Le stranezze dei non festeggiamenti della vittoria

C'è una serie di dettagli che cambia il film della vittoria di Matilde Celentano. Assenze, non festeggiamenti, ritardi. E anche gli incendi

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Calandrini e big di Partito assenti (eccezion fatta per un paio di loro); niente folla sotto il Comune; niente affaccio dal balcone; niente stretta di mano con il commissario, ma con il suo vice. E quei chioschi in fiamme sul lungomare, proprio nei giorni del voto.

I giornalisti, si sa, sono complottisti e sospettosi. Magari si sbagliano, eh. Però, in quei non festeggiamenti di Matilde Celentano ci sono cose che saltano all’occhio.

Le cose che balzano all’occhio nella vittoria

Matilde Celentano

La prima: l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo è stato presente in campagna elettorale a molti eventi, soprattutto quando venivano in città ministri e sottosegretari; ieri, al point (peraltro vicinissimo alla sua residenza) non si è visto (anche se c’era il fratello, Carlo Alberto).

Ma l’assenza che tutti hanno notato è stata un’altra: quella del segretario provinciale del Partito, Nicola Calandrini, il primo a puntare fortemente su Matilde Celentano, a volerla, a supportarla, a sostenerla, ad essere sempre e sempre accanto a lei. Eppure, ieri, non c’era. E ha affidato la sua soddisfazione a una nota.

Vero, di Fratelli d’Italia c’era l’europarlamentare Nicola Procaccini ma, dopo una fugace battuta alle telecamere, quando ancora era primo pomeriggio, è poi scappato nella “sua” Terracina, anche questa, un’amministrazione chiamata al voto. E, dunque, chi c’era di big accanto alla Celentano nella vittoria? La Lega. Più precisamente l’europarlamentare Matteo Adinolfi ed il capogruppo alla Pisana, Angelo Tripodi.

Il commissario solo oggi

Matilde Celentano con il commissario Valente

Forse poi sarà stata una scelta di sobrietà, ma, dopo tanti e tanti esempi, da una parte e dall’altra, di folla esultante sotto il Comune e sindaco eletto affacciato al balcone, ieri non c’è stato nulla del genere.

Festa e folla al point ma, quando è poi giunta in Comune, pochi istanti dopo le 19, la Celentano era accompagnata dal suo staff e dalla sua famiglia, da Matteo Adinolfi e qualche candidato consigliere. Ha salutato con educazione e sorrisi ogni dirigente comunale (erano schierati ad attenderla al pianerottolo del primo piano), ha stretto la mano al sub commissario Maurizio Alicandro, e si è chiusa nel suo ufficio per una decina di minuti. Il commissario Carmine Valente non c’era, incontro rinviato a questa mattina.

I segnali dal lungomare

L’incendio al chiosco sul Lungomare

Infine, c’è quanto avvenuto sul lungomare. Che sicuramente non c’entra nulla con le elezioni, ma che è avvenuto proprio durante il voto. Questo è il periodo in cui, in vista della bella stagione, si montano le strutture lignee amovibili di stabilimenti balneari (lato A) e chioschi (lato B). E ci si limita, qui, a registrare i fatti.

Fatto uno: due chioschi sono andati in fiamme. È accaduto prima al quinto, due giorni fa. Poi è accaduto al primo chiosco, proprio ieri. Gli accertamenti sono in corso, ma, nel primo caso, sarebbe stato già verificato che ancora non fosse stato collegato all’impianto elettrico autonomo a generatore. E comunque pioveva, nel primo come nel secondo caso.

Fatto numero due: si sono incendiati proprio in occasione del voto.

Il fatto numero tre: all’atto dell’assegnazione della gara, sei anni fa, tutti gli aggiudicatari della prima postazione rinunciarono, tanto che alla fine l’amministrazione decise di tenerlo per sé e dedicarlo a scopi sociali: fu fatto un altro bando e affidato a una cooperativa giovanile. Esperita la gara, iniziarono a lavorare e lo hanno fatto in questi anni, più o meno agevolmente (alcuni hanno avuto problemi di montaggio, alcune piazzole non sono state assegnate).

Ora, dopo sei anni, due di queste strutture prendono fuoco.

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