Leonardo vola e sciopera. Valeo zero soluzioni

Nulla di fatto in Regione per la vertenza Valeo di Ferentino. Sciopero alla Leonardo. La rotta di Profumo per gli elicotteri. Rimborsi per i mille della cig Complessa

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Nulla di fatto. Il vertice delle ore scorse in Regione Lazio non ha tracciato alcuna rotta per il futuro dello stabilimento Valeo Spa di Ferentino, leader un tempo nella produzione di componenti per auto: radiatori e componenti per i climatizzatori non si producono più qui ed il palt è passato in pochi anni da 800 addetti a 72 addetti. (Leggi qui I tre elementi che mettono in ginocchio Valeo. E l’Automotive).

In Regione ci si era dati appuntamento per trovare le soluzioni ed evitare altri 50 licenziamenti: qualche settimana fa la proprietà aveva aperto la procedura per il loro licenziamento collettivo.

Nulla di fatto in Regione per Valeo

Ma l’incontro invece c’è stato solo un interlocutorio. Le parti si sono aggiornate al 20 dicembre. Resta aperta per il momento la procedura del licenziamento collettivo anche se tutti gli attori coinvolti, hanno manifestato la volontà di evitare la perdita di posti di lavoro.

La stessa Valeo Spa in un precedente incontro ad Unindustria aveva dato la disponibilità ad evitare i licenziamenti attraverso forme di aiuto ai lavoratori con gli ammortizzatori sociali. Ma la soluzione non è stata trovata e per questo ci si è aggiornati al 20 dicembre. Nel frattempo l’unica certezza è che i lavoratori sono coperti da cassa integrazione fino al 2 gennaio 2022.

Sciopero alla Leonardo

Intanto i sindacati sia pure in modalità differente hanno proclamato lo sciopero di otto ore per tutto il gruppo Leonardo. I lavoratori incroceranno le braccia nella giornata del 6 dicembre. Leonardo ha diverse aziende in Italia ed una produzione diversificata in sette settori tra i quali quello elicotteristico, fiore all’occhiello dei due stabilimenti ciociari di Anagni e Frosinone che contano complessivamente circa 800 addetti. 

Lo stabilimento Leonardo di Anagni

La Uil e la Cgil di categoria hanno indetto anche una manifestazione del gruppo a Roma per il 6 dicembre dalle ore 11. Invitano la proprietà a presentare un piano industriale per il futuro perchè sono ricorrenti le voci di possibile vendite di parti di produzioni.

Il numero uno dell’azienda Alessandro Profumo ha sottolineato nelle ore scorse che non ci sono acquisizioni nell’immediato futuro di Leonardo. “Elicotteri e velivoli, elettronica per la difesa e cyber sono le nostre piattaforme. E questa è la strategia del gruppo”. Sul tavolo ci sono gioielli come porzioni di Oto Melara e Fincantieri.

Il dilemma elicotteri

Per il momento nessun rischio per i lavoratori occupati negli stabilimenti ciociari che comunque parteciperanno allo sciopero del 6 dicembre. Anzi, per loro potrebbero esserci notizie positive. Perché Profumo ha evidenziato come “La strategia di Leonardo è di essere molto forti nelle due piattaforme che abbiamo: elicotteri e aerei, avendo come anello di congiunzione l’elettronica per la Difesa che le tiene insieme. È una strategia semplice e chiara. Vogliamo essere leader globale negli elicotteri, leader europeo nei velivoli e nell’ambito dell’elettronica per la difesa un player molto forte in Europa e Usa”.

I sindacati non sono tranquilli. Perché “le principali incognite al ribasso per il rating e il target price assegnati dagli analisti di Citi includono i problemi del business elicotteri” ha rivelato nei giorni scorsi Milano Finanza. Problemi che potrebbero essere di sistema, strutturali. Colpa degli appalti nel comparto Difesa. “Possono rivelarsi meno resilienti di quanto ci aspettiamo. Inoltre incidono i costi di ricerca e sviluppo, la pressione sui margini e il dollaro Usa che al contrario potrebbe indebolirsi rispetto all’euro. Se questi rischi si rivelassero maggiori del previsto, le azioni potrebbero superare o sottoperformare il nostro prezzo di riferimento”, analizzano gli esperti.

L’area di crisi complessa

Foto © Gaetano Lo Porto / Imagoeconomica

In ultimo altro problema per la ciociaria è quello di circa 1000 ex lavoratori che grazie al riconoscimento della provincia di Frosinone come Area di Crisi Industriale Complessa, da oltre quattro anni godono della mobilità in deroga.

Ebbene  essendo passato il quarto anno della proroga della stessa mobilità, unico caso in Italia, l’Inps ha inserito la decurtazione del 40% dei pagamenti. Ma il decreto sostegni bis in un apposito articolo del decreto legge ha stabilito che per i 1000 ex lavoratori ciociari la decurtazione non era dovuta. Dovranno ricevere i rimborsi dal 2 febbraio 2021 al 31 dicembre 2021. Tradotto in soldoni circa 4400 euro a testa.

Ma i rimborsi tardano ed i 1000 disoccupati sono sul piede di guerra. Minacciano un presidio ad oltranza davanti al sede Inps di Frosinone