Le vie del Signore sono finite: le suore si affidano al web

L'appello delle suore clarisse di Anagni. La bolletta di Acea è troppo alta: sul web lanciano la raccolta di fondi per scavare un pozzo artesiano nel convento

Alberto Fraja

Nihil sub sole novi

Le vie del Signore sono finite. Ad interromperle sono state le ultime bollette recapitate da Acea Ato5, il gestore del servizio idrico in Ciociaria. Troppo alte per le ventidue consorelle che vivono nel convento delle suore clarisse ad Anagni.

Un brutto guaio cui hanno provato a trovare una soluzione. Esclusa l’ipotesi di non pagare la bolletta: “a Cesare ciò che è di Cesare, ad Acea Ato5 ciò che è di Acea Ato5”; e poi la conseguenza sarebbe il distacco dell’utenza con la conseguente impossibilità di sottoporsi ad abluzioni salvo l’utilizzo delle fontane pubbliche della città.

Le religiose hanno provato ad applicare la dottrina del risparmio elaborata da Fulco Pratesi: troppo radicale. Come dare torto alle suore contemplative? Il fondatore del Wwf proponeva la riduzione delle docce ad una la settimana, il cambio della biancheria ogni due-tre giorni, l’utilizzo dello sciacquone solo se strettamente necessario. Troppo.

Le preghiere sul web

Non potendo percorrere per evidenti ragioni né l’una né l’altra strada, le suore clarisse di Anagni, la città dei Papi, hanno escogitato una reazione che la dice lunga sul senso pratico che alberga nei conventi di clausura.

Dopo essersi viste recapitare una serie di bollette monstre, lo status e l’abito che indossano non consentendo loro di sacramentare per 24 ore di fila, hanno avviato tramite il loro profilo social “Contemplative Anagni” (papa Francesco ha spianato la strada ed ha un account sta su twitter) una raccolta fondi per realizzare un pozzetto artesiano da cui attingere l’acqua.

Carissimi – si legge in un messaggio accorato postato dalla abbadessa Maria Chiara Fedele Subillaga, 37 anni, originaria dell’Honduras -: ormai siamo arrivate a un punto che non possiamo più fare fronte alle bollette dell’acqua. Per questo chiediamo con umiltà se potete aiutarci. La Madre Santa Chiara vi protegga con la sua intercessione. Grazie di cuore“. Segue Iban su cui versare offerte, contributi e donazioni destinate non solo a pagare l’acqua consumata ma anche a realizzare un pozzo artesiano capace di dissetare le 22 ospiti del convento.

Le suore e le bollette

Il mistero glorioso (tanto per rimanere in tema) è sugli importi. E sui consumi. Come mai così alti a differenza del passato. Il costo per metro cubo viene fissato da Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, sentiti i sindaci ed il gestore.  Non è basso: colpa della rete colabrodo che spesso conviene rifare daccapo anziché procedere con i rattoppi.

Colpa anche dei tassi di morosità che in provincia di Frosinone sono altissimi: per legge, le bollette non pagate finiscono nella tariffa dell’anno successivo; che pertanto aumenterà fino a quando saranno così tanti a non pagare.

Santa Chiara (o santa Giorgia Meloni, va bene lo stesso) aiutaci tu.

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