Lega e Cinque Stelle, patto d’acciaio. Berlusconi e Renzi fuori gioco

Il varo della manovra ha confermato l’asse di ferro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Pd e Forza Italia ormai ininfluenti e irrilevanti. Rischiano di mangiare il pop corn per i prossimi dieci anni. E l’onda gialloverde continua ad evocare il popolo per contrastare sul nascere i controlli delle altre istituzioni

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi devono mettersi l’anima in pace. Tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini non c’è soltanto un contratto di governo o un accordo politico. C’è un patto di ferro.

Ogni dubbio è stato fugato ieri sera, con il varo di una manovra economica fortemente voluta dal Movimento Cinque Stelle per finanziare il reddito di cittadinanza.

Mai nella storia della Repubblica si era visto un partito di governo chiamare a raccolta parlamentari e militanti sotto Palazzo Chigi per festeggiare una manovra con il deficit a 2,4 per tre anni.

Una misura che ha messo all’angolo il ministro Tria, il quale non si è dimesso esclusivamente per non rendere la situazione ingestibile sui mercati internazionali.

 

I Cinque Stelle non hanno indietreggiato di un millimetro perché la manovra economica era il passaggio cruciale per non essere “divorati” da Matteo Salvini.

Il reddito di cittadinanza e il via all’iter per il superamento della Fornero sono cavalli di battaglia del Movimento di Beppe Grillo. Fondamentali in questa fase per guardare alle elezioni europee con maggiore fiducia.

E’ come se si fossero divisi i campi di intervento: immigrazione e sicurezza alla Lega, economia e giustizia ai Cinque Stelle. Entrambe le forze politiche, però, hanno in comune il fatto di evocare sempre e soltanto il popolo: il governo del popolo, la manovra del popolo, le politiche del popolo.

 

Indubbiamente i sondaggi dicono che l’onda gialloverde continua a crescere, ma il riferimento al popolo serve per bypassare tutti le istituzioni: Quirinale, Ragioneria dello Stato, Ministeri. Perfino la magistratura.

Mai come in questo momento Silvio Berlusconi e Matteo Renzi appaiono marginali. Ai limiti dell’irrilevanza. Il primo aspetta la frattura Salvini-Di Maio, che non ci sarà. Il leader della Lega ha lanciato un messaggio chiaro ieri sera. Forza Italia, se vuole, può accontentarsi dell’accordo alle regionali e alle comunali. Altrimenti Salvini lancerà l’opa sull’elettorato “azzurro”, Azzerando la classe dirigente di Forza Italia.

 

Matteo Renzi rischia di mangiare pop corn per i prossimi dieci anni. E con lui il Pd se non ci sarà una svolta vera per la segreteria nazionale. Indipendentemente da chi vincerà il congresso, è necessario creare le condizioni per una condivisione… dopo. Con Matteo Renzi in plancia di comando è impossibile.

E se anche i mercati internazionali dovessero bocciare la manovra del governo, facendo schizzare lo spread, Lega e Cinque Stelle, sul piano della comunicazione interna, direbbero che non vogliono farli governare. In altre parole, oltre a programmi ed idee, serve saper comunicare. Forza Italia e Pd sono indietro anni luce.

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