Lo strano intreccio Roscia – Lega ed il piano per le Regionali

Lo strano riavvicinamento tra l'ex sindaco Roscia e l'onorevole Gerardi. La missione del senatore Rufa con l'area di Simone Cretaro. Tutto in funzione delle prossime scadenze per Europee e Regionale. Ecco cosa li unisce

Cosa c’è dietro all’improvviso avvicinamento dell’ex sindaco Riccardo Roscia alla Lega di Salvini? E perché gli ambienti fedeli al sindaco di Veroli Simone Cretaro hanno moltiplicato i loro incontro con gli emissari del Carroccio? C’è un elemento a collegare i due episodi.

Il senatore Gianfranco Rufa e l’onorevole Francesca Gerardi sono diventati parlamentari un anno fa nonostante non potessero disporre d’un enorme numero di preferenze. Conseguenze della legge elettorale con cui sono state formate le Camere nel 2018.

Ora però per loro arriva il momento della verità: verranno pesati alle prossime elezioni Europee. Lì ci sono le preferenze. E gli verrà assegnata una ‘terna’ di nomi da far votare ai loro sostenitori. Lì si vedrà la loro reale utilità al progetto elettorale della Lega. Perché c’è la fila per salire sul Carroccio e qualcuno dovrà fare posto alle nuove figure che si sono ammassate in attesa di salire in corsa sul mezzo del vincitore.

Matteo Salvini sa benissimo che in tutta l’Italia è stato lui a vincere le elezioni. Non Gianfranco Rufa, non Francesca Gerardi, non centinaia di altri nomi entrati in Parlamento grazie al listino proporzionale. La prova l’hanno data le elezioni regionali del Lazio, che si sono tenute lo stesso giorno delle Politiche 2018. Il logo Salvini ha tirato 4 volte più dei candidati. In pratica, in ogni provincia, tutti i candidati consiglieri regionali leghisti messi insieme, hanno portato appena il 20% dei voti che ha saputo catalizzare il capitano.

Ecco perché ora nessuno dei parlamentari può permettersi figuracce. Alle Europee servono preferenze, non solo voti sul simbolo. E sia Gianfranco Rufa che Francesca Gerardi, fino ad un anno fa non erano strutturati per un consenso di dimensioni provinciali: il primo era schiacciato sulla città e sul collegio di Veroli, la seconda su quello di Pontecorvo. Troppo poco per garantire al sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani la messe di voti necessaria per farlo entrare nel Parlamento Europeo una volta che avrà sciolto il nodo della sua candidatura con la Lega. (leggi qui Il fantasma che turba la candidatura europea di Nicola Ottaviani).

Quelle elezioni saranno un test decisivo. Perché Ottaviani – in base all’intesa raggiunta con il sottosegretario Claudio Durigon – una volta eletto a Bruxelles attenderà sei mesi. E poi rinuncerà all’incarico, cedendo il seggio ad un altro esponente del Carroccio. Lo farà per candidarsi a Governatore della Regione Lazio. (leggi qui Ottaviani, il Dibba della Lega: di lotta e di governo dalla periferia dell’impero). Sempre che le Europee siano andate bene e la Lega dimostri di avere sul territorio una potente macchina del consenso.

Un’ipotesi che stimola molto l’onorevole Francesca Gerardi: in caso di una corsa per le Regionali è pronta rinunciare a Montecitorio in cambio di un seggio alla Pisana.

Le Europee saranno allora un doppio test: per dimostrare che i parlamentari entrati con il Proporzionale sono radicati e seguiti sul territorio; per preparare la sfida in chiave Regionale. Ecco a cosa serve la presenza di Riccardo Roscia, personaggio che Francesca Gerardi ha sempre avversato sul fronte politico. Quando è stato il momento di votare per il suo allontanamento dall’aula consiliare di Pontecorvo, lei ha votato a favore della decadenza dell’ex sindaco.

Ecco a cosa servono i contatti tra Gianfranco Rufa e gli uomini vicini a Simone Cretaro. Una vulgata riferisce che il senatore, già consigliere comunale a Veroli, avrebbe prospettato il suo appoggio alla rielezione del sindaco o quanto meno un patto di desistenza. In cambio però dei voti alle Europee: non del sindaco, che è una delle figure di spicco del Pd in provincia, ma ha consensi molto trasversali. E almeno i voti di quell’ala a Rufa non dispiacerebbero.