Lega e Pd giù, Fratelli d’Italia e Cinque Stelle salgono. Cala la fiducia nel Governo

I principali risultati del sondaggio dal titolo Monitor Italia, realizzato da Tecnè per l’agenzia Dire. Dopo Forza Italia c’è il vuoto e soltanto La Sinistra supera la soglia del 3%. Male Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Già svanito l’effetto Recovery Fund per Giuseppe Conte.

Restano più di quattro i punti di vantaggio della Lega sul Pd, ma entrambi flettono. Mentre continua il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Movimento Cinque Stelle. Ma intanto cala la fiducia nel Governo Conte.

Sono questi i dati più significativi del sondaggio politico dal titolo Monitor Italia, realizzato da Tecnè srl per l’agenzia Dire, che ha svelato le intenzioni di voto degli italiani del 31 luglio 2020 nell’eventualità si andasse alle elezioni politiche anticipate. 

Il partito di Matteo Salvini è in calo dello 0,3% rispetto alla scorsa settimana. Ma la Lega con il suo 24,4% di consensi mantiene un margine di vantaggio sul Partito Democratico di Nicola Zingaretti, che perde lo 0,1%, scendendo al 20,2%. La forbice è ancora superiore al 4%, difficilmente subirà grosse variazioni, se non dopo le elezioni regionalidel 20-21 settembre 2020.

Berlusconi
Silvio Berlusconi © Imagoeconomica / Livio Anticoli

Il sondaggio elettorale Tecnè per l’agenzia Dire posiziona Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni al 16,3%, in crescita di tre decimali, con il Movimento 5 Stelle di Vito Crimi che guadagna quattro decimali e sale al 15,8%. Forza Italia di Silvio Berlusconi  è a distanza con l’8,4% dei consensi, in crescita dello 0,1% in una settimana. Poi il vuoto, vero e proprio.

Solo La Sinistra supera la soglia del 3%. Rispetto alla settimana scorsa, il partito guadagna un decimale e si attesta al 3,1%. Deludente il valore assoluto e la tendenza degli ex Pd Carlo Calenda e Matteo Renzi. Azione cede lo 0,2% e scende al 2,5%, affiancato da Italia Viva che pur perde un decimale. Più Europa segue al 2%, in calo dello 0,1%, I Verdi guadagnano lo 0,1% e passano all’1,6%. Altri partiti 3,2% (-0,2%); in leggero rialzo il partito del non voto (astenuti/indecisi) al 43,5% (+0,4%).

Dopo l’exploit grazie all’accordo ottenuto dal Premier sul Recovery Fund, l’indice di gradimento nel governo scende dal 31,2% al 30,6%. La percentuale di coloro che non hanno fiducia cresce dello 0,2% e sale al 64,2%, in aumento anche chi si astiene (dal 4,8% al 5,2%). Un quadro abbastanza chiaro. Dopo l’election day di settembre ci saranno gli sconvolgimenti veri.

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