quello delle tantissime occasioni perse negli anni: non una sede Universitaria (a Cassino), non l’interporto per lo scambio merci (evaporato in pochi secondi dopo anni di annunci mirabolanti), non lo scalo aeroportuale civile (ma altrove, in centri della stessa dimensione, l’hanno realizzato), non la sede distaccata della Corte di Appello di Roma, non l’Ente Fiera nell’area vicino al casello autostradale, non il Parco Giochi (che è stato realizzato a Valmontone).


Nessuno però in questi anni ha mai promosso un dibattito serio sulle occasioni perdute da Frosinone. Nemmeno si è pensato che la continua emorragia di residenti alla fine avrebbe rappresentato un problema, semplicemente perché intanto Latina cresceva.

Infatti nella sanità il capoluogo pontino è prevalente, in quello sindacale ed industriale pure.
 Cassino ha l’Abbazia, l’Università e lo stabilimento della Fca.
 A Frosinone qualcuno si è mai posto da una prospettiva simile?

Il dibattito politico avviene sugli scontri personali, su chi fa le primarie e chi no e su altri temi minimali. Su chi può far perdere chi.


Da quanto tempo la città di Frosinone non esprime un ministro, un viceministro, un sottosegretario, un assessore regionale, un presidente della Provincia?


Attenzione però, in questo momento ci telefona l’avvocato del diavolo per dirci: “Ma perché, quando ci sono stati è cambiato qualcosa? Oppure nell’intera provincia altri hanno favorito il salto di qualità? ”.

Siamo costretti ad ammettere che ha ragione lui: l’avvocato del diavolo. 
Al quale domandiamo: allora perché la gente ha continuano e continua a votare sempre gli stessi?
L’avvocato del diavolo si arrabbia: “Ma scusi, la colpa è di chi vota o di chi in quelle postazioni mette sempre gli stessi? Semmai bisognerebbe arrabbiarsi con quei politici che non si ribellano mai ai loro capi”.

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