LeU, «Il sostegno a Zingaretti non è in discussione». Anzi si.

Il consigliere regionale eletto da LeU conferma il sostegno a Nicola Zingaretti. I dirigenti regionali del Partito invece confermano la rottura

I numeri di Nicola Zingaretti non si assottigliano. Non avrà ripercussioni in Aula il mancato ingresso di LeU nella giunta bis del Governatore (leggi qui LeU non entra nella Giunta di Zingaretti: «Non ci sono le condizioni»)

A confermarlo è direttamente il consigliere regionale eletto da Liberi e Uguali lo scorso 4 marzo, Daniele Ognibene.

«La mia appartenenza all’Alleanza del Fare con cui abbiamo vinto le elezioni e il mio sostegno alla giunta di Nicola Zingaretti non sono messe in discussione».

La rottura

A Nicola Zingaretti era stata sottoposta da LeU una shortlist di due nomi: quello di Piero Latino (coordinatore di Mdp Roma) e quello di Paolo Cento (dirigente di Sinistra Italiana), lasciando al governatore il compito e la responsabilità di sceglierne uno vista l’impossibilità di trovare un accordo unitario interno alle anime di LeU.

A rendere ancora più complicato il quadro è intervenuto ieri sera proprio il consigliere Daniele Ognibene. Aveva inviato a Zingaretti l’indicazione di un terzo nome, quello dell’ex segretario della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino (leggi qui LeU scioglie la riserva: l’ex Cgil Claudio Di Berardino assessore con Zingaretti). Proposta declassata ad “iniziativa personale” oggi dai vertici regionali di Liberi e Uguali.

Nicola Zingaretti ha risposto “no grazie” all’appunto dei dirigenti di LeU. Lasciando al partito il compito di risolvere da solo i suoi problemi di equilibri interni.

La reazione dei coordinatori regionali LeU Angelo Fredda e Piero Latino è stata immediata. Zingaretti non decide? Noi non entriamo.

Ma questo non comporta conseguenze politiche sugli assetti della maggioranza: nell’aula della Pisana l’unico consigliere eletto dalla lista di Grasso sta con il Governatore.

 

Il delitto perfetto

Per i dirigenti del Partito «Tutto é recuperabile in politica, ma é chiaro che se non discuti delle deleghe e del profilo politico, ci lasci fuori da tutto e poi quando ti diamo i nomi neanche rispondi, vuol dire che hai voluto rompere tu».

Manca il movente. Perché Nicola Zingaretti avrebbe dovuto compiere il delitto perfetto e uccidere politicamente LeU?

La risposta viene ipotizzata da un dirigente di Liberi e Uguali rispondendo alle domande dell’agenzia Dire.

«L’unico motivo plausibile è che abbia voluto rompere con noi per offrire la testa di Leu al centrodestra per non avere problemi in Consiglio regionale.

 

Tre posizioni ed un Partito

Di fatto il Governatore si è trovato tra due proposte interne ed una, altrettanto legittimata, avanzata  dal Consigliere eletto.

«L’accordo però – ricorda Latino –  l’ha fatto con il Partito che ha preso 88mila voti, prima che con il consigliere che ha preso 2.700 preferenze».

La questione non è chiusa. Zingaretti, ha precisato Latino, «ci ha detto che ora continuerà a valutare la proposta, ma per noi la risposta doveva arrivare prima della prima riunione di Giunta. Ci ha detto che in queste condizioni non era in grado di scegliere, ora vediamo cosa intende fare, se vuole fare qualcosa per riallacciare i rapporti».

Leu pero’ non ha intenzione di fare passi indietro: «La nostra proposta è quella e non la modifichiamo, non cambierà e quindi non credo che ci saranno sviluppi a breve».