Lega-FdI, scontro frontale. E Sciscione annuncia il suo 4 luglio

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Scontro frontale tra Lega e Fratelli d'Italia. Procaccini respinge al mittente il nuovo tentativo di mediazione di Durigon. Intanto la frattura interna a FdI si allarga: via anche Norcia. Sciscione si candida per la seconda volta: nel giorno dell'Indipendence Day

Qualcuno sta confondendo i significati di due verbi: allargare e sostituire. Sul primo da tempo provo a chiedere una sua più ampia e coerente diffusione ed affermazione, sul secondo penso che lo si sia confondendo con il verbo sfasciare”. Il deputato Europeo Nicola Procaccini non ci sta. L’ex sindaco trasferitosi da un anno a Bruxelles respinge al mittente i segnali mandati dalla Lega: sia quelli di guerra che quelli di pace. L’uomo forte di Fratelli d’Italia in provincia di Latina non intende cedere: lo schema con il quale eleggere il suo successore sarà lo stesso con il quale lui ha governato e cioè FdI e Civici. E tanti saluti alla Lega che ad un certo punto della consiliatura gli ha voltato le spalle dichiarandogli guerra. A Nicola Procaccini poco importa che il pilastro leghista in città sia Francesco Zicchieri, Coordinatore regionale e deputato.

Fa molto caldo a Terracina  – e non solo sul piano meteorologico. A far salire la temperatura sono state le dimissioni di Luca Caringi dal duplice ruolo di coordinatore comunale di Fratelli d’Italia e di assessore ai Lavori Pubblici. Con molta probabilità sarà lui a guidare lo schieramento Lega – Forza Italia che si contrapporrà al sindaco facente funzioni Roberta Tintari, colei che ha preso il posto di Procaccini ed è candidata alle prossime comunali come sindaco a capo della cordata FdI più Civiche. Sono quelle Civiche a scavare il solco: con Caringi, con Zicchieri, con Forza Italia e la Lega. Dicono che puzzano troppo di centrosinistra. Procaccini ha sempre risposto: ci abbiamo governato bene per cinque anni. (leggi qui La scelta di Caringi: sarà lui a sfidare i suoi ex Fratelli d’Italia).

Il ‘ricatto’ di Durigon

CLAUDIO DURIGON E FRANCESCO ZICCHIERI. FOTO © IMAGOECONOMICA/ RAFFAELE VERDERESE

In mattinata il Coordinatore della Lega di Roma Claudio Durigon ha provato a stabilire una nuova linea di contatto. Il primo tentativo, nei giorni precedenti la pandemia, era finito a vuoto. (leggi qui Non c’è l’effetto Durigon: centrodestra diviso alle urne)

Dichiarazioni dai due volti quelle dell’ex sottosegretario al Lavoro, papà di quota Cento. Da un lato censurava gli “aumentati contrasti politici che si susseguono nell’amministrazione comunale terracinese“. Dall’altro lato apriva uno spiraglio: “Fdi sappia trovare lo spunto per riannodare i fili di un confronto con le altre anime del centrodestra con l’obiettivo primario della condizione dei progetti ed amministrativi dell’intero centro destra sul territorio pontino”.                                                                      

Nicola Procaccini bolla tutto come “ricattatorie dichiarazioni”.

Durigon – secondo i solitamente ben informati – sarebbe sceso in campo su espressa richiesta del deputato locale e coordinatore regionale della Lega Francesco Zicchieri. Nascerebbe da qui il nuovo invitto al neo parlamentare europeo di Fdi  per  “fermare le bocce”. 

Per la Lega i cocci del centrodestra terracinese in frantumi si possono mettere ancora in piedi a condizione che Procaccini non accolga i civici che hanno un passato nel centrosinistra e nel Pd in particolar modo.

Gente che ha fatto miracoli

NICOLA PROCACCINI FOTO © ALVARO PADILLA / IMAGOECONOMICA

La risposta è no. “L’amministrazione in carica è formata da Fdi ma anche da alcune liste – ha commentato Procaccini – che hanno fatto i miracoli per rimettere in sesto una città che stava letteralmente chiudendo. Questa esperienza, umana ed amministrativa, non può essere umiliata sull’altare della richiesta del centrodestra unito (apparentemente) a tutti i costi.

Il totem del centrodestra unito è un pretesto. Una balla. Nella vicina Fondi, feudo indiscusso del Coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone, l’unità del centrodestra non si vede nemmeno con un binocolo da Marina. (leggi qui Per favore, niente ipocrisie sul patto mancato nel centrodestra)

Questo pare essere uno slogan valido solo a Terracina – ha aggiunto il parlamentare europeo – quando nella vicina Fondi, Forza Italia e quel che resta della Lega hanno deciso in maniera unilaterale il nome del candidato a sindaco Beniamino Maschietto non avvertendo neppure gli amici locali di Fdi di questa scelta. Ci siamo rimasti male e siamo contenti che il nostro candidato a sindaco sia l’ottimo avvocato Giulio Mastrobattista”. (leggi qui Si va divisi. E la via la indica Giorgia: a Fondi FdI candida a sindaco Mastrobattista).

A Procaccini la strategia leghista (e di Forza Italia) dei due forni non piace per niente perchè “sà di vecchia politica”.

Via dai Fratelli

LUCA CARINGI

Le dimissioni dell’assessore ai Lavori Pubblici Luca Caringi non  sono rimaste isolate.

Quasi in contemporanea alla Posta Elettronica Certificata del Comune sono arrivate anche quelle  della delegata ai “Grandi eventi” Sara Norcia. È stata eletta nel 2016 in Consiglio, grazie alla preferenza disgiunta, insieme a Luca Caringi. Ora, a differenza del dimissionario delegato ai Lavori Pubblici, lancia accuse pesantissime nei confronti del governo monopolizzato da Fratelli d’Italia. E’ arrivata a denunciare come tutte le attività e gli eventi in una città turistica si trovino “in una situazione di stallo” a causa di “un ambiente ostile e carente di una linea politica”.

 È il prologo di un possibile golpe che potrebbe concretizzarsi già il 30 giugno in occasione del bilancio consuntivo 2019. Oppure a fine luglio, con l’approvazione di quello previsionale 2020.

Lo stato di  maggiore del Comune non crede che possano esserci terremoti tali da richiedere l’arrivo del commissario Prefettizio a Terracina a Ferragosto, nel “cuore” della stagione turistica condizionata negativamente dall’emergenza Coronavirus, ad un mese esatto dall’apertura delle urne.

Procaccini ha liquidato le esternazioni della consigliera Norcia “senza rancore”- Però si dichiara preoccupato per due aspetti. Caringi può “avvelenare i pozzi “all’interno di Fdi alla vigilia di una campagna elettorale “condita da calunnie, cattiverie e scorrettezze”.

La rabbia di Sciscione

GIANFRANCO SCISCIONE

A metterci, poi, un carico da novanta è stato domenica, quasi all’alba, il presidente del consiglio comunale di Terracina, l’imprenditore televisivo Gianfranco Sciscione. Ha attaccato frontalmente Claudio Durigon. Ma non Claudio Fazzone.

Sciscione attendeva almeno una telefonata, per cortesia e buona creanza, dall’amico di famiglia Francesco Zicchieri: per verificare la possibilità di riproporre la sua candidatura a sindaco per il tandem Lega-Forza Italia. Sciscione teme  un refrain del 2011.

Allora come oggi “arrivano i soloni della politica per dire a noi terracinesi cosa dobbiamo fare. Pensano che con il loro simbolo siano garanti di competenza, coerenza, capacità e onestà. A questi signori – Sciscione il nome di Durigon non lo fa mai – non interessa nulla di noi, per loro siamo solo una bandierina da collocare nella loro cartina geografica del nostro stivale”.

Sciscione già ha abortito l’idea di sostenere la quasi certa candidatura a sindaco di Luca Caringi che attacca personalmente così: “Non ci faremo mai i selfie per  una strada asfaltata. Sono atti dovuti. Il popolo è sovrano e con una matita avrà la possibilità di cambiare il futuro della nostra città,…iniziare una nuova era con un comune per amico”.

Gianfranco si candida

GIANFRANCO SCISCIONE

Né dunque con Fdi dell’odiato Procaccini, né con la Lega di Durigon e Sciscione per la seconda volta ha deciso di candidarsi a sindaco.

La prima era stata nel 2011, poi nel 2016 con la Lista Sciscione appoggiò Procaccini “e feci una grande fesseria”. A 72anni avrebbe voluto chiudere “volentieri” con  la politica, “un mondo che non mi appartiene..ma non posso, non voglio, non debbo abbandonare”.

Anticipa che la sfida sarà “dura”  perché “sarà contro le coalizioni in cui esistono tutti i partiti nazionali ma la cosa non mi spaventa perchè coraggio ne ho da vendere. C’è chi pensa che la città sia già loro per diritto divino o per discendenza ma ci fu già una cacciata dei Frangipane voluta dai terracinesi”.

Gianfranco Sciscione per ufficializzare la sua nuova sfida alla carica di primo cittadino ha voluto prendere il calendario. Gli è piaciuta la data del 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana: “Il nostro programma sarà molto semplice. Alle cose annunciate nel 2016, dirò anche perché non sono state realizzate, ne aggiungeremo delle altre che non faranno parte dei libro dei sogni irrealizzabile”.

Che il clima si sia irrimediabilmente avvelenato, Scicione lo conferma lanciando un appello a commercianti ed imprenditori privati: “Non date contributi perla campagna elettorale. Se proprio volete contribuire ci sono enti, come la Caritas, che ne hanno veramente bisogno”.