Lega, giù le mani dal capogruppo

Scintille nella Lega per la nomina del Capogruppo in Provincia. L'onorevole Francesca Gerardi congela la nomina di Andrea Amata. Il problema non è il nome. Ma il metodo usato dal presidente d'Aula Luca Zaccari. Dietro c'è lo scontro interno

Dai banchi del Movimento 5 Stelle giurano che l’artiglieria sia entrata in azione pochi minuti prima della votazione decisiva per l’elezione bis di Sergio Mattarella. Una telefonata di fuoco: partita dall’iPhone della deputata leghista Francesca Gerardi e destinata al presidente Dem della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo. Poi un’altra chiamata: indirizzata al neo presidente del Consiglio Provinciale Luca Zaccari, della Lega ma di rito differente perché lui sta nel convento politico guidato dal presidente di Commissione regionale Pasquale Ciacciarelli.

Al centro delle due telefonate c’era lo stesso argomento: la nomina del Capogruppo della Lega al Consiglio Provinciale di Frosinone. Con un ordine perentorio della parlamentare: “La Lega non riconosce il documento presentato al Presidente della Provincia con la designazione del Capogruppo”.

Una Lega, tre Leghe in Provincia

Luca Zaccari (Foto © AG IchnusaPapers)

Alle elezioni Provinciali di dicembre la Lega ha eletto tre consiglieri. È stato un trionfo politico, un segnale di forza. Perché nella tornata precedente il Carroccio non aveva portato suoi rappresentanti nell’Aula di piazza Gramsci; i due eletti nella sia lista erano civici ai quali era stata data ospitalità. Da zero a tre in due anni. Non solo: il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani aveva voluto presentare una lista completa di tutti i nomi candidabili, anziché concentrare le preferenze su un numero ristretto di eleggibili; un modo per dimostrare che ora la Lega gli amministratori sul territorio li ha.

I tre eletti rappresentano altrettante sensibilità diverse nel Partito. Il più votato Luca Zaccari è fedelissimo del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli; alle sue spalle si è piazzato l’ex presidente della XV Comunità Montana Gianluca Quadrini, vicino alla deputata Francesca Gerardi. In terza posizione è arrivato l’ex vice presidente Andrea Amata, spinto dal coordinatore provinciale Nicola Ottaviani.

Da dove nascono le telefonate di fuoco di Francesca Gerardi? Da un documento depositato da Luca Zaccari in Presidenza. Lei è venuta a saperlo ed ha sollevato il telefono: ha chiesto conferma ed ha subito detto “La Lega non lo riconosce: a prescindere dal nome che è stato scritto”.

Una delega poco… Amata

Francesca Gerardi e Gianluca Quadrini

Il Presidente d’Aula Luca Zaccari aveva indicato come Capogruppo Andrea Amata. Francesca Gerardi ha detto no. Ha sollevato il telefono ed ha spiegato a Zaccari il motivo: “Non lo ha deciso il Partito. È una tua iniziativa personale e non hai titolo per fare queste scelte. Non provare a fare giochetti con Antonio Pompeo, la Lega è un Partito ed ha le sue regole”.

La giustificazione di Zaccari è stata che così prevede la prassi. Cioè? Il più votato ha diritto di scegliere tra gli incarichi disponibili; e lui ha scelto la Presidenza d’Aula. Il secondo più votato ha diritto di scegliere tra gli incarichi rimasti; Quadrini ha scelto la delega alle Partecipate. Il terzo prende l’incarico rimasto.

Neanche per sogno” pare sia stata la risposta di Francesca Gerardi che in quel momento si trovava con due deputate del M5S. Perché no? “Perché il Capogruppo è un incarico di Partito e va concordato nel Partito, non lo decide il Presidente d’Aula. Tu pensa a dirigere i lavori in Provincia che alla Lega ci pensa chi di dovere. Così non fai altro che accendere una miccia ed un nuovo motivo di scontro nel Partito”.

Francesca Gerardi non conferma. Ma non smentisce. Le fonti grilline confermano tutto. Anche il finale acido. Zaccari: “Va bene onorevole, la saluto perché devo andare a dirigere i lavori del Consiglio Provinciale”. Gerardi: “Va bene presidente, ti saluto, io devo andare ad eleggere il Presidente della Repubblica”.