Lì dove Elly Schlein l’hanno vista arrivare: ma non nel Pd

Come si legge sul territorio il risultato centrato da Elly Schlein. Cosa succederà. L'ostacolo delle Comunali dietro l'angolo. I venti di scissione che già riprendono a soffiare

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Un rivolgimento che forse in pochi si sarebbero aspettati anche solo poche ore prima del voto. Ma che durante lo svolgimento delle Primarie iniziava a palesarsi: Stefano Bonaccini che per tutto il corso dei Congressi di circolo era stato avanti, alle Primarie sarebbe stato battuto da Elly Schlein nella corsa alla Segreteria nazionale del Pd. Un primo dato da esaminare è ovviamente il cambio di base elettorale. (Leggi qui: In morte della tessera: il Pd cambia pelle e sceglie Schlein).

Nei Congressi di circolo hanno votato primariamente gli iscritti del Pd, ma era stata aperta anche agli iscritti di Articolo1 e di Pop di Marta Bonafoni. Apertura quindi anche alle anime da un lato più di sinistra, dall’altro più riformiste della galassia di centrosinistra. Un voto che, alla fine, aveva premiato quasi ovunque Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, arrivato primo tra i quattro candidati alla Segreteria, lasciando indietro Elly Schlein e soprattutto Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, questi ultimi due tagliati fuori dalla corsa a due delle Primarie.

Alle successive primarie, “aperte”, invece, hanno votato tutti i cittadini italiani, ma anche gli stranieri con residenza in Italia, che avessero desiderato esprimersi. Un desiderio che si è evidentemente concretizzato in un’idea di cambiamento più radicale espresso da un volto giovane e femminile. Forse anche con l’idea proprio di contrapporlo a quello di Giorgia Meloni. In provincia di Latina il voto delle primarie ha seguito il medesimo schema del livello italiano: Schlein prima, Bonaccini secondo. (Leggi qui: Schlein vince le Primarie Pd: Latina con lei, Frosinone con Bonaccini).

I QUADRI NON STAVANO CON SCHLEIN

La fila alle Primarie Pd a Latina

Nel corso della notte, i dati – inizialmente comunicati come ufficiosi – sono stati poi cristallizzati come definitivi: la deputata 37enne ottiene alle Primarie aperte del Pd in provincia di Latina, il 55,83%, pari a 3.397 preferenze, rispetto a Stefano Bonaccini, che ottiene il 44,17%, con 2.688 voti. In provincia di Frosinone ha vinto Stefano Bonaccini con 5.394 voti (59,18%) mentre per Elly Schlein ci sono stati 3.720 voti (40,82%)

Tutto questo avviene ad un anno esatto dall’elezione a Segretario provinciale di Latina del Pd di Omar Sarubbo, in un Partito democratico che aveva bisogno di rinascere dopo le vicende legali che avevano toccato il predecessore, Claudio Moscardelli. Ora però tutto cambia, e cambia di nuovo.

Questi vertici del Pd pontino, erano infatti schierati ampiamente sulla candidatura di Bonaccini: per lui erano il segretario provinciale Omar Sarubbo, i suoi due vice Luca Magliozzi e Aurora Cantarino, il presidente Matteo Marcaccio, il consigliere regionale Salvatore La Penna, gli ex consiglieri comunali Tommaso Malandruccolo e Giorgio De Marchis. In definitiva, vertici e alcune delle maggiori intellighenzie del Partito.

Con la Schlein sono invece i giovani, come, in particolare l’ex consigliere comunale Francesco Pannone, il Segretario comunale del capoluogo Leonardo Majocchi ed ex vertici di Partito come il precedente presidente provinciale Mauro Visari e l’ex consigliere regionale Enrico Forte.

GLI SCENARI: TUTTO CAMBIA?

Un quadro che rispecchia la situazione in provincia di Frosinone. Dove per Stefano Bonaccini c’erano tutte le sensibilità principali del Pd. Sul suo nome erano schierate le due componenti principali: Pensare Democratico e Base Riformista. Con convinzione, al punto che per la prima volta i leader dei due blocchi si erano ritrovati sulla stessa posizione.

Infatti su Stefano Bonaccini stavano il leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis, il consigliere regionale Sara Battisti, l’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo. Su Elly Schlein stavano i Giovani Democratici ed un mondo che non è Pd: su tutti l’assessore di Cassino Danilo Grossi che guida su scala regionale il movimento Pop di Marta Bonafoni, l’ex deputato Nazzareno Pilozzi e l’ex Segretario Provinciale Domenico Alfieri.

Ora, gli esiti di un Congresso nazionale non hanno immediate ripercussioni a livello provinciale, considerando anche il locale Congresso di Latina risale a non più di dodici mesi fa. Ma appare comunque inevitabile un rimescolamento di posizioni interne. Anche se non subito: il Pd come anche tutti gli altri Partiti dell’arco costituzionale si trovano ora ad affrontare le elezioni comunali che a Latina toccheranno otto Comuni, tre dei quali di primo piano come il capoluogo, Aprilia e Terracina. In provincia di Frosinone toccheranno realtà come Ferentino ed Anagni ma anche centri come Fiuggi, Aquino ed Arpino (Leggi qui: Comunali, si vota il 14 e 15 maggio)

Elezioni che si terranno il 14 e 15 maggio, quindi con liste da depositare entro sabato 15 aprile. Difficile quindi immaginare di toccare posizioni interne in un momento delicatissimo come questo, in particolare dopo le polemiche relative proprio al Congresso nazionale, capitato a ridosso delle elezioni Regionali.

TUTTO A SUO TEMPO

Il ministro Dario Franceschini ed il Segretario Nicola Zingaretti. Foto © Paola Onofri / Imagoeconomica

Logica vuole che sui territori tutto si definisca dopo le Comunali di maggio. Nel frattempo ci saranno gli aggiustamenti nazionali a tracciare la rotta. Perché il nuovo Segretario ha vinto ma non da sola: la sua vittoria passa dall’appoggio che le hanno assicurato i grandi capi corrente come Dario Franceschini, Nicola Zingaretti, Andrea Orlando. Le prime vittime del nuovo corso potrebbero essere le due capogruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Non tanto perché al Congresso si sono schierate con Bonaccini ma perché entrambe sono state indicate dal ‘vecchio Pd’.

Ma a maggio il Pd potrebbe già essere un Partito molto diverso. Perché i venti di scissione in queste ore hanno ripreso a soffiare. L‘ex potentissimo ministro Beppe Fioroni in mattinata ha salutato. L’ex presidente della Provincia di Frosinone è in fase riflessiva.

Se il nuovo Segretario saprà fare la sintesi il Pd sarà ancora un Partito. In caso contrario sarà un Partito di sinistra, una specie di doppione del Movimento 5 Stelle. E tra originali e copie, vince sempre l’originale.

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