L’insostenibile leggerezza della provincia di Frosinone

Foto: copyright Imagoeconomica, Benvegnu' Guaitoli

La Lega presenta i nomi dei candidati alle Europee. Molti nomi light. Come la candidata scelta in provincia di Frosinone: Maria Veronica Rossi. Come se ci fosse una strategia per favorire alcuni nomi in particolare. Da Latina e Roma.

Una lista light. Nel senso che i 15 candidati schierati dalla Lega per le prossime Europee nel centro Italia non sono dei campioni di preferenze. Tranne qualcuno, tutti gli altri invece non hanno un grosso bagaglio di voti. Qualcuno al massino ha un trolley. Molti nemmeno una ventiquattrore con la biancheria di ricambio.

Il capolista è Matteo Salvini. È sull’effetto traino che punteranno le elezioni. Perché è chiaro a tutti che il ministro dell’Interno non ha nessuna intenzione di mollare il Viminale e tantomeno Palazzo Chigi dove è il vice premier. Non ci pensa proprio a fare il trasloco a Bruxelles. E allora che si candida a fare? È titolare di un voto di opinione che prescinde dai territori: è lui la calamita del consenso, quello che parla alla pancia degli italiani. E gli italiani lo seguono. Sarà lui a portare la grande massa di consensi che secondo gli analisti il 26 maggio faranno scattare 5 seggi nel Centro Italia.

Entrano i 5 con più preferenze. E siccome quasi tutti sono a secco ne basteranno poche. È facile allora individuare i favoriti. Lo è sicuramente il numero 3 in lista Matteo Adinolfi, coordinatore provinciale della Lega a Latina.

Lo è soprattutto la candidata numero 7 Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina e coordinatrice del Partito in Toscana. Su di lei Salvini punta molto, soprattutto dopo l’exploit televisivo avuto recentemente su Rete 4 con il fotografo Oliviero Toscani. Salvini ha gradito molto al punto che ha condiviso sulla sua pagina Facebook.

Avrà un traino televisivo anche il professor Antonio Maria Rinaldi, presenza fissa nei talk tv per interpretare l’economia in chiave sovranista.

Ha una buona struttura organizzativa, capace di rastrellare voti l’ex forzista Anna Cinzia Bonfrisco

Ciociaria al palo

Non è un campione di preferenze invece la candidata numero 14 Maria Veronica Rossi, 31 anni di Ferentino. Dove alle recenti elezioni comunali ha raccolto una settantina di preferenze. La Lega l’ha preferita alla potenziale candidata che tutte le anticipazioni invece davano in lista: Sara Petrucci, consigliere comunale uscente con una dimensione più provinciale ed un apparato capace di rastrellare molto più voto, soprattutto su Roma.

Proprio su Roma manca all’appello l’ex consigliere regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio Santori. Nel momento in cui lasciò i Fratelli per salire sul Carroccio, il coordinatore Regionale Francesco Zicchieri gli prospettò una candidatura europea. In modo talmente convinti che Santori era già partito con la campagna elettorale e la raccolta dei voti.

Niente candidature per Monica Picca, consigliera del X municipio di Roma che era stata presentata insieme a Nicola Ottaviani un mese fa.

Dalla Lega spiegano che Matteo Salvini avrebbe imposto un vincolo: per essere candidati occorrono almeno 18 mesi di militanza nel Carroccio. Una regola che ha avuto subito un’eccezione: per Angelo Pavoncello, esponente dell’associazione nazionale Ambulanti di Roma e soprattutto della comunità ebraica; era accanto a Salvini durante il viaggio del vicepremier a dicembre in Israele.

I voti trascurati

In provincia c’erano bagagli di preferenze che potevano essere messi in campo. L’ex sindaco di Torrice Alessia Savo è stata la più votata alle scorse Regionali e poi accantonata, se n’è andata a Fratelli d’Italia. O Andrea Amata, che in 20 giorni di campagna elettorale alle scorse Regionali ha raccolto 2600 preferenze senza avere nemmeno il tempo di fare un abbinamento con una quota rosa che almeno un 30% di voti in più gli avrebbe portato.

Oppure il gruppo consiliare di Frosinone: per settimane si è fantasticata la candidatura del sindaco Nicola Ottaviani. Invece alle fine solo profumo ma niente arrosto: il vassoio è uscito vuoto, nemmeno un candidato espressione della nutrita pattuglia in servizio nel municipio di Frosinone.

Che avrebbe potuto garantire numeri più consistenti. Capaci di mettere in discussione qualcuno dei preferiti.

L’impressione, in sintesi, è proprio quella. Come se ci fosse una strategia nel penalizzare il territorio della provincia di Frosinone. E favorire Latina e Roma. Meglio una insostenibile leggerezza della Ciociaria. Per non correre rischi.