Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Pd e Cinque Stelle: strategie elettorali sul territorio

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In realtà nessuno le auspica, ma il rischio di un ritorno anticipato alle urne c’è. Ecco allora che tutti si stanno preparando ad uno scenario possibile. Certezze, variabili e veti incrociati.

Mauro Buschini e Antonio Pompeo nel Partito Democratico, senza dimenticare però Sara Battisti. Pasquale Ciacciarelli, Danilo Magliocchetti e Gianluca Quadrini in Forza Italia. Mentre nella Lega si aspetta l’accelerazione definitiva di Nicola Ottaviani. Nessun dubbio invece in Fratelli d’Italia, dove il leader è Massimo Ruspandini. Nel Movimento Cinque Stelle invece, considerando che Luca Frusone è al secondo mandato, occhio a Ilaria Fontana ed Enrica Segneri. Sono i nomi più “caldi” sul fronte delle prossime candidature politiche e regionali. Con alcune variabili però.

Nel Partito Democratico Francesco De Angelis avrà una candidatura blindata nel collegio proporzionale della Camera o del Senato. Mentre Mario Abbruzzese cercherà un “ruggito” in Forza Italia, ma a questo punto dipenderà dagli assetti interni futuri. E soprattutto da chi vincerà il congresso nazionale: se Giovanni Toti prenderà il timone del Partito, se Antonio Tajani resterà sul ponte di comando, se vorranno portare un rinnovamento radicale o puntare su chi i voti li ha garantiti.

Nel Carroccio non ci sono dubbi sulla leadership di Francesco Zicchieri e Claudio Durigon, che però potrebbero concorrere nei collegi proporzionali di Camera e Senato oppure in provincia di Latina.

Restano però in tutti i Partiti tanti esponenti che sarebbero tagliati fuori. Siamo sicuri che resterebbero a portare acqua con le orecchie? Non solo. Se alle urne si andasse adesso, la Lega e il centrodestra farebbero cappotto nei collegi maggioritari di Camera e Senato. Dunque nel Pd ci sarebbero problemi per chi dovesse candidarsi e perdere. Così come se alle regionali si andasse al voto anticipato, allora la Lega potrebbe candidare Claudio Durigon alla presidenza.

Luigi Di Maio ha detto che il governo in realtà durerà quattro anni, perché altre ipotesi spianerebbero la strada ad un esecutivo dei tecnici. In realtà non si sa come andrà a finire. L’unica certezza è che la stragrande maggioranza dei singoli parlamentari al voto non vuole andare.

E quando ricapita?