Il gioco delle tre carte con cui Ottaviani ha usato la Lega

La Lega annuncia la costituzione del Gruppo in Aula a Frosinone e raddoppia i consiglieri. In realtà è il sindaco Ottaviani ad averla sfruttata. Creando il contrappeso a Polo Civico

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Nicola Ottaviani mostra i muscoli della Lega. Rimette in equilibrio la sua amministrazione: creando due blocchi contrapposti che si bilanciano l’uno con l’altro.  Impedendo così ad entrambi di attaccarlo o logorarlo. In pochi ieri pomeriggio hanno capito che ad andare in scena nell’Astor di Frosinone non era la vittoria della Lega. Ma di Nicola Ottaviani.

Pure tra i protagonisti presenti molti non lo hanno capito.

La vittoria apparente

Perché per comprendere lo scenario bisogna sempre studiare le figure sullo sfondo: sono loro a reggere l’architrave e mai quelle in primo piano, ammoniva l’anonimo Q nell’omonimo libro del collettivo Wu Ming.

In primo piano, nella sala delle conferenze dell’Astor Hotel ieri c’era Francesco Zicchieri, uno dei sei vice capogruppo della Lega a Montecitorio. Accanto a lui, il coordinatore provinciale Carmelo Palombo e l’ex vice coordinatore Domenico Fagiolo (degradato per via di uno striscione contro cassinati e pontini esposto allo stadio Stirpe in occasione di Frosinone – Fiorentina)

In apparenza hanno annunciato la vittoria della Lega: passata in un solo colpo da 3 a 6 consiglieri comunali. Salgono sul Carroccio Carlo Gagliardi, Giampiero Fabrizi e Maria Rosaria Rotondi. Si sono aggiunti ad Enrico Cedrone, Sara Bruni e Thaira Mangiapelo. Ed all’assessore Rossella Testa.

I primi segnali 

È il gruppo politico più numeroso in Aula a Frosinone. E Francesco Zicchieri lo mette subito in chiaro dicendo che il gruppo «sarà leale al sindaco Ottaviani, non tenterà di squilibrare la giunta, non avanzerà richieste di altri assessorati».

Una excusatio non petita che come sempre nasconde una accusatio manifesta: dicendo che sarà leale e non chiederà altro, Zicchieri in realtà sta ricordando a tutto l’uditorio che lui avrebbe numeri e diritto politico di reclamare un ristoro.

In stile vagamente berlusconiano, come quei mobili contemporanei che malamente tentano di imitare quelli antichi, arriva pure una telefonata in viva voce con il sottosegretario alle Politiche del Lavoro Claudio Durigon che annuncia lo stanziamento di 6 milioni per la mobilità in deroga, destinati a coprire anche i superstiti di Vertenza Frusinate. Berlusconi aveva il suo fascino pure al telefono, Durigon non fa lo stesso effetto.

Il vero vincitore

Se si guarda bene l’affresco, come consiglia l’incipit di Q, si scopre che in realtà è solo scena perché tutto l’architrave è sorretto dalle figure sullo sfondo.

E sullo sfondo dell’Astor e dell’operazione con la Lega c’è Nicola Ottaviani. Quella andata in scena non è l’ostentazione muscolare della Lega bensì del sindaco. Che con quell’operazione ha appena messo in campo un contrappeso allo strapotere di Gianfranco Pizzutelli, leader del Polo Civico. Divenuto talmente ingombrante da poter reclamare su un vassoio d’argento la testa del vicesindaco Fabio Tagliaferri, pretendere la nomina del successore nella persona di Antonio Scaccia, disporre un rimpasto interno nei minimi dettagli. (leggi qui La vendetta di Nicola: Ottaviani silura Tagliaferri. Scaccia vice sindaco).

Con la comparsata di ieri all’Astor, Francesco Zicchieri in realtà non ha fatto altro che innalzare Carmine Tucci nel ruolo di anti Pizzutelli. Ora la Lega è il principale gruppo politico in Aula ma Polo Civico è il principale gruppo civico: 6 consiglieri a 6. Pizzutelli da una parte, Tucci dall’altra.

Il rischio del vaso di coccio

A Nicola Ottaviani ora non resta altro da fare se non concupire ora l’uno ora l’altro gruppo, stando ben attento a farsi vedere così che sia chiaro che lo Zar ha ampia scelta di amanti.

Il rischio è solo uno: che per quanto astuto, Nicola Ottaviani possa ritrovarsi nel ruolo del vaso di coccio tra due vasi di ferro.