«Lega-clan, relazioni pericolose a Latina»: la rabbia di Zicchieri e Tripodi

Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Un articolo di Repubblica ricorda l'inchiesta di un anno fa sulle affissioni elettorali affidate ad un gruppo Rom a Latina. Cita Zicchieri e Tripodi. Che prendono le distanze.

«Sono stufo che giornalisti male informati o peggio ancora in totale malafede infanghino il mio nome e quello della Lega e che Zingaretti e Pd cavalchino questo schifo falso per racimolare qualche consenso. Come già detto ripetutamente parecchi mesi fa non ho mai avuto il minimo contatto con questi sconosciuti mafiosi. Queste persone non le ho mai viste né conosciute, lo ripeto».

Attacco a Zicchieri

Ha un diavolo per capello Francesco Zicchieri, coordinatore della Lega nel Lazio, deputato, vice capogruppo a Montecitorio. A mandargli di traverso il caffè del mattino è stato l’articolo di Repubblica nel quale si rispolvera un’inchiesta di un anno fa. È quella sulle affissioni fatte nel periodo elettorale in provincia di Latina: le indagini sospettano che fossero nelle mani di clan Rom pontini.

Cosa c’entra Francesco Zicchieri? Fino ad oggi, nulla. Solo che in una delle macchine degli attacchini fermata all’epoca dei fatti per un controllo c’erano anche suoi manifesti elettorali.

Scrive Repubblica:

Criminalità di origine nomade pagata per l’attacchinaggio, ingaggiata per ruoli da bodyguard e per acquistare voti. Le rivelazioni di Agostino Riccardo, ex esponente del clan Di Silvio, arrestato lo scorso anno nell’inchiesta della Dda di Roma sulla mafia rom di Latina fanno calare diverse ombre sul partito di Salvini nell’area pontina. Un territorio cruciale nell’ascesa del “Capitano”, da cui provengono sia il coordinatore regionale, il deputato Francesco Zicchieri, che il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, padre di Quota 100.

Nell’articolo si parla delle affissioni affidate anche in occasione delle Comunali a Latina e Terracina, nel 2016. A Terracina portò all’elezione in consiglio comunale proprio di Zicchieri che ha poi dato le dimissioni una volta eletto alla Camera. A Latina fu eletto invece Matteo Adinolfi, attuale coordinatore provinciale della Lega e candidato alle prossime elezioni Europee, con la benedizione dello stesso Zicchieri e di Durigon.

La reazione del deputato

Nessun avviso di garanzia per Zicchieri. Men che meno per Durigon. Dice il Coordinatore regionale «Basterebbe infatti che il Pd prima di sparlare si informasse con i questori e i commissari di Polizia che hanno svolto le indagini per capire la meschina figura che stanno facendo. Ma a tutto c’è un limite».

Seguono le minacce di circostanza di trascinare in tribunale i giornalisti.

Gli interventi Dem

Nel frattempo però il Segretario regionale Pd Bruno Astorre parte all’attacco. “I rapporti che stanno emergendo fra la mafia rom e la Lega nella provincia di Latina sono davvero molto gravi“. Chiede chiarezza ed attende di vedere la reazione del Movimento 5 Stelle: “Per non perdere le poltrone si volteranno dall’altra parte anche questa volta?“.

Dal Pd di Roma è Giovanni Zannola ad intervenire. Chiedendo: “Matteo Salvini, leader della Lega, uomo con la felpa e col mitra, visto anche il suo ruolo a tempo perso di ministro dell’Interno, non sente la necessità di chiarire al più presto?»

Ci aggiunge il carico il vice segretario del Pd Lazio Enzo Foschi: “Mafia rom sponsor della Lega di Salvini? Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo“.

Il caso approda anche in Regione Lazio dove a prendere posizione è Marta Bonafoni, Capogruppo della Lista Civica Zingaretti. Commenta dicendo che “Se davvero la mafia rom ha fatto campagna elettorale a Latina per la Lega di Salvini sarebbe un fatto gravissimo. Spero che la magistratura faccia presto chiarezza sulle dichiarazioni dei pentiti, intanto però fatti simili non possono che suscitare fortissima preoccupazione».

Da Montecitorio Luciano Nobili, deputato del Pd dice che “Le ombre che si allungano in queste ore sulla Lega con l’ipotesi che la mafia rom parteciperebbe attivamente alla campagna elettorale del partito che fa capo al ministro dell’Interno, sono inquietanti e molto gravi“.

La reazione di Tripodi

Poco dopo le ore 18 rompe il silenzio il capogruppo della Lega in Regione Lazio, Angelo Tripodi. Nega tutto. E dice: “La mafia mi fa schifo. Mai conosciuto zingari a Latina“.

Cosa c’entra Tripidi? Nell’articolo di Repubblica si dice che

Sempre nell’inchiesta sulla mafia rom è stato indagato anche l’imprenditore Roberto Bergamo, candidato a Latina con una lista a sostegno della candidatura a sindaco di Angelo Tripodi, attuale capogruppo della Lega in consiglio regionale. “Bergamo – ha specificato il pentito Pugliese – diceva che avevano comprato molti voti ed erano convinti di vincere”.

Angelo Tripodi allontana i sospetti raccontando. «Non mi vergogno nel rivelare che nel 2015-2017 ho avuto problemi lavorativi. Si smontano così queste ricostruzioni fantasiose»’.

Sottolinea “la mafia mi fa schifo; ho combattuto sempre e sono distante anni luce dal modus operandi degli zingari di Latina; ho militato sin da ragazzo con onestà, tanti sacrifici e soprattutto senza risorse economiche; in più non ho mai conosciuto e avuto rapporti con questi personaggi né con i delinquenti!

Mette in chiaro che “Non c’è nessun avviso di garanzia, ma abbiamo fiducia nella magistratura e siamo convinti debba andare fino in fondo!’‘.

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