La lettera scarlatta della Lega: mancano tante firme sull’atto di fiducia. Ma gli assenti ne sapevano niente

Il caso della lettera con cui ribadire la fiducia al gruppo dirigente della Lega. Accuse ai "sabotatori del progetto politico a proprio uso". Ed ai "saltimbanchi politici". Sospetti sulle firme mancanti. Ma si scopre che invece nessuno li aveva avvertiti. Ed è la seconda volta che accade.

Qualcuno ha giocato sporco. Oppure è stato superficiale. Ma sul documento inviato dalla Lega Salvini Premier nel pomeriggio c’è qualcosa che non quadra. Si lanciano accuse, seminano sospetti di sedizione interna, si fa quadrato intorno al gruppo dirigente: mancano molti nomi tra i sottoscrittori, come ad intendere che siano loro ad essere contrari. In realtà non è così.

Il documento

Il documento è lungo mezza paginetta. Nella sostanza è un testo con il quale ribadire la fiducia nel gruppo dirigente.

Nel partito c’è fiducia verso i suoi dirigenti che con lealtà, trasparenza e onestà morale ed intellettuale stanno portando avanti il messaggio del Leader.

Chi ha messo in dubbio i dirigenti? Il documento non lo dice. Seguono 42 firme. Il sospetto va sugli assenti. Nel testo si parla

di pochi, ed identificati individui, stanno scientemente tentando di sabotare il progetto politico a proprio uso, scorazzando nella prateria di consensi che raccoglie Matteo Salvini, saranno allontanati in maniera educata alla porta. Non si può permettere a pochi saltimbanchi politici di offendere tutti quegli elettori che con il loro convinto voto stanno dando fiducia ad un partito che dimostra di avere a cuore prima di tutto gli interessi generali del Paese Italia!

Un documento che non si può non firmare, se si sta nella Lega. Si poteva non firmare se fosse stata una presa di posizione politica, sulla quale ci può essere dibattito ed è legittimo che ci siano posizioni differenti. Qui invece è una conferma generica della fiducia al gruppo dirigente: cioè agli stessi firmatari. Chi non firma è contro se stesso.

Le firme mancanti

Allora perché mancano le firme? Come a voler disegnare un solco tra chi è a favore e chi è contro? Come a voler accreditare una divisione che non esiste? Ci sono le firme dei parlamentari Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa. La terza è quella del presidente di ConfimpreseItalia Guido D’Amico. Segue quella del vicesindaco di Anagni Vittorio D’Ercole, della votatissima candidata al parlamento Ue Maria Veronica Rossi, c’è il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani con tutto il gruppo frusinate da Enrico Cedrone a Sara Bruni, da Maria Rosaria RotondiCarlo Gagliardi,
dall’assessore comunale Rossella Testa al consigliere provinciale Andrea Campioni da Mara Belli a Carmine Tucci. Chiude l’elenco dei 42 Domenico Fagiolo coordinatore di Frosinone.

Manca la firma del coordinatore di Atina Andrea Amata: «Certo che lo condivido, come si fa a non essere d’accordo con la linea di Matteo Salvini? Lo avrei firmato di corsa se solo mi avessero detto che c’era. Lo apprendo da voi». Nemmeno c’è la firma dell’ex presidente della Provincia Giuseppe Patrizi: «Nessuno mi ha informato… Leggetemi un po’ il testo…. Forse me l’hanno mandato via mail e non l’ho ancora aperto Condivido in pieno il documento».

Nessuno ha informato nemmeno l’ex sindaco di Arnara Filippo Capogna. A Torrice non è stato consultato Domenico Crescenzi. A Cassino quel documento non c’è arrivato: ne sanno nulla i neo letti Franco Evangelista e Michelina Bevilacqua. Tra gli amministratori della Valcomino nessuno è stato informato. Da Sora non c’è la firma del capogruppo della Lega Luca Di Stefano. Che mai ha manifestato contro il gruppo dirigente. Così come l’ex consigliere provinciale Angelo Costantini. Ad Alatri il consigliere Gianluca Borrelli cade dalle nuvole? «Una lettera di fiducia ai dirigenti? Certo che la firmo. ma chi li ha messi in discussione? Che storia è questa?»

Tutti lo avrebbero firmato.

Allora perché le loro firme non ci sono? O si voleva far credere che i saltimbanchi fossero alcuni di loro. O chi lo doveva condividere è andato di fretta. E non è la prima volta che accade.Una decina di giorni fa è saltata una riunione di Partito per un motivo analogo: ci si era dimenticati di invitare alcuni, tra cui il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.

Ha ragione la chiusa della lettera: La Lega si serve, non ci si serve! Ma almeno la si serva bene. Altrimenti poi non c’è da stupirsi se nascono gli equivoci.

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