Il si di LeU a Zingaretti ed il preavviso al rottamatore

Il si di Liberi e Uguali a Nicola Zingaretti è l'unico in tutta l'Italia. Fuori dal Lazio LeU sarà antagonista del Pd. Un chiaro segnale a Renzi: il Pd andava governato con il metodo Zingaretti se si voleva il dialogo. Possibile decide per la desistenza

Pietro Grasso e la sinistra di LeU puntano la fiche su Nicola Zingaretti. Dicendo sì solo a lui e nello stesso tempo no a qualsiasi forma di collaborazione con il Pd in tutto il resto d’Italia, hanno innescato una bomba ad orologeria alle fondamenta del fortino nel quale è asserragliato Matteo il rottamatore Renzi.

 

LeU, SI SOLO A ZINGARETTI

Alla fine, quelli che dovevano finire dallo sfasciacarrozze, hanno deciso di dire si al Governatore del Lazio.

«Ci sono tutte le condizioni per costruire un’alleanza di sinistra, pertanto ‘Liberi e Uguali’ sosterrà la  candidatura di Nicola Zingaretti come presidente alle prossime  elezioni regionali»: l’annuncio lo fa direttamente il leader di Liberi e Uguali Pietro  Grasso.

«In questi giorni -rivela- ho portato all’attenzione del  presidente Zingaretti le richieste emerse dall’Assemblea dei delegati  di Liberi e Uguali del Lazio sul profilo politico e sui punti  programmatici in tema di sanità, mobilità, ambiente, gestione dei  rifiuti, lavoro».

 

L’IMPRONTA SUL PROGRAMMA

Nient perdite di tempo. Già nelle prossime ore ci sarà la prima riunione con i Segretari. Analizzeranno il programma messo a punto dal Governatore uscente. Individueranno alcuni punti chiave e gli chiederanno di inserire delle modifiche. Per fare in modo che la loro impronta sia visibile: soprattutto a quel popolo di sinistra che ha lasciato il Pd perché non lo sentiva più casa sua. E che ora non vuole avere nulla a che fare con un Partito Democratico a trazione renziana.

I temi sui quali LeU chiederà di lasciare il segno sono la Sanità, i Rifiuti, le politiche del Lavoro e della Formazione, la Mobilità Urbana ed Extraurbana. In concreto: no all’attuale progetto della Roma – Latina; via i superticket in Sanità e piano per la stabilizzazione dei precari; no a nuovi inceneritori.

L’accordo è a portata di mano. Perché il piano Rifiuti di Zingaretti prevede la trasformazione degli attuali Tmb in fabbriche per il riciclo delle materie prime, il revamping totale degli impianti, niente termovalorizzatori. In Sanità il piano per le stabilizzazioni è già in via di definizione.

 

NON È POSSIBILE

Non è stata una decisione indolore. Pochi minuti dopo la dichiarazione di Pietro Grasso, appare un post sulla bacheca Facebook di Possibile. il movimento politico fondato da Pippo Civati e parte integrante di LeU.

Prendiamo atto della decisione di Liberi e Uguali di appoggiare Zingaretti alle prossime elezioni regionali. Pur rispettando questa decisione, sulla base della forte contrarietà emersa in questi giorni nel confronto con la nostra base, Possibile non parteciperà a questa tornata elettorale amministrativa e non esprimerà candidati propri alla regione Lazio.

 

Tra i tanti scenari è il meno drammatico. Possibile sceglie la linea della desistenza nel Lazio. Non appoggerà Zingaretti: ma non gli presenterà candidati contro, a differenza di quanto accadrà invece in Lombardia.

 

MANCANO I PETALOSI

L’intesa con LeU coincide con la notizia che è missing in action la lista civica dei Moderati per Zingaretti: la civica nella quale sarebbero dovuti confluire i candidati ‘petalosi’ di Beatrice Lorenzin. In provincia di Frosinone se ne sta occupando Sergio Cippitelli.

Ma il progetto ha subito un brusco stop. Civica Popolare ha deciso di sfilarsi e presentarsi alle elezioni con un proprio simbolo.

Un giornata Lorenzo Dellai è tornato a chiedere chiarezza: “Ci aspettiamo un segnale di chiarezza. Un soggetto che ha già espresso orientamento per costruire una alleanza col Pd per le Nazionali – afferma – pare sia oggetto di veto da parte di LeU”.

 

PIU’ MOSCHEE E PIU’ CLANDESTINI

Non gradisce nemmeno un po’ l’intesa l’ex governatore Francesco Storace. Che è il principale sponsor di Sergio Pirozzi. E per molti è il vero regista occulto della sua discesa in campo come pure del suo attestarsi in trincea contro qualsiasi richiesta del Centrodestra per un’accordo unitario con cui rendere possibile la sfida a Zingaretti.

Storace scrive

Grasso dice si a Zingaretti in un patto ipocrita di potere tra sinistre che si odiano. Se vince Zingaretti,  con questi alleati più moschee, più clandestini, più droga, più  occupazioni di case. Lorenzin annuisci e un assessorato lo puoi  supplicare anche tu

 

 

UNA PRESSA PER SCHIACCIARE IL ROTTAMATORE

Il sì di LeU a Nicola Zingaretti, il no pronunciato nello stesso tempo a Giorgio Gori in Lombardia ed a tutto il resto del Pd in Italia per le prossime elezioni Politiche, sono un nuovo messaggio per Matteo Renzi. Con il quale gridargli che se il Pd nazionale avesse applicato il metodo del confronto e del dialogo applicato da Zingaretti nel Lazio le cose oggi sarebbero andate in modo diverso.

Zingaretti infatti ha governato con la sinistra, Massimiliano Smeriglio è stato il suo fedele vice presidente per cinque anni. Oggi è l’uomo al quale ha affidato il compito si equilibrare l’assetto delle liste civiche da schierare a sostegno della rielezione.

Nicola Zingaretti ha tenuto sempre aperta la linea del dialogo e del confronto, ma mantenendo il timone senza mai cedere a facili concessioni. Ma confrontandosi.

Appoggiare lui, contribuire alla sua rielezione, facendo del Lazio l’unica Regione vincente in mezzo alle macerie del Pd dalle Alpi allo Stretto di Messina, imporrebbe una profonda riflessione nel Partito.

Mettendo il rottamatore dentro una pressa. E Nicola Zingaretti su una dimensione nazionale.

 

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