I leader in movimento in un Pd che resta fermo

L’analisi del voto del Partito Democratico (leggi qui) è finita come sempre: molte accuse incrociate ma nessuna soluzione. Intanto i leader si stanno muovendo in vista dell’autunno, quando si saprà se il Governo Gentiloni avrà la forza politica di approvare la Finanziaria lacrime e sangue che chiede l’Europa. Dopo inizierà la campagna elettorale per le politiche. Il senatore Francesco Scalia, fedelissimo di Luca Lotti, è ormai a stretto contatto con il segretario nazionale Matteo Renzi, che sicuramente lo terrà in considerazione per una candidatura blindata.

Francesco De Angelis risponde con… Matteo Orfini. La tre giorni fiuggina che ha visto protagonista il presidente nazionale del Partito (leggi qui) è stata indicativa: De Angelis intende giocare le sue carte alla Camera.

Gli altri due parlamentari, però, non stanno a guardare: la senatrice Maria Spilabotte a Roma ha rapporti diretti con i leader del Partito Democratico, mentre Nazzareno Pilozzi fa riferimento a Gennaro Migliore ma ha anche contatti con il sottosegretario Maria Elena Boschi. La legge elettorale dirà molto su quante posizioni saranno effettivamente a disposizione. Oltre che sulle reali possibilità di elezione. La volta scorsa, con il Porcellum, il Pd elesse due senatori (Scalia e Spilabotte). Pilozzi faceva parte di Sel.

In tutto questo il Partito a livello provinciale appare destinato a non andare oltre qualche discussione, pacata o meno che sia.

I leader sapranno mettere in moto le rispettive macchine elettorali. Ma è una cosa diversa dall’essere Partito.

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