La nuova sfida di Giovannone: pronto a rifondare il Catania Calcio

A distanza di 17 anni dalla breve parentesi al Torino, l’imprenditore di Ceccano presenterà l’offerta al Comune etneo per costituire una nuova società e ripartire dalla Serie D dopo il fallimento. Il fondatore di Vita Serena ha un progetto quadriennale

Alessandro Salines

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“Dopo aver salvato il Torino, mi è tornata la voglia di rientrare nel mondo del calcio dopo 17 anni. Ho seguito le vicende del Catania e dopo aver riflettuto a lungo mi sono deciso”. Ve lo ricordate Luca Giovannone, psicologo ed imprenditore di Ceccano, impegnato nei servizi socio-sanitari e fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti Vita Serena? Nel 2005 salì agli onori delle cronache per aver rilevato il Torino tramite il lodo Petrucci, dopo il fallimento della gestione Ciminelli.

Una parentesi breve e burrascosa: contestato ferocemente dai tifosi, dopo qualche mese cedette la società ad Urbano Cairo, attuale patron granata.

Ora Giovannone ci riprova con il Catania, fallito a dicembre scorso e costretto a ritirarsi dal campionato di Serie C ad aprile. Entro sabato risponderà alla manifestazione d’interesse e presenterà la sua offerta al Comune di Catania per costituire una nuova società e ripartire dalla Serie D.

Una piazza calda e prestigiosa

La Curva Nord dello stadio Angelo Massimino di Catania (Foto © Roberto Quartarone)

Giovannone ha 58 anni e vive a Torino. La sua azienda è la Osmosi Spa (“Abbiamo fatturato oltre 50 milioni nel 2022”, ha dichiarato in queste ore) e si occupa di lavoro interinale. L’imprenditore ciociaro ha le idee chiare e non nasconde le sue ambizioni. Catania d’altronde è una piazza blasonata con 17 stagioni in Serie A e 600 mila tifosi (è la 12^ squadra più seguita d’Italia).

La vecchia società è inoltre proprietaria del centro sportivo “Torre del Grifo”, un complesso all’avanguardia. Al di là della passione per il calcio, Giovannone intravede un’operazione importante sotto tanti punti di vista.

A Catania e Messina l’imprenditore ha anche interessi lavorativi. “Abbiamo 400 dipendenti che lavorano per conto di tante aziende”, ha sottolineato all’agenzia Itasportpress. Sono stato in città 10 giorni con mia moglie e sono rimasto incantato dalle bellezze di questo luogo – ha aggiunto – Mi piacciono Catania e i suoi colori (rossazzurri ndr) e se mi verrà assegnato il club mi trasferirò nel capoluogo etneo. Poi so bene che è una squadra storica con una tifoseria passionale. Insomma si può fare calcio a certi livelli”.

Progetto quadriennale

Il centro sportivo Torre del Grifo

L’imprenditore ceccanese ha illustrato i suoi programmi che prevedono il ritorno in Serie A cercando un equilibrio finanziario. “Il mio obiettivo è una gestione oculata – ha spiegato GiovannoneNon sono mai fallito seguendo la politica dei piccoli passi e mai fallirò. A Catania porterò un progetto lungimirante che prevede la Serie A in 4 anni. So bene che per portare il club in A occorrono investimenti milionari ma bisogna guardare anche ai ricavi che certamente non arriveranno subito”.

Il centro sportivo “Torre del Grifo” potrebbe rappresentare un asset importante per ripartire. L’imprenditore però non si sbilancia. “Ci sto pensando e insieme alla mia compagine lavorativa stiamo facendo le verifiche ma ora ci sono altre priorità – ha puntualizzato Giovannone –  Prima della struttura c’è da pensare all’allenatore e ai calciatori. Dedicheremo molta attenzione allo scouting, al settore giovanile e alla squadra femminile”.

Un personaggio poliedrico

Luca Giovannone a destra in versione giocatore di poker con tanto di maglia granata

Luca Giovannone non si è fatto mancare nulla nella sua vita. Laureato in psicologia con 110 e lode a 23 anni, ha fondato a Supino la comunità “Vita Serena” per il recupero dei tossicodipendenti. Un precursore in un periodo in cui la lotta alla droga si fondava soltanto sulla repressione.

Fu definito metà volontario e metà imprenditore. Poi l’ascesa nel mondo dei servizi socio-sanitari. Non è stato un percorso facile, tanti ostacoli, qualche errore. A volte eccentrico, sicuramente testardo ed intraprendente. Il calcio gli è sempre piaciuto. Centravanti per diletto, presidente dello Sporting Rio Ceccano e vice del Supino. Con una sua azienda ha sponsorizzato il Sigma Olomuc, formazione della Repubblica Ceca.

Urbano Cairo al quale Giovannone ha ceduto il Torino nel 2005

Nel 2005 l’avventura al Torino di cui è sempre stato un grande tifoso. La durissima contestazione dei tifosi con tanto d’assalto nell’hotel dove alloggiava gli ha consigliato la cessione a Cairo a distanza di pochi mesi dal salvataggio.

“Ai tempi ingaggiai calciatori per un budget di 20 milioni di euro e, infatti, quel Torino salì subito in Serie A”, ha detto in un’intervista.

Nel 1998 Giovannone ha tentato anche la strada della politica, candidandosi a sindaco di Ceccano con una compagine di centrodestra. E non è tutto. Di recente era tornato sotto i riflettori per le sue vittorie nel poker online e live dove si esibiva con la maglia del Toro ed il nickname “losqualo63”. Ora di nuovo il calcio con il Catania sullo sfondo. Uno sfondo rossazzurro.  

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