Le rivoluzioni morbide: di Zingaretti l’inclusivo e Ottaviani l’immobile (di C. Trento)

Sembrava che tutto fosse definito. E avviato a durare tantissimo. Invece la politica dei tempi attuali è supersonica. Zingaretti rivitalizza il centrosinistra. L'attesa di Ottaviani costringe la Lega a considerarlo il calibro da 90 che è

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Effetto Zingaretti

Una settimana fa Nicola Zingaretti si apprestava ad essere eletto segretario del Pd alle primarie. Lega e Movimento Cinque Stelle sembravano un monolite indistruttibile. Oggi sembra che tutto possa cambiare, perché ormai le accelerazioni della politica italiana avvengono a velocità supersonica. In realtà, indipendentemente dalla questione Treno Alta Velocità (evitiamo l’articolo per non scatenare il grottesco tormentone), la domanda è: può un “contratto di governo” diventare la bussola politica di un Paese come l’Italia?

La risposta è no. Perché servirebbe un programma vero, con una maggioranza politicamente solida oltre che numericamente forte. Occorrerebbe un Presidente del Consiglio che andasse oltre le funzioni di notaio o di mediatore. Così come non si è mai visto che parlamentari eletti per assumersi delle responsabilità svicolino ogni qual volta “il gioco si fa duro”, preferendo delegare le decisioni vere alla piattaforma Rousseau.

Adesso il Movimento Cinque Stelle, dopo le batoste in Abruzzo e in Sardegna, si trova ad un bivio decisivo: vivere o morire. Politicamente s’intende. La Lega finora è cresciuta, anche e soprattutto per le “scivolate” dell’alleato. Matteo Salvini, però, sa perfettamente che il punto di saturazione della crescita è vicino e che poi la curva potrebbe iniziare a scendere.

Non può sbagliare neppure lui. Nicola Zingaretti ha vinto le primarie del Pd al momento giusto. Dando immediatamente due sensazioni. La prima è quella di poter recuperare sia a sinistra che al centro, andando ad “aggredire” perfino l’area di quelli che un anno fa hanno lasciato i Dem per votare Cinque Stelle. La seconda è quella di voler immediatamente mettere in campo un’alternativa. Anche a livello parlamentare, dove i gruppi sono a stragrande maggioranza renziana.

Il minimo comun denominatore di questa operazione è il ritorno al bipolarismo originario: centrodestra da una parte, centrosinistra dall’altro. È questo il risultato più importante prodotto dalla vittoria di Zingaretti alle primarie del Pd. Con il traino della partecipazione ovviamente.

Ma i Dem locali non possono montarsi la testa

La provincia di Frosinone è la più zingarettiana d’Italia. Con il suo sostanziale 91%. Ma questo non rappresenta una novità: Francesco De Angelis non deve dimostrare più nulla sul piano della leadership. Da anni il Pd locale mostra i muscoli ogni qual volta (capita molto spesso) ci sono le primarie.

Però bisogna avere il coraggio di guardare in faccia anche l’altra metà del cielo. Restando sul territorio, il Pd ha perso due volte le elezioni comunali di Frosinone, è uscito sconfitto a Cassino, Sora e Ceccano. Non ha sfondato alle politiche. E resta profondamente diviso al proprio interno.

Il fatto che il segretario Domenico Alfieri abbia dovuto dire che chi effettuerà scelte al di fuori del partito sarà espulso, è un segnale di debolezza politica. Perché è evidente la preoccupazione per quello che potrebbe succedere a Cassino e magari alle provinciali. Perfino in una roccaforte come Isola del Liri.

In questi anni, nei Comuni, o le primarie non si sono fatte (Frosinone) o, dove si sono fatte (Ceccano), gli sconfitti hanno preso altre strade. Nicola Zingaretti ha chiesto un Partito leggero, efficace e unito. Sicuri che le espulsioni, per chi non si allinea, facciano parte di questa idea di Pd? O che piuttosto non ricordino un modus operandi più vicino ai Cinque Stelle?

Nicola Ottaviani, il Carroccio e Forza Italia

Non siamo appassionati ai tempi di ingresso del sindaco di Frosinone nella Lega. Adesso si parla della seconda settimana di aprile. Il punto vero è rappresentato dalle dinamiche nazionali e dalle prospettive. Perché Nicola Ottaviani non concorrerà alle Europee e neppure alle Regionali (quando ci saranno).

La sua destinazione “naturale” sarebbero le politiche, con una candidatura alla Camera nel collegio del maggioritario. Quello dove il 4 marzo 2018 è stato eletto Francesco Zicchieri. La “vulgata” racconta che Zicchieri la prossima volta potrebbe essere candidato in provincia di Latina. Ma è proprio così? Perché la sensazione è che siano i livelli locali del Carroccio a non fare i salti di gioia per l’ingresso di Nicola Ottaviani.

Perfino l’auspicio “attendiamo con ansia la sua adesione” sembra la mossa di una partita a scacchi nella quale conta molto la tenuta nervosa.

Per quanto riguarda Forza Italia, venerdì verrà eletto Tommaso Ciccone coordinatore. Mario Abbruzzese si è ripreso la gestione del Partito sul territorio. E adesso che succede? Forza Italia ha perso molti “pezzi” e diverse “battaglie”. Ci sarà una riflessione autocritica? Oppure le possibili elezioni politiche anticipate spingeranno tutti, Abbruzzese in primis, a concentrarsi sulle candidature?

Perché in questo caso sarà difficile uscire dalle “secche”.

Al Comune di Frosinone è tempo di bilancio

Riunione a tre venerdì sera: il sindaco Nicola Ottaviani, l’assessore Riccardo Mastrangeli, il presidente del consiglio comunale Adriano Piacentini. Uno solo il tema del confronto: il bilancio.

Il taglio delle risorse a livello nazionale preoccupa molto, considerando anche che il Comune è in una procedura di rientro dal deficit. Non sarà semplice, soprattutto perché di alternative non sembrano essercene molte: o si aumentano i tributi locali oppure i costi dei servizi a domanda individuale. Tra i quali anche i servizi sociali, punto del quale l’assessore Massimiliano Tagliaferri non vuole neppure sentir parlare.

Pure negli anni scorsi Tagliaferri ha dovuto battere i pugni sul tavolo su questo punto. Si profila un dibattito acceso all’interno della maggioranza. Intanto il presidente del consiglio comunale Adriano Piacentini (che si è dimesso da coordinatore-commissario degli “azzurri”) ha fissato la data della prossima seduta del consiglio comunale: 15 marzo, alle ore 18.30. Contemporaneamente ci sarà il congresso provinciale di Forza Italia, all’Astor. Soltanto una coincidenza? Forse.

Ma in ogni caso appare evidente come nel centrodestra, anche a livello cittadino, la temperatura politica è incandescente.

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