Le tre chiavi del super consorzio industriale del Lazio

Cosa significa la nascita del nuovo Consorzio Industriale del Lazio. Quali sono le tre chiavi di lettura: politica, industriale, amministrativa. Perché può essere la svolta definitiva per il Lazio

Ci sono tre chiavi di lettura per spiegare la firma messa oggi di fronte ad un notaio di Roma per ufficializzare la nascita del nuovo Consorzio Industriale del Lazio, il più grande in Italia. Una è politica, una è amministrativa ed una è industriale.

E c’è un denominatore comune che le collega tutte e tre: i territori del Lazio hanno smesso di ragionare in maniera provinciale, hanno lanciato una scommessa che potrebbe proiettare in maniera definitiva questa regione nello scenario industriale nazionale.

IL SUPER CONSORZIO

Paolo Orneli e Francesco De Angelis dopo la firma

Il Consorzio Industriale nato oggi è il risultato della fusione degli attuali 5 Consorzi Industriali del Lazio: Asi di Frosinone, Cosilam di Cassino, Cosind di Formia – Gaeta, Consorzio di Rieti, e di Roma-Latina.

Non è solo la fusione dell’esistente. Si va oltre. La Regione Lazio infatti ha dato una nuova mission al Consorzio: non si occuperà soltanto di aree industriali, servizi di depurazione, opere di urbanizzazione. Il nuovo Consorzio sarà un organismo intermedio per la gestione delle risorse regionali, comunitarie e del Recovery Fund. A lui spetterà l’attività di attrazione e di ricerca degli investitori nazionali ed esteri. Gestirà la promozione internazionale delle imprese laziali anche quelle di dimensione media e piccola. Inoltre curerà la promozione e la gestione di progetti strategici di innovazione industriale. In particolare la riqualificazione delle aree industriali dismesse, la logistica e la valorizzazione dell’ambiente.

CHI GUIDA L’ENTE

Il Consorzio Industriale del Lazio avrà sede nella Capitale. Manterrà tutte le attuali strutture provinciali: rimarranno come braccio operativo del Consorzio sui territori.

La firma dei presidenti

A guidarlo sarà l’uomo che che negli ultimi tre anni ha realizzato quella che per tutti era una mission impossible e cioè convincere tutti i vecchi consorzi a rinunciare alla loro posizione, i loro CdA, i loro contratti, per fondersi in una nuova realtà. Quell’uomo è Francesco De Angelis: da sei anni alla guida del Consorzio Asi, già assessore alle Attività Produttive del Lazio, già parlamentare europeo; fu lui il relatore della direttiva sui ritardi di pagamento alle imprese portandoli a trenta giorni, con un provvedimento che rivoluzionò i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione. (Leggi qui La giunta dice si al Super Consorzio Industriale).

Nel Consiglio di Amministrazione figurano Salvatore Forte (fino ad oggi presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale del Sud Pontino); Cosimo Peduto (che fino ad oggi ha guidato il Consorzio Roma – Latina); Angelo Giovanni Ientile (commissario del Consorzio di Rieti); Maurizio Tarquini, direttore generale di Unindustria.

Nel board non siede un rappresentante delle Camere di Commercio: una scelta maturata dopo un confronto con Giovanni Acampora, presidente della Camera di Latina-Frosinone, l’ottava in Italia per peso economico. Acampora poteva reclamare un posto ma ha ritenuto che fosse inopportuno in quanto le Camere di Commercio sono il socio di riferimento nell’assemblea dei soci, cioè quelli che hanno la quota più grossa e dall’Assembea sono in grado di dire la loro, indicare la rotta che ritengono più adatta. (Leggi qui Fumata nerissima, scontro con Roma per il controllo del Consorzio).

LE TRE CHIAVI

Francesco De Angelis

Dal punto di vista amministrativo nasce un super consorzio che si occuperà di industria, attrazione degli investimenti, proiezione internazionale delle imprese, formazione, sinergie distrettuali con la valorizzazione delle competenze imprenditoriali e scientifiche del territorio. Svilupperà progetti, fornirà supporto alle imprese. Diventerà un braccio operativo della Regione Lazio.

Il vantaggio sta nel fatto che verranno elaborate strategie di insieme per tutto il Lazio. Per fare un esempio: volendo studiare un progetto che mettesse il porto di Gaeta a disposizione del comparto automobilistico Cassinate, fino ad oggi dovevano interfacciarsi Cosilam, Cosind ed Asi che ha alcuni depuratori a Cassino. Così invece c’è una sola struttura che vede il Lazio nel suo insieme.

Dal punto di vista industriale, il Lazio da oggi diventa un interlocutore unico per chi vuole venire ad investire. Con una capacità di attrazione degli investimenti che è moltiplicata. Hrazie in particolare alla visione complessiva.

Sotto il profilo politico è un successo di Nicola Zingaretti e di Francesco De Angelis: il primo sul piano strategico, il secondo sul piano operativo. Alla realizzazione del nuovo consorzio concorrono amministrazioni di centrosinistra e centrodestra con le loro varie sfumature. Che hanno condiviso un percorso, in maniera trasversale, nel nome di un obiettivo di interesse generale. (Leggi qui Quel Consorzio unico che oscura la politica).

Non era affatto scontato. Non era mai successo.