Le stanze vuote senza più Carlo Maria (Conte della Selvotta)

Il giorno dopo la fine. Stanze vuote in municipio. Ora si pensa alla data delle elezioni. E si preparano le liste per la prossima tornata.

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Un ingente sciame di api invase il Foro di Cassino”. ANNO CCVIII a.C. Tito Livio Libro XXVII.
Cassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Aula consiliare.
Montecassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Albaneta.

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L’AULA E’ VUOTA, API DELUSE

L’aula consiliare del comune di Cassino è vuota. L’ultima assise risale al 28 dicembre 2018.

I guai seri per il sindaco Carlo Maria D’Alessandro cominciarono quella sera, o meglio quella sera esplosero in maniera eclatante per la prima volta con l’abbandono dell’aula di tre consiglieri di maggioranza, Rossella Chiusaroli, Antonio Valente e Gianluca Tartaglia. Si rifiutarono di votare una variante urbanistica. Tre giorni dopo, il 31 dicembre alle 10 del mattino il sindaco nominò Franco Evangelista assessore ai Lavori Pubblici e manutenzione senza avvisare il capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli. Da lì la guerra di logoramento fino all’epilogo delle dimissioni di massa. (leggi qui La grande manovra per disinnescare i dissidenti usando Evangelista)

L’asilo dei bambini, capricciosi, ha chiuso in anticipo. Ora l’aula è vuota. In attesa di alunni cresciuti.

Lo sciame d’api, immortalato da Tito Livio più di due secoli fa, adesso si sta annoiando. Gironzola sugli affreschi che ricordano il trattato di pace di San Germano  (Cassino) firmato il 20 luglio 1230 tra l’imperatore Federico II di Svevia e papa Gregorio IX. L’imperatore accordava l’amnistia a tutti i suoi nemici e revocava il bando contro la Lega lombarda. 

I POLTRONISTI E I TRADITORI

D’Alessandro nella sua veemente autodifesa ha coniato un nuovo vocabolo. “Sono stato tradito dai poltronisti”. E chi sono? “Tutti quelli che venivano a chiedere qualcosa mentre io lavoravo.” Ed ora sono rimasti tutti senza poltrona, lui compreso. (leggi qui Traditori e affaristi infiltrati in Comune: l’addio al veleno di D’Alessandro)

Perché è stato cacciato Carlo Maria? La risposta dei suoi ex alleati: Se l’è cercata. Come diceva il divino Giulio Andreotti.

IL VIZIO DEL CENTRODESTRA

Per ben tre volte in questo primo scorcio di secolo il centrodestra di Cassino, pur governando, si è autodistrutto con tre sindaci cacciati in malo modo, sfiduciati da infedeli ma fedeli ad altri.

Il 17 agosto 2000 alle 9 del mattino venne sfiduciato il sindaco Tullio Di Zazzo, ingegnere, da 16 consiglieri comunali. Due giorni prima aveva indossato per l’ultima volta la fascia tricolore alla processione della Madonna dell’Assunta circondato anche dai prossimi traditori. Il tradimento, ricorda il cronista antico Domenico Tortolano richiamato con urgenza dalle vacanze marine, avvenne senza preavviso, nel massimo silenzio. Poi il commissario e nel 2001 vinse per il centrodestra Bruno Scittarelli per il suicidio del centrosinistra suddiviso in vari schieramenti come era avvenuto nel 1997 che permise la vittoria a Di Zazzo.

Scittarelli, a sua volta, venne sfiduciato in aula il 20 luglio 2010 (ad opera di Mario Abbruzzese). E nel 2011, con il centrodestra diviso, vinse il centrosinistra guidato da Giuseppe Golini Petrarcone.

Il 18 febbraio 2019 è toccato ad un altro ingegnere, Carlo Maria D’Alessandro, sfiduciato da 15 consiglieri comunali tra i quali quattro della sua maggioranza. (leggi qui Bye bye Carlo Maria: dimissioni in massa. Fine del governo D’Alessandro)

LA VENDETTA DELLA LEGA

Carlo Maria D’Alessandro è caduto, non per i quattro infedeli, raccontano al Conte della Selvotta, ma per una vendetta, crudele, della Lega. Perché se la Lega fosse rimasta in maggioranza non ci sarebbe stata la rivolta guidata con forza da Rossella Chiusaroli.

Solo colpa, dicono, di Carlo Maria per aver cacciato il 26 aprile 2018 il vice sindaco Carmelo Palombo in malo modo. Un errore di strategia politica pagato caro. La caduta di Carlo Maria parte da quella data e con i successivi errori evidenziati dai quattro ribelli. E non per colpa dei poltronisti.

BENEDETTO LEONE SINDACO

L’ex cerimoniere abaziale Benedetto Leone ed ex assessore ed ex vice sindaco virtuale si è dimesso un mese fa fiutando la caduta ormai irreversibile di Carlo Maria. Una strategia studiata ad un tavolo della sua affollata osteria del Santo Bevitore. (leggi qui Ora è crisi di nervi. Leone si dimette. D’Alessandro: «Avevo detto di non farlo») Da quel giorno Leone si è rifugiato nella sua Terelle a potare il vigneto, come Lucio Quinzio Cincinnato, politico romano, console e dittatore vissuto nel 500 a.C.

Ora sta studiando da sindaco vista l’esperienza vissuta accanto a Carlo Maria. Forza Italia punterebbe sulla sua passione e sulla sua moderazione rispetto all’impetuoso e dalla voce altisonante di Carlone. (leggi qui E il benedettino Leone pensa a diventare sindaco)

CANDIDATI CERCANSI

Dopo la caduta comunale di Cassino Lega, Fdi e Forza Italia si sentono nudi non sapendo da dove ripartire. Lega e Fdi vorrebbero ripartire insieme alle liste civiche. E Forza Italia che fa? E i 4 ribelli con chi si schiereranno? Tutti rebus da risolvere subito.

E il Pd è costretto a ripartire e a rimettersi insieme a quelli che non permisero, ora pentiti, la vittoria di Petrarcone nel 2016. Adesso provano a non dividersi più per riconquistare l’aula.

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