Leone ruggisce in proprio. Se ne va l’attentatore di Re Umberto (Conte della Selvotta)

I telegrammi del Conte della Selvotta sulla politica Cassinate. Benedetto Leone scende dalla vigna e si mette in proprio. Fardelli giura che con la politica ha chiuso: nessuno gli crede. Addio a Fernando De Rosa: volevano arrestarlo per l'attentato al principe Umberto: ma aveva solo un anno

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Un ingente sciame di api invase il Foro di Cassino”. ANNO CCVIII a.C. Tito Livio Libro XXVII.

Cassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Aula consiliare.

Montecassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Albaneta.

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IL RISVEGLIO DEL LEONE

Segnali di risveglio. Assorbita la netta sconfitta elettorale di giugno scorso, qualche esponente della precedente Amministrazione che ha governato Cassino, si sta risvegliando dal torpore. È l’ex assessore e mancato vice sindaco Benedetto Leone, già gran cerimoniere abbaziale.

Ritiratosi nella sua Terelle a curare i propri vigneti per alimentare l’enoteca del Santo Bevitore di Cassino ora ha maturato l’idea di tornare in campo visto che il centrodestra è dormiente e non vi sono all’orizzonte personaggi emergenti.

Così distaccatosi dalle costole di Mario Abbruzzese e di Pasquale Ciacciarelli ha chiamato attorno a sé alcuni amici: ex consiglieri comunali e non. Con loro ha formato un gruppo politico  di natura civica

Non si fa più politica da tempo – dice –  perciò dobbiamo ripartire da un obiettivo politico e poi puntare su un programma amministrativo di livello. Dobbiamo risvegliare l’elettorato deluso dalle precedenti esperienze con maggiore concretezza.”

Il Leone non è di primo pelo. Sa bene che l’alternativa non si costruisce con la campagna elettorale: quello è solo il momento della raccolta del consenso. Che si costruisce poco alla volta nei mesi e negli anni precedenti.

FARDELLI E LA CULTURA

Marino Fardelli  ha la sua lista civica “Il bene in comune Cassino”. Qualche mese fa aveva intenzione di candidarsi a sindaco per la consigliatura del 2024. Poi ci ha ripensato viste le praterie di Enzo Salera. Ha capito che il sindaco in carica rischio di governare per i prossimi secoli.

E così si è dato alla diffusione della cultura politica ed altro. Convegni con ex sindaci, presentazione di libri di politica ed ora un viaggio in Polonia nei campi di sterminio nazista e tante altre iniziative.  

Con la politica ho chiuso” ripete a tutti. Ma nessuno ci crede. Ma è pronto per eventuali chiamate. Che al momento nessuno si sogna di fargli.

Intanto suo fratello, Luca Fardelli, neo consigliere comunale, aspetta la chiamata per entrare in maggioranza. Per ora sta nei banchi della minoranza ma si è distaccato dai colleghi del banco di sopra. Va avanti per conto proprio presentando suggerimenti e interrogazioni “nell’interesse della città”.  Salera apprezza e ne terrà conto. Perché, se è blindato da una maggioranza granitica ed estesa quanto la Grande Muraglia Cinese?

Perché Enzo Salera sta aspettando. Che maturino i tempi. Sa che se gioca bene e con prudenza le sue carte può costruire un capitolo politico provinciale. A partire proprio dalle elezioni provinciali che tra un paio di annetti determineranno il nuovo presidente della Provincia di Frosinone.

E lui lì gradirebbe andare. Tanto per cominciare a salire. E su quel percorso, anche il voto in più di Fardelli può essere molto importante.

L’ULTIMO SOPRAVVISSUTO
Fernando De Rosa

Cassino piange il notaio Fernando De Rosa. Si era trasferito a Pescara da tempo ma aveva mantenuto le sue radici cassinati. Era l’ultimo sopravvissuto  al bombardamento di Montecassino del febbraio 1944. Con la famiglia si era rifugiato nell’abbazia, convinto che quel tempio di civiltà e cristianità fosse inviolabile. La storia andò in maniera diversa. Ed in quel bombardamento Fernando – che all’epoca aveva sedici anni – perse il papà ed il fratello maggiore di 27 anni. Lui fu tra i pochi scampati.

La storia gli ha riservato un simpatico aneddoto legato al suo nome. Lo ha raccontato Emilio Pistilli in uno dei suoi interessantissimo volumi editi dal Centro Studi Cassinati. Si tratta di un caso d’omonimia. Che risale al mattino del 24 ottobre del 1929: Fernando De Rosa all’epoca ha un anno e dorme nella culla. Invece il principe Umberto di Savoia è in Belgio per chiedere la mano della principessa Maria José.

Quella mattina – racconta Pistilli – il principe ereditario si era recato alla tomba del Milite Ignoto per il tradizionale omaggio. Un colpo di pistola interruppe la cerimonia: il bersaglio mancato era proprio il principe Umberto. Dell’attentato fu accusato un certo Fernando De Rosa, che era in stretto contatto con Carlo Rosselli, il teorico del Socialismo Liberale“.

Ma poiché venne diramata a tutte le caserme del Regno d’Italia una nota per la ricerca e la cattura del pericoloso Fernando De Rosacome si tramanda oralmente nella famiglia De Rosa di Cassino, una mattina si presentarono a casa degli agenti; donna Bettina (Benedetta Luciani, figlia di Sebastiano, “scalpellino”, autore degli angeli in altorilievo lungo le scale che, in abbazia, scendono alla cripta) spaventata, chiese cosa volessero. Quelli dissero che dovevano arrestare Fernando De Rosa. A quel tempo il nostro Fernando aveva da pochi mesi compiuto il primo anno di vita”.

La madre Bettina riprese il suo sangue freddo, fece entrare gli agenti e disse: «Eccolo qui; prendetevelo!». Naturalmente l’equivoco fu subito chiarito“.

LE PRATERIE DEL SINDACO  ENZO SALERA
Il sindaco di Cassino Enzo Salera

Il sindaco di Cassino Enzo Salera corre solitario sulle lunghe praterie che si sono aperte davanti a lui dopo  l’azzeramento, a giugno scorso, del centrodestra e di una parte del centrosinistra.

In Aula è sostenuto da una maggioranza compatta e spesso anche da alcuni consiglieri di  minoranza mentre qualcun altro si assenta strategicamente. La minoranza in aula ascolta e dalla lettura dei giornali prende ispirazione per le interrogazioni consiliari. E le risposte di sindaco e assessori sono tutte documentate tanto da mettere in imbarazzo gli interroganti che si limitano a replicare “sono soddisfatto parzialmente”.

Salera non vede avversari né nel centrodestra cittadino e né nel centrosinistra.  Per i cronisti non è facile scoprire  i lati deboli della maggioranza filo-Salera.  Una bella differenza con l’allegra compagnia della precedente Amministrazione. Perché a turno si alzavano e replicavano la voce del padrone: ”Non ci sono soldi in cassa, tutta colpa del centrosinistra di Petrarcone”. E finiva lì. E poi le liti interne contro il famoso “cerchio magico”.

Liti che poi hanno portato alla disfatta del centrodestra  ridotto in pezzi. Nel frattempo Enzo Salera naviga diritto con l’obiettivo di ridare un ruolo alla città. Per ora pensa ad amministrare, per ricostruire il Pd ci stanno pensando altri. Come la presidente d’aula Barbara Di Rollo, che si sta dimostrando abile nel guidare il consiglio e pronta a sedare le scaramucce scatenate dalla minoranza e in particolare dai consiglieri Mario Abbruzzese e Salvatore Fontana.

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