Letta tra la gente: «A Frosinone si fa la storia»

Nel Capoluogo ciociaro arriva, in anticipo, il segretario del Pd: passeggiata al centro, selfie coi cittadini, Aperitivo Dem al Bar Tucci e poi sul palco con il candidato sindaco Marzi. Anzi, «con Memmo, un grande amico». E poi la tenuta del Governo, il viaggio di Salvini in Russia, le Destre, il testimone ricevuto da Zingaretti. Non manca la Parabola finale. Non prima di Astorre su Marini: «Appoggio non scontato, se 'a semo lavorata ‘nzomma»

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

È arrivato con mezz’ora di anticipo: alle 17.30. Sinora gli altri big si sono presentati almeno mezz’ora dopo: come le rockstar. Lui no. È sceso all’improvviso da un’auto bianca, non troppo vistosa, davanti alla transennata Piazza Garibaldi di Frosinone. Ha colto tutti di sorpresa, è stato accolto ed è andato a prendere un aperitivo al Bar Tucci. Voleva stare tra la gente, si è fermato a chiacchierare con i cittadini, si è scattato un selfie insieme a loro, è andato a vedere il panorama dall’ascensore inclinato rotto.

Ieri pomeriggio Enrico Letta, segretario del Pd, è venuto mezz’ora prima dell’intervento programmato in una piccola Piazza Grande. Semplicemente perché voleva passeggiare nel centro storico del Capoluogo ciociaro. Con il candidato sindaco del Campo largo di centrosinistra: Domenico Marzi, «Memmo, un grande amico» suo.

L’Aperitivo Dem al Bar Tucci

L’Aperitivo Dem al Bar Tucci

E che Aperitivo Dem, con gli amiconi Letta e Marzi, al Bar Tucci di Frosinone. C’erano tutti: il segretario regionale Bruno Astorre, il leader provinciale Francesco De Angelis, il presidente della provincia Antonio Pompeo, i consiglieri regionali Sara Battisti e Mauro Buschini, il segretario provinciale Luca Fantini, la presidente provinciale e commissaria cittadina Stefania Martini, e il capolista Angelo Pizzutelli.

Sì, c’erano proprio tutti: Pensare democratico, la corrente maggioritaria ciociara guidata da De Angelis, e il leader della minoritaria Base riformista, per l’appunto Pompeo. Che ormai hanno stretto un’alleanza nel provinciale Palazzo Iacobucci: con tanto di ingresso in maggioranza di un ex pezzo di Centrodestra, il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli, ormai nel Campo largo di Marzi. O, meglio, di Francesco De Angelis: come gli ha riconosciuto pubblicamente l’ex sindaco in carica tra il 1998 e il 2007.

De Angelis urlerà dal palco: «Questa è la lista del Pd più forte di sempre. Quando siamo uniti, non ci battono. Vinciamo noi». Marzi, per l’appunto, lo ha ringraziato: «Puntualità, rigore, determinazione, straordinaria energia che ha profuso Francesco De Angelis per determinarmi alla candidatura e, d’altro canto, per costruire la mia coalizione». Ha parlato di avulsione dalla Destra: gli ha portato in dote il sostegno del Polo Civico.

A Frosinone? Per Letta si fa la storia

L’intervento di Letta per Marzi sindaco

Letta sul palco? Ha detto semplicemente che «bisogna fare delle scelte che faranno della prossima consiliatura di Frosinone, e fatemelo dire soppesando le parole, la più importante consiliatura della storia repubblicana».

Il motivo? «Perché tanti soldi europei come quelli che arriveranno nel nostro Paese, nel Lazio, a Frosinone, non ci sono mai stati. Questo Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta per tutti noi un’occasione unica». «Grazie allo sforzo di Conte e del Partito democratico», ha accentuato Marzi, sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle.

Dell’amico e già primo cittadino Memmo, in campo quindici anni dopo la fine del suo doppio mandato, ha detto alla Piazza Dem: «Siamo convinti che questa è la volta buona. Credo che Memmo vi abbia convinto nelle settimane scorse. Una persona che ha una caratteristica fondamentale: è una persona che il 13 o al limite il 27 giugno prenderà le chiavi, metterà le chiavi nella macchina e la macchina partirà subito. Di questo oggi ha bisogno Frosinone: partire, cambiare strada e essere determinati». Primo o secondo turno non è importante: a detta di Letta, Marzi il Sindaco è pronto a rifarlo domani.  

Marzi, De Matthaeis e ‘Pupazzi’ di Ottaviani

Marzi sul palco di Piazza Garibaldi

«Qui si sta costruendo non una coalizione per vincere ma per governare sistematicamente un processo di cambiamento di cui Frosinone deve essere protagonista – ha dichiarato Marzi -. Prima nella Città, poi nella Provincia e infine nella Regione. L’energia straordinaria di un nuovo Centrosinistra capace di far condividere, anche a coloro che avevano riserve, un nuovo modo di governare».

A seguire le controrepliche e battute velenose di Memmo Marzi. A partire dalla rotonda della polemiche: «Il girotondo della Destra alla rotatoria di De Matthaeis? Una buffonata, per scendere giù servono dodici o tredici minuti al giorno, ovvero due giorni e mezzo fermi all’anno in auto per colpa di una rotatoria non evidentemente studiata da un ingegnere».

E poi la Giunta Ottaviani nonché l’erede designato del centrodestra Riccardo Mastrangeli: «Un sindaco con assessori spersonalizzati, dei pupazzi». L’ascensore inclinato che aveva fatto fare lui e adesso è rotto da un anno? «Non sono riusciti ad aggiustarlo in dieci anni. Ottaviani lo avrebbe potuto tirare su un po’ alla volta con una corda in tutto questo tempo».

Astorre: «Se ‘a semo lavorata ‘nzomma»

L’arrivo di Astorre all’Aperitivo Dem

Il segretario regionale Bruno Astorre ha potuto sdrammatizzare i passi indietro, di lato, su e giù che hanno portato alla candidatura di Marzi.

«Abbiamo tribolato, anche di domenica sera. Quando il Pd Frosinone ha deciso di chiedere a Memmo Marzi di candidarsi a sindaco, ho chiesto una sola cosa: una Lista forte, unita, con tutti quanti i candidati in campo. Rispetto alle altre volte questa volta c’è. E abbiamo l’ambizione di essere la prima Lista a Frosinone alle Elezioni Amministrative».

Poi, all’improvviso, il plauso di Astorre al già vice e successore di Marzi: Michele Marini, riappacificatosi ultimamente dopo una storica spaccatura elettorale. «Ringrazio anche chi è del Partito democratico e ha fatto una Lista Civica in appoggio al Pd – ha detto Astorre -. Un abbraccio e un pensiero anche a Michele Marini. Non era proprio scontato che appoggiasse Memmo Marzi, ce la semo lavorata ‘nzomma». Poi è tornato serio: «Bisogna fermare questa destra pericolosa che ha fatto sicuramente danni alla Città ma anche a livello nazionale. Marzi è un candidato sindaco capace, credibile, spendibile».

Letta, Frosinone, Epitteto

Letta a Frosinone con Fantini e Pompeo

Il Capoluogo della Ciociaria è in questi giorni l’ombelico laziale di campagne elettorali incrociate: l’anno prossimo ci saranno Politiche e Regionali. Letta sa bene che Frosinone sarà fondamentale in vista delle Regionali 2023.

«Io sono convinto che le elezioni di Frosinone saranno una bella sorpresa per il Centrosinistra, per l’alleanza dei Progressisti del Lazio e per le Regionali dell’anno prossimo. Con Memmo, un grande amico che con la sua esperienza e la sua passione sta portando un grande impegno a trovare le motivazioni e le idee per il futuro. Un futuro che passa per questa Città».

Improvvisamente la citazione da ex democristiano con tanto di citazione attribuita al filosofo stoico Epitteto: «Il nostro Signore ci ha dato due orecchie e una bocca per ascoltare il doppio e parlare la metà». Altri, più di Sinistra, avrebbero detto: a buon intenditor poche parole. «Alle prossime Elezioni Comunali, Regionali e Politiche o vinciamo o perdiamo – è andato poi dritto al sodo -. Non esistono terze scelte. Mai con le Destre che vogliono privare i cittadini dei diritti sociali. Parlano di lavoro, ma bisogna tenere tutti insieme diritti sociali, lavoro e diritti civili».

Su Salvini in Russia, Governo e Zingaretti

Salvini con il sindaco uscente Ottaviani e l’erede designato Mastrangeli

In altre parole: vada per il governo tecnico per la pandemia e la guerra, ma mai più con «la Destra che sta con Orban». Proprio a proposito di Lega, anzi del viaggio del Capitano Matteo Salvini in Russia, Letta non si è risparmiato: «Deve essere il Governo a mettersi in campo a trovare le soluzioni per la pace. L’iniziativa totalmente estemporanea di Salvini è la cosa peggiore che si possa fare per la credibilità di un Paese».

Il Governo multicolor Draghi reggerà? Letta è sicuro di sì, anche dell’alleanza tra Pd e M5S: «Sono convinto che andrà fino alla scadenza naturale della legislatura. È oltretutto quello di cui ha bisogno il nostro Paese. Sono convinto che troveremo le giuste soluzioni per le compensazioni necessarie per i danni che le nostre imprese e famiglie stanno subendo dalla guerra. Le troveremo insieme».

E poi il rapporto con il suo predecessore, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dimessosi per dare «un ceffone» di sveglia al Partito.  «Ho ricevuto il testimone da un amico come Nicola Zingaretti, a cui rivolgo un abbraccio – ha detto dal palco della frusinate Piazza Garibaldi -. Serve un Partito democratico forte per una coalizione forte. Abbiamo imparato la lezione dopo aver sbagliato a pensare di essere più forti da soli. Il risultato di Frosinone sarà il più importante per sapere se la Regione Lazio sarà governata nuovamente dal Centrosinistra». Quanto pesano le Elezioni Comunali di Frosinone.

All’aperto, la Parabola di Letta

Letta con il candidato sindaco marzi e i vertici del Pd

Letta ha guardato Piazza Garibaldi e gli si è riempito il petto d’orgoglio: «Bello così, all’aperto, come un grande Partito di Popolo. Il futuro sono i giovani, lo stimolo che mi ha spinto ad accettare il testimone da Zingaretti». Ecco: lui insegnava in Francia nel marzo 2021, era spesso ospite del programma Propaganda Live su La7, e ormai pareva aver riscoperto la sua missione.

Non la politica bensì l’insegnamento. Lui che ha vissuto da piccolo a Strasburgo, respirando l’aria d’Europa. E poi è tornato a Pisa e diventato dottore di ricerca in Diritto delle Comunità Europee. Per poi insegnare, tra l’altro, all’Istituto di Studi Politici di Parigi: Science Po, l’Institut d’Etudes politiques de Paris. Dal 2015 è Decano della Paris School of International Affairs. Così, giusto per dire.

Da qui, in conclusione, la Parabola di Letta: «I nostri ragazzi, messi a paragone con quelli di altri duecento Paesi, sono molto più bravi e preparati. La vera domanda, che mi facevano gli studenti a Parigi e crea gravissimo imbarazzo, è: “Esiste una ragione per tornare in Italia?” “Stai qui in Francia” non è la risposta. Memmo deve prendere per mano questi ragazzi, dirgli di fare esperienze all’estero ma di tornare a Frosinone». Il già Premier Letta, invece, intende farlo con l’Italia.  

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