Le strane elezioni: i nemici si abbracciano, i figli si candidano. Tutti i casi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Avversari per tutta la vita che si ritrovano abbracciati sotto lo stesso simbolo, urlatori scatenati da mesi che si sono dissolti nel momento di presentare le liste, ex sindaci che avevano giurato ‘mai più‘ e invece sono tornati in campo, figlie d’arte, recordman della fascia, strane coppie e facce di bronzo: c’è di tutto nelle candidature a sindaco presentate a mezzogiorno di oggi nei 24 Comuni della provincia di Frosinone chiamati alle urne.

A Cassino si candida Papa Francesco: curiosità rilevata questa mattina da L’Inchiesta Quotidiano che ci ha costruito anche il titolo ironico di prima pagina con il quale riassumere l’appuntamento elettorale. Naturalmente, il santo padre non scende in campo ma più semplicemente a presentare la candidatura è stato il signor Francesco Papa che aspira a diventare consigliere comunale nelle file di Riscossa Popolare

Nella città martire spiccano le assenze. Come quella di Meritocrazia Italiana: il movimento capitanato da Alessio Carlino che prometteva di rivoluzionare la città invece non sarà in campo. Impegnato nel confronto con gli altri schieramenti, non ha avuto il tempo necessario per mettere a punto la lista, che non è stata accettata per palesi carenze. Carlino annuncia ricorso.

Non ci sarà nemmeno Benedetto Leone: lo scorso anno aveva annunciato in pompa magna la sua candidatura a sindaco per il centrodestra, scatenando un putiferio. Al momento dell’annuncio aveva lasciato la sala Gabriele Picano e altrettanto aveva fatto dopo pochi minuti Niki Dragonetti. Leone ora non solo non si è candidato a sindaco ma nemmeno si conterà candidandosi a consigliere nelle file di Carlo Maria D’Alessandro .

Ci sarà invece Niki Dragonetti: sabato mattina si è sottoposto all’esame di antifascismo messo a punto dal sindaco Giuseppe Golini Petrarcone ed ha firmato la ‘Carta dei Valori Democratici ed Antifascisti‘ aderendo al progetto del sindaco sul quale per mesi ha sparato bordate politiche da ogni lato. Il mistero è se abbia più l’orticaria Dragonetti per essere finito in uno schieramento di centrosinistra, oppure il centrosinistra per essersi ritrovato Dragonetti tra i suoi sostenitori.

Con molta probabilità, Dragonetti e Gabriele Picano andranno in cura dallo stesso allergologo: un mese fa, quando ha annunciato la sua candidatura all’interno della biblioteca comunale, anziché illustrare il suo programma politico Gabriele Picano ha parlato solo contro l’amministrazione Petrarcone. Cioè quella che ora è andato a sostenere con una sua lista.

Le illuminazioni sulla via per Damasco sono avvenute anche su altri fronti. Ad esempio, il Laboratorio Civico ha chiuso l’attività forse vittima di una delle sue alchimie politiche: gli aspiranti stregoni che vi operavano si sono trasformati improvvisamente in leghisti dell’ultima ora, risvegliandosi candidati all’interno della lista Noi con Salvini.

C’è da divertirsi anche ad Alatri. Scorrendo le liste si scopre che Forza Italia appoggia l’elezione a sindaco dell’ex deputato Antonello Iannarilli, ma quasi tutti i forzisti che si riconoscono nelle posizioni di Mario Abbruzzese invece sono candidati nelle liste dell’avvocato Enrico Pavia.

Il sindaco uscente Giuseppe Morini rispetta la tradizione di Alatri che storicamente anticipa i tempi. Così, come nei primi anno 90, mentre la Dc scompariva da tutta l’Italia ad Alatri invece aumentava i voti, allo stesso modo oggi il sindaco è l’unico tra i candidati di un grande Comune ciociaro a mettere in campo una lista del Partito Democratico. A Sora hanno costretto la direzione provinciale Pd rinunciare al simbolo, a Cassino si sono annientati da soli. Morini è coerente: «Per me non è un ‘eresia dialogare con i Partiti quando si comportano bene».

A Sora l’ex presidente del consiglio comunale Giacomo Iula non si è candidato ma dichiara che sosterrà a spada tratta Roberto De Donatis. Che non ha raggiunto una sintesi politica con l’ex consigliere regionale Enzo Di Stefano. Duro e puro, De Donatis non ha voluto legami d’alcun genere con il passato: arrivando ad imporre a Forza Italia di ammainare il simbolo.

Ma l’ex sindaco ed ex consigliere regionale Enzo Di Stefano giocherà un ruolo non secondario: ha messo a punto la lista Insieme per Sora e farà convergere i suoi voti sul sindaco uscente Ernesto Tersigni, contro il quale si era schierato nella tornata di cinque anni fa. E’ una vendetta in piena regola nei confronti di chi pensava di poterlo mettere ai margini della politica Comunale e di evitare che potesse tornare ad aspirare in un ruolo regionale (i maligni sostengono che ci sia lo zampino di Mario Abbruzzese). Mettendo in campo una lista, Di Stefano tra un mese potrà dire: questo è il mio peso politico, vediamo chi ha fatto e chi ha perso l’affare.

A proposito di Sora il candidato grillino Fabrizio Pintori è il primo candidato 5 stelle d’Italia: quella di Sora è stata la prima lista grillina resa pubblica in città, solo Salerno aveva fatto prima ma non ha avuto la certificazione.

Aveva giurato ‘mai più’ Antonio Cinelli, capogruppo Pd alla Provincia di Frosinone: come Cincinnato, si era ritirato in campagna ad arare la terra del Partito, tracciando il solco dell’area di sinistra; come Ulisse si era fatto legare al palo della sua barca per resistere al canto delle sirene. Forse, però, la terra da dissodare era finita, o non avevano stretto bene i nodi: sta di fatto che all’ultimo momento Cinelli ha detto il fatidico si e si è ricandidato a sindaco.

A Supino invece non hanno mai sentito parlare né del signor Renzi Matteo da Firenze e tantomeno dei suoi strani concetti sulla rottamazione. Si candida a sindaco il dottor Alberto Volponi (deputato della Democrazia Cristiana per la prima volta nel 1987). E si candida Antonio Torriero (socialdemocratico della prima ora, già vice presidente della Provincia negli anni Ottanta) appoggiato dal sindaco uscente Alessandro Foglietta dopo una vita passata su fronti politici contrapposti a combattersi senza sconti. Hanno capito di avere sbagliato e adesso si ritrovano insieme.

A Roccasecca il sindaco Giovanni Giorgio è giunto al limite dei due mandati, scende in campo la figlia Gabriella ed in città gli avversari li accusano di avere scambiato la democrazia per una monarchia. Accadde anche a Castrocielo dove il professor Filippo Materiale , giunto al limite dei due mandati candidò la figlia Laura e poi dopo dieci anni ne prese nuovamente il posto. In giornata Filippo Materiale ha ripresentato la candidatura a primo cittadino di Castrocielo. Tra lui e la figlia, è in carica ininterrottamente dal 1985: gli avversari e gli impiegati comunali passano, Filippo resta.