Le tre urne Comunali che condizioneranno le Regionali

Risposte decisive dalle elezioni Comunali di giugno per le Regionali 2023 che sceglieranno il successore di Nicola Zingaretti nel Lazio. Sono tre i posti da tenere sotto osservazione. Quali sono e perché

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Se si vuole capire la vera portata delle elezioni Comunali 2022 bisogna uscire dai confini provinciali ed osservarle nel loro insieme. Partendo da un dato: vanno alle urne tre capoluoghi di provincia del Lazio: Frosinone, Viterbo e Rieti. E dalle loro urne non usciranno soltanto tre sindaci: ma le indicazioni fondamentali con cui tracciare le strategie per le Regionali 2023 del Lazio.

Gli scenari sono differenti. E proprio per questo le indicazioni saranno ancora più interessanti.

Lo scenario di Frosinone

A Frosinone il centrodestra si presenta unito ed ha realizzato una coalizione solida; merito della capacità del sindaco uscente Nicola Ottaviani che mai come in questo caso ha dimostrato di avere anche l’abilità politica. Alla sua mediazione si deve il passo indietro compiuto dal presidente del Consiglio Comunale Adriano Piacentini, sub coordinatore provinciale di Forza Italia che aveva avanzato la sua legittima aspirazione alla candidatura; i rumors dicono che sarà in lista alle prossime Regionali e ci sarà un patto per sostenerlo.

Il candidato sindaco Riccardo Mastrangeli è stato fondamentale per ricucire con Fratelli d’Italia che a sua volta aveva la legittima aspirazione di candidare l’ex vicesindaco Fabio Tagliaferri; Mastrangeli si è fatto garante ed ha assicurato quella maggiore collegialità che aveva portato Tagliaferri e Ottaviani alla rottura. L’altra sensibilità di FdI, con un assessore e due consiglieri ha dato vita ad una civica; nelle civiche sono presenti i candidati dei totiani di Cambiamo.

il centrosinistra è riuscito a realizzare il Campo Largo con la sola eccezione di Azione, incompatibile con il progetto che si è riunito intorno al sindaco Domenico Marzi. Incompatibile perché lì c’è il Movimento 5 Stelle che prova a verificare sul campo gli effetti dell’alleanza con il Pd nei capoluogo del Lazio. Manca anche il Partito Socialista: che del campo largo in Regione Lazio non fa parte e quindi non ha ritenuto opportuno andare in una direzione diversa a Frosinone.

Per la cronaca. In giornata c’è stata l’estrazione dei posti in lista. Appariranno in questo ordine Vincenzo Iacovissi (Listone dei socialisti), Domenico Marzi (Campo largo), Giuseppe Cosimato (civici di centrodestra), Riccardo Mastrangeli (Centrodestra unito), Mauro Vicano (coalizione con Azione).

Lo scenario di Viterbo

Claudio Fazzone

A Viterbo il centrodestra è finito in frantumi. Fratelli d’Italia andrà sola con i civici, Lega e un pezzo di Forza Italia staranno su un altro candidato, un pezzo importante di Forza Italia ha dato vita ad una civica che starà con il centrosinistra. Bisogna andare alle origini della crisi per capire la divisione: nasce dalla strategia vincente del senatore Claudio Fazzone che ha fatto massa con il centrosinistra alle Provinciali; un’intesa replicata a Latina lo scorso dicembre, vincendo anche lì ed ottenendo una quota di controllo esterno anche al Comune capoluogo. La ritorsione ha buttato giù il suo Giovanni Arena dal Comune di Viterbo.

Arena ed i suoi allora hanno dato vita alla civica Viterbo Cresce ed appoggeranno la Dem Alessandra Troncarelli che a sua volta è riuscita ad allestire un Campo largo con Cinque Stelle ed Azione.

Forza Italia con il suo simbolo, la Lega e Udc staranno invece con Claudio Ubertini: che non ha voluto ascoltare nemmeno l’appello arrivato direttamente da Giorgia Meloni. Nei giorni scorsi gli ha chiesto di ritirare la candidatura per unire il centrosinistra e convergere sulla sua Laura Allegrini. Il no è legato alle trattative per la scelta del candidato: FdI ha messo sul tavolo i sondaggi rivendicando il diritto di scegliere il nome, Ubertini ha risposto che i voti sono altra cosa.

Lo scenario di Rieti

Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica

A Rieti si è determinato un altro scenario ancora. Per la prima volta dagli anni Novanta si presentano alle urne tre soli candidati sindaco. Non è disaffezione. Lo dimostra il numero delle liste che li sosterrà: sono tante, in pratica hanno capito che dividersi non è un buon affare. Si stima che ci sia un candidato ogni 50 elettori.

I poli si sono presentati uniti. Simone Petrangeli ha ottenuto la candidatura vincendo le primarie di coalizione del centrosinistra. Una sfida nella quale il leader del movimento Rieti città futura ha battuto in maniera netta l’assessore regionale al Lavoro Claudio di Berardino. Petrangeli cerca la rivincita: è stato sindaco dal 2012 al 2017 e cinque anni fa ha perso per soli 99 voti.

Il centrodestra si è affidato ad un sondaggio che ha indicato il nome di Daniele Sinibaldi, vicesindaco uscente nell’amministrazione guidata da Antonio Cicchetti che nel 2017 ha battuto sul filo di lana Petrangeli.

Mentre Carlo Ubertini trova la sua legitimazione politica nei cinque anni di opposizione al governo uscente. Con lui ci sono i Socialisti: come a Frosinone anche a Rieti non hanno voluto partecipare al Campo Largo.

Le risposte dai tre Capoluoghi

Giorgia Meloni (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Premesso che nelle Comunali il fattore delle Civiche è spesso determinante, le elezioni nei tre capoluoghi potranno fornire indicazioni preziose. Una vittoria di Fratelli d’Italia a Viterbo legittimerebbe ancora di più la linea decisa da Giorgia Meloni che a differenza degli altri due alleati non partecipa al Governo Draghi. Ed autorizzerebbe ad una rivendicazione ancora più netta al tavolo delle candidature che subito dopo le Comunali dovrà mettere mano a Politiche e Regionali.

Forza Italia attende indicazioni dalle urne. Nei mesi scorsi si è appiattita sul centrodestra scendendo nei sondaggi fino ad un imbarazzante 7%, lo spostamento ad un ruolo più centrista e di governo vede ora la formazione di Berlusconi veleggiare sopra il 10,5%. A Viterbo e Frosinone si presenta con la Lega: ma la strategia Fazzone alle Provinciali si è rivelata vincente nonostante il partner fosse il centrosinistra.

La Lega è in costante calo. Nicola Ottaviani è uomo che sa accettare le sfide ed è tra le poche teste pensanti della nuova generazione che potrebbe essere lanciata con le prossime elezioni. La coalizione unita a Frosinone è stato un primo segnale, la terza vittoria di fila sarebbe un colpo che Matteo Salvini non potrebbe ignorare. La scelta di concentrare le forze sulla sua Civica ha una doppia finalità: blindare Riccardo Mastrangeli e sottolineare che è Ottaviani a portare i voti, non il simbolo della Lega.

Il Pd ha realizzato il campo largo a Frosinone e Rieti, addirittura molto largo a Viterbo. C’è l’incognita 5 Stelle, formazione poco performante alle Comunali a differenza delle elezioni a maggiore tasso politico. C’è l’evidenza di un rapporto deteriorato con i Socialisti. I numeri diranno qual è il loro peso. Così come si attendono risposte da Azione: se il 5 Stelle franasse e Calenda tenesse si aprirebbero interrogativi sui futuri assetti; viceversa si determinerebbe un raffreddamento del dialogo sull’asse Pd – Azione.

Tocca ai numeri dare risposte. Nei tre diversi capoluoghi.