Le radici del malcontento di Cassino: grandeur perduta, i caos 2006 e 2011

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La rivolta del centrosinistra nel cassinate ha radici profonde. E nasce da situazioni precise: l’assurda gestione della tornata elettorale per le Comunali da parte della Federazione provinciale del Pd è solo la parte finale di un malcontento che dura da circa vent’anni. Cioè da quando è finito il lungo periodo della predominanza politica del Cassinate su tutta la politica provinciale.

Negli anni Settanta e Ottanta i presidenti della Provincia di Frosinone erano tutti del Sud: Domenico Gargano (Cassino) Antonio Grazio Ferraro (Cassino), Massimo Struffi (Arpino), Valentino D’Amata (Pontecorvo), Mario Coratti (Monte San Giovanni Campano), Orazio Riccardi (Atina); stesso discorso per la presidenza della Camera di Commercio, guidata in quello stesso periodo da da Angelo Picano (Cassino) e Luigi Annunziata (Sora); il Sottosegretario di Stato Angelo Picano era di Cassino, la segreteria provinciale della Democrazia Cristiana era nella robuste mani di Franco Costanzo (Coreno Ausonio) mentre il Partito Socialista (la seconda forza della coalizione di governo) era cosa di Giuseppe Paliotta (Esperia).

Non è nostalgia per una grandeur perduta quella sulla quale stanno soffiando da Cassino. Ma è la ribellione al sospetto che si stia impedendo in modo scientifico che possa rinascere un’egemonia Cassinate sulla politica provinciale di centrosinistra. Evitando che prendano dimensione nuove figure di riferimento. A partire dal sindaco di Cassino.

I sospetti nascono dai risultati degli interventi compiuti da Frosinone sulle ultime tre elezioni comunali in città.

E’ il 2006. Il Partito Democratico non è ancora nato ma ci sono i suoi due nuclei sui quali verrà fondato: Margherita e Democratici di Sinistra. Le Sezioni cittadine devono esprimere un candidato da portare al tavolo delle trattative sul quale poi raggiungere una sintesi unitaria. I Ds puntano sul nome di Peppino Moretti, vicesindaco in carica negli anni Novanta durante il primo governo di Giuseppe Golini Petrarcone; la Margherita segue lo stesso ragionamento e punta sul giornalista Michele Giannì, volto televisivo di Gari Tv, presidente del comitato promotore dell’Ulivo a Cassino, segretario cittadino della Margherita che ha appena ceduto nelle mani di Roberto Iovine. Il dibattito dovrebbe partire da lì. Ma nemmeno si fa in tempo ad aprirlo. Interviene il Provinciale: Francesco Scalia, presidente della Provincia di Frosinone lanciatissimo verso la guida regionale della Margherita, si inserisce nel dibattito con un ordine perentorio: «Il candidato è Tullio Di Zazzo». Ma è stato il sindaco di Forza Italia, quello contro il quale ci siamo battuti cinque anni fa obietta qualcuno; e poi si rischia di sfasciare l’alleanza di centrosinistra, evidenziano altri. «A costo di sfasciare, il nostro candidato è Tullio». Perché? Tullio Di Zazzo era consigliere provinciale forzista, con quell’operazione Scalia se lo porta in maggioranza e lo traghetta nella Margherita in cambio della candidatura a sindaco di Cassino.

I Ds si trovano senza candidato: Peppino Moretti ha ben chiaro che senza la Margherita non potrà giocarsi la partita avendo ragionevoli margini di vittoria e decide di ritirarsi ad Esperia dove varà il sindaco per i dieci anni successivi. Sono costretti allora a ripiegare sull’ingegner Attilio Perna , matrice socialista, proposto da 17 esponenti della cultura cassinate, soprattutto un candidato al quale gli stessi Ds avevano detto no pochi mesi prima, respingendo l’ipotesi di un candidato della società civile.

Risultato del 2006? Il centrosinistra perde le elezioni per 180 voti e riconsegna la città al centrodestra di Bruno Scittarelli.

I vertici provinciali del Partito mettono il becco anche nelle elezioni comunali del 2011. E decidono di non appoggiare Giuseppe Golini Petrarcone cioè il sindaco che aveva governato dal 1993 al 1997 strappando la città a mezzo secolo di guida democristiana. Decidono invece di convergere su Iris Volante candidata espressa dall’Udc della potentissima zarina del Partito Anna Teresa Formisano, dominatrice quasi assoluta dello scudo crociato in Ciociaria, ascoltatissima a Roma dal leader Pierferdinando Casini, già presidente dell’assemblea Stato – Regioni sui Servizi Sociali e ora deputato. Perché il Pd ed i Socialisti convergono su Volante? Francesco De Angelis deve accettare quella candidatura nell’ambito di un patto provinciale che prevede un candidato Pd al Comune di Frosinone, un candidato Socialista al comune di Ceccano ed un candidato Udc, con accordo di mutuo appoggio e reciproca assistenza.

Risultato del 2011? Il centrosinistra perde e Giuseppe Golini Petrarcone vince le elezioni senza l’appoggio del Partito Democratico ma sostenuto da IdV, Prc e Sel.

Le segreterie provinciali mettono il becco sulle elezioni comunali di Cassino anche nel 2016. Con il risultato di perdere ancora una volta e riconsegnare la città al centrodestra. Cosa ci sia stato davvero dietro, lo scopriremo solo nei prossimi anni.