L’effetto Schlein sul Pd a Roma, a Frosinone, nel Lazio

Cosa succede adesso nel Pd di Elly Schlein. I nuovi equilibri nel Lazio. L'asse Zingaretti - Franceschini già visto a gennaio. I Congressi previsti per metà maggio a Roma e nel Lazio. Il ruolo di Pensare Democratico. Ed il voto delle truppe M5S

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La verità è che quasi nessuno si aspettava la vittoria di Elly Schlein alle Primarie del Partito Democratico. Meno ancora la si prevedeva dopo il risultato della settimana precedente: soprattutto nel Lazio. Qui la Federazione di Frosinone aveva ribaltato i risultati regionali ed assegnato la vittoria a Stefano Bonaccini. (Leggi qui: Schlein vince le Primarie Pd: Latina con lei, Frosinone con Bonaccini).

Nessuno aveva immaginato le potenzialità di uno Statuto che assegna a chi non è del Pd la possibilità di scegliere il Segretario del Pd. A Frosinone come a Latina, i quadri erano schierati su Bonaccini. (Leggi qui: Lì dove Elly Schlein l’hanno vista arrivare: ma non nel Pd. E qui: L’elezione di Schlein, roba da Pd).

E adesso che succede?

La girandola dei Congressi con Schlein

Daniele Leodori e Nicola Zingaretti

La vittoria di Elly Schlein mette in chiaro che sono cambiati gli equilibri ed i rapporti di forza tra le componenti Pd nel Lazio. Il nuovo equilibrio avrà riflessi sui Congressi che in primavera designeranno un nuovo Segretario ed una nuova linea politica al Pd regionale ed al Pd romano. I Congressi di Roma e del Lazio verranno convocati a metà mese: la data indicata è quella del 14 e 15 maggio ma più di qualcuno ha già fatto notare che nello stesso giorno a Latina si vota per le Comunali nel Capoluogo, a Terracina ed Aprilia coinvolgendo la metà degli elettori; in Ciociaria si voterà tra gli altri a Ferentino, Anagni, Fiuggi, Arpino, Aquino.

Il Congresso regionale è strettamente legato a quello capitolino. I numeri di domenica scorsa dicono che è ben saldo l’asse tra Area Dem del senatore Bruno Astorre (la componente che a livello nazionale si riconosce nelle posizioni di Dario Franceschini) e l’ex Governatore del Lazio Nicola Zingaretti.

Un asse che si era visto con chiarezza all’inizio dell’anno, in Campidoglio. C’era stata una riunione segreta che aveva visto insieme 12 Consiglieri di Area Dem e Zingarettiani. Da quel vertice è scaturito un patto di ferro per un riposizionamento in vista del Congresso. Che ha messo in minoranza l’area riconducibile al deputato Claudio Mancini ed al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. (Leggi qui: Regionali, in Campidoglio patto di ferro Areadem – Zingarettiani).

 I nuovi numeri dopo Schlein

Francesco De Angelis

Quel patto ha fatto in modo che a Roma avvenisse l’affermazione di Elly Schlein. Nelle province invece ha confermato il ruolo centrale di Pensare Democratico, la componente di Francesco De Angelis e della vice Segretaria regionale Pd Sara Battisti. Che in questo Congresso nazionale ha fatto squadra su Stefano Bonaccini con la storica rivale, quella che ha aggregato gli ex Renziani di Base Riformista intorno alla figura dell’ex presidente della provincia di Frosinone Antonio Pompeo.

In provincia di Latina è evidente la compattezza del blocco che ha messo insieme il segretario provinciale Omar Sarubbo, i suoi due vice Luca Magliozzi Aurora Cantarino, il presidente provinciale Matteo Marcaccio, il consigliere regionale Salvatore La Penna, gli ex consiglieri comunali di Latina Tommaso Malandruccolo e Giorgio De Marchis. Tutti su Bonaccini.

I numeri vanno ponderati con il dato che è emerso dall’analisi compiuta in queste ore. È quella sviluppata da Noto Sondaggi per Porta a Porta. Ha studiato i flussi delle primarie Pd. Emerge che soltanto la metà di chi è andato a votare la scorsa domenica aveva votato Pd alle recenti elezioni politiche. E gli altri? Il 22% dei votanti alle Primarie di domenica scorsa sono elettori che a settembre avevano scelto il Movimento 5 Stelle.

In occasione delle Primarie di domenica il 13% degli elettori del M5S ha espresso un voto a favore della Schlein, mentre solo il 2% ha votato Bonaccini.

I nuovi patti per Roma e Lazio

Andrea Casu

Cosa determineranno questi numeri, sui congressi di maggio a Roma e nel Lazio? A Roma verrà superata la situazione di stallo che da due anni tiene alla guida del Partito l’onorevole Andrea Casu. È uno che si mise sulle spalle un Pd che non aveva più niente: aveva trasformato il suo scooter in una sezione ambulante con la quale ricucire tutti i contatti mandati all’aria dopo la caduta del sindaco Ignazio Marino, la tempesta Coratti, la rivoluzione renziana.

Le indiscrezioni dicono che al suo posto potrebbe andare uno zingarettiano di provata fede: il vice Segretario regionale Enzo Foschi. Da sempre, nelle sue prese di posizione gli analisti del Pd romano ci vedono le posizioni di Zingaretti.

Più complessa la partita per il Congresso regionale. La scorsa volta fu decisiva la posizione di Pensare Democratico. Francesco De Angelis doveva essere il candidato per l’area Mancini ma alla fine rinunciò e si schierò con il suo amico di antica data Nicola Zingaretti determinando l’elezione dell’attuale Segretario Bruno Astorre.

Anche questa volta Francesco De Angelis potrebbe decidere di essere della partita. I numeri delle Regionali confermano la forza di Pensare Democratico. Ha rieletto in Regione Sara Battisti con 17mila voti, dalla scorsa estate è tornato a dialogare con la componente di Claudio Mancini. Che nell’area dei Castelli ha rieletto i Consiglieri regionali uscenti Eleonora Mattia e Mario Ciarla. Ma entrambi sono stati preceduti dal fedelissimo di Bruno Astorre: il presidentre vicario uscente della Regione Daniele Leodori.

Il che rende la partita del tutto aperta. Bruno Astorre non punta ad un bis ma a piazzare un uomo della sua componente. Rumors non confermati indicano proprio in Daniele Leodori l’uomo che potrebbe prenderne il posto.

I nuovi assetti a Frosinone

Antonio Pompeo

In Ciociaria diventa decisiva la posizione che assumerà Antonio Pompeo. Che alle recenti Regionali ha preso ben 15mila voti senza risultare eletto. Nei giorni scorsi aveva detto con chiarezza che si sarebbe preso una pausa di riflessione. I fedelissimi dicono che non è rimasto indifferente alle scelta fatta dall’ex ministro Beppe Fioroni uscito dal Pd; con altrettanta sicurezza dicono che per ora non si muoverà dal Partito ma si sintonizzerà sempre di più sulle frequenze del suo amico sindaco di Firenze Dario Nardella.

Nel Capoluogo ciociaro Bonacini ha preso 577 voti: sono il risultato dell’asse De Angelis – Pompeo. I 337 della neo eletta Segretaria nazionale vengono dalla vasta area che in questi anni è uscita dal Pd: Armando Mirabella (poi migrato in Possibile) si è impegnato per Elly Schlein della quale dice da tempo insospettabile grandi cose.

Angelo Pizzutelli

La nuova linea del Pd comporterà anche un cambio di atteggiamento del Gruppo consiliare: dovrà inevitabilmente rivedere le proprie strategie politiche e l’azione di opposizione nei confronti della Giunta Mastrangeli. Se fino ad oggi c’è stata una linea morbida nei confronti dell’amministrazione, la neo Segretaria ha già fatto sapere di volere un’opposizione dura ed incisiva. Cosa che a Frosinone città finora non si è vista: non si ricorda una sola presa di posizione critica o di proposta in quasi otto mesi di governo Mastrangeli, da parte del circolo cittadino del Pd.

Adesso, con la nuova leadership Schlein anche in consiglio comunale,  le cose dovranno cambiare. Altrimenti si rischia di avere un Pd garibaldino a Roma ed uno papalino a Frosinone. Difficile pensare che sia possibile con la nuova leadership.