L’effetto – Fontana su Renzi. E la scossa nel Pd

L'ex componente dell'Assemblea Nazionale Salvatore Fontana lascia il Pd. E subito Italia Viva inizia a perdere consenso. Una coincidenza: anche perché l'immobiliarista non ha un peso nazionale. Ma tanto è bastato per scatenare le reazioni nella chat che riunisce gli amministratori di Maggioranza. In settimana, intanto, si decide il destino dei due aspiranti tesserati Pd che sono sub judice

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Effetto-Fontana su Italia Viva: il Partito di Matteo Renzi passa dal 3,8% al 3,2% e finisce nella seconda parte della schermata nel sondaggio del lunedì sera del TgLa7, sorpassato dal partito di Bersani e Speranza. L’appuntamento settimanale con i numeri sulle intenzioni di voto del direttore Enrico Mentana è imperdibile per gli appassionati di politica, quasi un rito.

Si compone di due schermate: nella prima i Partiti maggiormente influenti, nella seconda tutti gli altri. Italia Viva di Matteo Renzi ha sempre avuto l’onore di far parte della prima parte della schermata dopo Lega, Pd, M5S, FdI e Forza Italia. Nella seconda schermata Sinistra Italiana/Mdp/Articolo Uno, Azione di Calenda, Verdi, Più Europa, Cambiamo di Toti e infine altre liste. Questo lo schema da quando Matteo Renzi in autunno ha presentato il suo Partito alla Leopolda, e fino a lunedì 24 febbraio.

Le intenzioni di voto su La7

Poi martedì 25 febbraio è filtrata la notizia secondo cui Salvatore Fontana è pronto a creare il gruppo consiliare di Italia Viva in Consiglio comunale con Peppino Petrarcone: l’ex sindaco entrerà a far parte anche dell’assemblea nazionale. “Può piacere o meno ma Matteo Renzi oggi è l’unico che abbia un’idea di futuro per questo Paese” ha chiosato Salvatore Fontana confermando la sua adesione a Italia Viva.

Al vetriolo era stato il commento arrivato dal fronte Dem guidato dal sindaco Enzo Salera. “Non nascondiamocelo, il Partito di Renzi sottrae consensi al Pd ed eravamo preoccupati su quello che potesse accadere e Cassino. Ora che sappiamo che il partito è nelle mani di Salvatore Fontana, una sorta di re mida all’incontrario che solo nel 2019 in tre mesi è stato capace di far perdere le primarie a Maccaro, il primo turno a Petrarcone e il ballottaggio ad Abbruzzese tiriamo tutti un sospiro di sollievo“.

Ieri sera quando Chicco” Mentana ha illustrato i sondaggi, ed Italia Viva è scomparso dalla prima schermata risultando essere il Partito che ha perso il maggior numero di consensi (-0,6%) a discapito dell’altra costola del Pd, ovvero il partito di Bersani e Speranza, il sarcasmo è diventato qualcosa di più.

Italia Viva è passato nella seconda schermata scendendo dal 3,8% al 3,2%. Il tempo di fare qualche foto alla tv e la chat dell’amministrazione comunale di Cassino è impazzita. “Grande Fontana! Adesso farà sparire dai radar anche Matteo Renzi“: è uno dei commenti meno corrosivi sulla piazza virtuale tra emoction e risate.

Scelte non convenzionali

Salvatore Fontana

Scelte di coraggio, non convenzionali: Salvatore Fontana non è tra quelli che sgomitano per salire sul carro del vincitore. Perché sa che è affollato. Preferisce un carro più piccolo ma con un ruolo da protagonista: nani e comprimari non fanno per lui. Malo hic esse primus quam Romae secundus (Preferisco essere primo qui che secondo a Roma) attribuì Plutarco a Giulio Cesare.

Ma a differenza di Cesare, ogni volta che dalla Gallia ha tentato di passare il Rubicone e conquistare Roma… non gli è riuscita. È stato così nel 2011 quando si schierò con la corazzata di Mario Abbruzzese che sosteneva Carmelo Palombo e che tutti davano per vincente: al ballottaggio Petrarcone li ha disintegrati. Nel 2015 ha sostenuto Ermelinda Costa in corsa per la fascia a Piedimonte San Germano: è stato un bagno di sangue. L’anno successivo ci ha quindi riprovato a Cassino. Dopo varie peripezie ha abbracciato Peppino Petrarcone con una sua lista: la città tornò in mano al centrodestra, seppur per un pugno di voti. Quindi Salvatore Fontana ha iniziato la sua battaglia nel Partito contro i renziani “sposando” la mozione Emiliano. Il congresso, neanche a dirlo, lo vinse Renzi. Emiliano arrivò terzo su tre.

Il resto è storia recente. Anno domini 2019: tre sconfitte in tre mesi. Alle primarie di aprile si schierò con Luigi Maccaro, al primo turno di maggio sostenne Petrarcone, al secondo turno Abbruzzese. Enzo Salera, nell’ordine, li ha battuti tutti e tre.

E per fortuna che Fontana non mi ha mai sostenuto, altrimenti ora non sarei qui” ha commentato il primo cittadino sulla chat.

Rigenerazione Dem

Romeo Fionda con Simone Costanzo

Archiviato il “caso Fontana” con il sondaggio del lunedì, si è giunti a parlare di cose serie: il processo di risoluzione nel Pd. A Cassino si preparano giorni importanti: giovedì si riunisce la commissione di garanzia per discutere il “caso” di Luca Fardelli e Jole Falese.

Il commissario di circolo Romeo Fionda, statuto alla mano, gli ha negato la tessera perchè alle scorse comunali si sono schierati contro la lista del Pd sostenendo Petrarcone. Loro sostengono però che al ballottaggio si sono spesi in pubbliche iniziative a favore di Enzo Salera.

Se dovesse essere accolta la loro tesi, potrebbero cambiare alcuni equilibri all’interno dei democrat di Cassino. Anche per questo motivo prende sempre più quota l’ipotesi che il congresso per il rinnovo del circolo locale possa svolgersi dopo quello provinciale in programma il 5 aprile, quindi non più il 29 marzo.

Questo mese sarà però impegnativo per una serie di riunioni da fare sul territorio per iniziare ad allargare il Pd ed andare oltre i dem, cioè verso il “Partito nuovo” che il segretario Nicola Zingaretti ha “disegnato” lo scorso 11 gennaio in una intervista con Massimo Giannini pubblicata su “la Repubblica“. Ora quel disegno ha bisogno di essere colorato: occorre cioè che si riempia di contenuti, e in questo un compito principale spetta alla base. Ai territori. Soprattutto quelli del Lazio, la regione dove il centrosinistra allargato ha permesso al governatore di ottenere il bis esattamente due anni fa, mentre il Pd a trazione renziana veniva colpito a morte dal fuoco incrociato di M5S e Lega.

Per resuscitare c’è voluta una piazza grande. Ed ora dovrà essere ancora più grande. Anche a Cassino.

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