Le punture di spillo nella Sartoria Vittorione di Sora

Ernesto Baronio

Conte del Lungoliri

di Ernesto BARONIO
Conte del Lungoliri

 

 

Increduli, alcuni testimoni oculari hanno quasi gridato al miracolo vedendo il buon Vittorione Di Carlo svolazzare come una libellula dopo che il già vicesindaco di Sora e consigliere provinciale, ma soprattutto skipper di Batman Fiorito ai tempi in cui possedevano una barca, ha letto il nostro resoconto sulla polentata alvitana organizzata dal sindaco, sua eccellenza architetto Roberto De Donatis. (leggi qui Troppi assenti alla polenta del sindaco)

Ci ha messo meno di un nano secondo Vittorione per calcolare che i numeri della maggioranza consiliare. E’ convinto che si siano ribaltati a suo favore. In che modo fa i conti, il provetto camiciaio sorano al quale è rimasta la passione per la sartoria politica?

Vittorione dal braccino corto parte da 12: è il numero dei consiglieri, sindaco compreso, che compongono la maggioranza di Sua Eccellenza De Donatis.

Se è vero che a nulla sono servite le scatole di Maalox per lenire i mal di pancia del maresciallo Antonio Farina e quelli del piddino Natalino Coletta, la maggioranza dei dodici si assottiglierebbe a dieci consiglieri. E allora, a questo punto, diventano fondamentali per il proseguo della consiliatura i voti forzisti di Serena Petricca e quelli di Alessandro Mosticone. Cioè di colui che la settimana scorsa, durante la riunione di maggioranza ha detto: «Qui tra di voi qualcuno mi ha fregato» sostenendo che gli siano mancati due voti alle Provinciali, dove ne contava 7 da Sora e 3 dai centri della fascia leggermente minore e invece ne ha avuto 5 da Sora e 5 dai Comuni di media dimensione. «Quindi in due non mi hanno votato». (leggi qui)

La qual cosa non gli è proprio andata giù. Riferiscono che ogni giorno dedichi buona parte della mattinata a girare per la città gridando la sua rabbia per “essere stato tradito e trombato” da qualcuno dei consiglieri della maggioranza De Donatis. E per ogni ora che passa, il prezzo del ristoro si alza vertiginosamente.

Vittorione dal braccino corto e la forbice lunga, che di questo tipo di politica, è docente universitario, sta gettando benzina sul fuoco del malcontento forzista nella speranza di riprendersi il suo posticione in giunta.

E, soprattutto, di consumare la sua vendetta nei confronti di chi lo ha abbandonato dopo le elezioni. Vittorione ce l’ha con Lino Caschera. Dice che deve a lui le sue fortune elettorali e non solo. «Prima di incontrare me – avrebbe esclamato l’ex vice sindaco – Caschera lo conoscevano solo alla Selva per la sagra della castagna e del vino».

Non minore rabbia il camiciaio Di Carlo palesa, in privato e in pubblico, contro Antonio Lecce; anche lui reo di averlo relegato ai margini della politica sorana abbandonandolo e portandosi dietro tutto il bottino in termini di voti di “proprietà di carliana”.

Qualche puntura di spillo la riserva anche al suo ex sodale Giacomino Iula da Matera, bollandolo come una sorta di achilleide personaggio che – mentre lui è impegnato a combattere gli achei di De Donatis asserragliati nelle mura di Troia – per dispetto se ne sta allungato sul triclinio ad assaporare uva e deliziarsi dei piaceri del riposo.

In ultimo, ma non per ordine di importanza, Vittorione non si capacita del “tradimento” di Maurizio Tomaselli che ha preferito mollare il suo mentore per accettare il ruolo nientepopodimeno di portavoce ufficiale e interlocutore con il sindaco De Donatis dei Baratta Boys.

Novità nello scenario politico arriveranno dall’ennesima riunione chiarificatrice (o demolitrice) della maggioranza. Sul Lungoliri si dice che a breve ci saranno grosse novità.

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