La festa ad Alatri? Come zio (Lello) comanda

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La delibera con le sue volontà l’ha dettata dal buen retiro dove sta svernando da otto anni. Si è messo davanti alla webcam ed ha indicato tutto nei dettagli: processione del Venerdì Santo, festa del patrono san Sisto, musica, bancarelle, luci. Nulla ha lasciato al caso ‘zio’ Lello Fiorillo. E così è stato fatto.

 

I MESSAGGI DI ZIO LELLO
Cosa c’entra con le belve di Alatri zio Lello Fiorillo, ex ambulante di granite e palloncini sulle piazze di Frosinone e Alatri? Perché fa sentire la sua voce, l’uomo che veniva considerato un punto di riferimento nel fortino di Frosinone? Cosa vuole dire l’artista celebre per il suo maxi presepe artigianale costruito ai Piloni e visitato da migliaia di persone? Come mai rompe il silenzio dopo otto anni trascorsi sull’isola di Santo Antao, tra poveri ed opere di bene nel bel mezzo dell’arcipelago di Capoverde, in pieno Atlantico a ridosso delle coste dell’Africa?

Messaggi in codice nascosti tra le frasi dette in chiaro. Oppure messaggi chiari dove i maligni si ostinano a vederci un codice.

Una certezza c’è: sapeva tutto zio Lello. Sul delitto di Emanuele conosceva ogni dettaglio già poche ore dopo il massacro. L’inchiesta sotterranea condotta dagli ‘amici’ che ha lasciato tra Frosinone e Alatri ha marciato parallela a quella dei carabinieri. In tempo reale ha saputo chi ha colpito e chi ha guardato, chi si è voltato dall’altra parte e chi ha sputato addosso a quel corpo ormai immobile. «Una donna, c’è lei dietro tutta questa storia». Anche perché al mondo di zio Lello non servono prove da portare in tribunale. Mentre ai carabinieri si e devono essere pure molto solide se vogliono arrivare ad una condanna.

Cosa sa ancora, delle cose di Frosinone, l’uomo che per anni è stato considerato il ‘sindaco’ del Casermone, arrestato una sola volta, per ‘guida senza patente’ ma più volte finito in caserma per percosse: «menavo quelli che facevano le ingiustizie» la racconta lui. Sa tanto, zio Lello. E pesa, la parola di zio Lello. Pesa tanto. Anche se non sta più qui.

 

LA DELIBERA DI LELLO
La ‘delibera’ con le indicazioni per le feste l’ha dettata una settimana fa. Il 3 aprile: barba ispida, capello arruffato, polo grigia. Zio Lello annuncia che ha preso l’influenza, sta fumando molto e sta male perché «Vorrei stare là». Là è Alatri, Tecchiena, Frosinone. Spiega che è amareggiato perché «Ci stanno polemiche ad Alatri: festa sì, festa no. Ragazzi: abbiamo un lutto. Questa decisione la possono prendere il papà e la mamma di Emanuele. Sono sicuro che diranno “Fate la vostra festa, noi ce ne stiamo a casa”» Poi, come se si stesse rivolgendo ad una persona in particolare: «Chi vuole avere il lutto, statt’ a casa».

Spiega che è importante la tradizione, zio Lello: «Le tradizioni vanno rispettate, le nostre nonne devono portare quella candela, per devozione».

Poi arriva il ‘parere’. «Conosco i commercianti, sono nato commerciante. Conosco Fabrizio, Luca, Rocco: sono sicuro che Venerdì Santo non ci saranno bancarelle, non ce lo dovete dì, lo sanno loro. Perché quella è una processione per un Morto: e quest’anno i morti sono due, Gesù Cristo e Emanuele. Quindi: niente bancarelle».

Indicazioni anche per la festa di San Sisto, patrono. Zio Lello dice «Signor sindaco, la targa a memoria di Emanuele deve essere messa prima della festa di San Sisto: lei non deve chiedere autorizzazioni a nessuno. E’ lei che comanda. Piglia na cucchiara e vai a mettere una lapide per Emanuele. Perché? San Sito è conosciuto in tutta l’Italia: il giorno della festa verranno da Roma, Terracina, Latina, Viterbo… Tutti verranno ad Alatri per il loro Santo e quest’anno hanno un Santo in più, Emanuele»

Ancora più preciso. «A San Sisto le bancarelle ci saranno: perché tutti i papà hanno promesso il palloncino ai loro bambini. Si farà festa, ci saranno le bancarelle. Ma niente musica perchè non abbiamo niente da cantà».

 

LA DELIBERA DI MORINI
A distanza di poco arriva la delibera del sindaco Giuseppe Morini, su carta intestata del Comune di Alatri e con a sua firma. Dispone che non ci siano bancarelle durante la processione del Venerdì Santo, che le luminarie siano ridotte al minimo essenziale; che in occasione della festa di San Sisto le bancarelle ci siano ma ancora poche luminarie. E niente musica.

 

LO ZIO IN POLITICA?
Zio Lello dice che vuole fare politica. ha detto che tornerà e metterà le cose a posto. Dice di contare fino a cinque. Ha chiesto di fargli trovare i palchi. Perché vuole parlare: a Isola del Liri, a Frosinone, a Colleferro… Ma non nelle piazze: vuole parlare alle Case Popolari «Dove c’è la gente come me, io vengo dal popolo: so’ zio Lello e c’ho avuto le pezze al cu..».

Ama le donne. Al punto che in un messaggio manda un saluto affettuoso «alle donne libanesi, alle donne tunisine…» Meno male che non ha citato anche le pakistane, altrimenti qualcuno avrebbe iniziato a pensare male.

Perché vuole tornare? «Ora mamme da tutta Italia mi chiedono di parlare ai giovani. Mi vedono, sono conosciuto per un giusto, per un buono, per un lavoratore. E hanno speranze in me. E lo farò».

Ha già in mente uno slogano: «Lello Fiorillo non cambierà l’Italia con promesse di miliardi come i politici.. Ma Lello Fiorillo la cambierà con 2 euro»

Sul web, i suoi video vengono visti da decine di migliaia di persone, le condivisioni sono centinaia. E spiega di non essere un fenomeno da web. «Io non nasco dal web. Io sono conosciuto già di mio perché essendo commerciante a 10 anni sono conosciuto da 7000 commercianti dalla Puglia a Milano. Poi sono noto nella mia città, mi vogliono bene almeno 80mila cittadini di Frosinone e Ciociaria: tutti per le mie opere, i miei presepi, i lavori da artigiano che ho fatto in silenzio senza mai pretendere niente. Così come non pretendo niente per tutte le cose che faccio qui dove sto adesso».

 

IL RITORNO
Le foto di questi giorni lo mostrano in forma: cinquanta flessioni di fila, lavori in economia per sistemare scale e mura nell’isola di Santo Antao dove ha una pizzeria. E dove spesso gli mandano pacchi di aiuti alimentari, vestiti. Scrive che gli servono per aiutare «duemila bambini. Ne sono nati altri 6 quindi 2006. Ma oggi c’è n’é un altro in arrivo… Non finiranno mai… E quando sanno che zio Lello va in Italia c’è tristezza nelle case… Nonne mamme bambini… Tutti mi piangono… Ma c’è anche l’Italia che piange: c’è Tecchiena che piange… C’è la Ciociaria che piange un figlio e sanno che non posso stare a guardare… Italiani. Tecchiena. Ciociariiiii… Robin. Hood sta arrivando: il 19 sarò ad Alatri.

Saranno in tanti ad aspettarlo.

§

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright