Liberi, forti e arrabbiati con Leone

Il gruppo dell'ex sindaco Carlo Maria D'Alessandro divorzia ufficialmente da Benedetto Leone. La replica alle sue parole in Aula. La risposta del neo consigliere. Che dice No alla Lega

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Che tra i due non ci fosse più un certo affiatamento era noto da tempo. La certificazione è arrivata con le dichiarazioni in Consiglio Comunale fatte dal neo consigliere Benedetto Leone. Ora il leader di “Liberi e FortiCarlo Maria D’Alessandro prende atto di quel divorzio politico e mette nero su bianco le divergenze. Definisce Leone un “ex compagno”. (Leggi qui Ruggirai un altro giorno, Leone)

C’eravamo tanto amati

Eppure, quando Carlo Maria era sindaco di Cassino, Leone era il suo più stretto collaboratore, assessore e ‘spin doctor’. Per un determinato periodo è stato anche vice sindaco.

Dopo la sconfitta di Mario Abbruzzese nel giugno di due anni fa contro Enzo Salera, i due hanno preso gradualmente le distanze dall’ex presidente del Consiglio regionale ed hanno dato vita ad un loro movimento civico: “Liberi e Forti”.

Per alcuni mesi hanno lavorato in sinergia, poi pian piano, Leone aveva iniziato a segnare i primi distinguo non partecipando più alle riunioni. Niente opposizione extraconsiliare come ai tempi di Petrarcone. Il distacco è diventato evidente quando è rientrato in Consiglio Comunale, dopo le dimissioni a catena nel giro di due settimane di Abbruzzese prima e Carmine Di Mambro poi. (Leggi qui Di Mambro: due settimane vissute intensamente, “Vado via”).

L’elemento di rottura è stata la frase in cui ha proposto la riunificazione tra le anime del centrodenstra che vogliono superare la leadership di Mario Abbruzzese e quelle che invece la riconoscono in pieno. “Ai colleghi di centrodestra chiedo uno sforzo in più: di superare il passato, di guardare al futuro. Un centrodestra che non si apre al patrimonio civico che c’è in questa città non è un centrodestra nuovo e moderno che può aspirare a guidare Cassino”. È il tradimento dei principi di Liberi e Forti.

Liberi, forti e arrabbiati

Carlo Maria D’Alessandro

La prende alla larga, l’ex sindaco. Nel comunicato a firma del suo movimento, “Liberi e Forti”, picchia duro anzitutto contro Enzo Salera: “Che avesse tutto l’astio, la voglia di rispondere in maniera piccata, il nervosismo dovuto a quanto accadeva in aula, lo comprendiamo ma non è possibile utilizzare un frasario terroristico che non fa bene alla politica; e ci riferiamo specificatamente all’affermazione per la quale la giunta D’Alessandro sarebbe stata “giustiziata”. Anzitutto, dal punto di vista politico, la giunta D’Alessandro non è mai stata sfiduciata, in quanto per far cadere l’amministrazione è stato usato il metodo ignavo e privo di coraggio, ovvero quello delle dimissioni di massa, a cui ha partecipato cotale sindaco. Ma vogliamo far presente al dottor Enzo Salera, che tanto si riempie la bocca di giustizia, legalità e giornata della memoria, che il termine giustiziare è un termine ascrivibile al terrorismo e alle dittature”.

Ma è solo il preambolo. Poi l’ex sindaco mette nel mirino il suo ex braccio destro e sferra i colpi. Il primo: “All’amico Leone ricordiamo che da più di 2 anni facciamo posizione extraconsiliare all’amministrazione dei selfie e degli annunci”. Nuova cartuccia, nuovo colpo: “L’unità del centrodestra? E’ un valore aggiunto sicuramente a livello nazionale, regionale ed anche delle città metropolitane, ma non nelle realtà come Cassino, nelle quali prevale l’unità delle persone, la loro libertà nelle scelte e la forza delle loro idee”. Quindi il terzo colpo, sotto la cintura: “Quel centro-destra a cui fa riferimento Leone, che sarebbe rimasto impantanato nella discussione sulla caduta dell’amministrazione D’Alessandro, è lo stesso col quale dialoga già da tempo e dal quale è fuggito poco prima che la nave affondasse, senza però ottenere i risultati sperati. Come diceva il buon vecchio Rafiki “dal passato puoi scappare o puoi imparare qualcosa”: noi abbiamo deciso di non scappare facendo finta di dimenticarlo non parlandone più”.

Il divorzio con “Liberi e Forti”, ora, è ufficiale. 

La Lega ammicca

Anche perchè intanto Benedetto Leone è corteggiato dalla Lega. Ieri sera la responsabile organizzazione del partito, Imma Altrui, ha lanciato l’appello a mezzo stampa: “Bene l’ingresso di Benedetto Leone in Consiglio Comunale. Ora lo invito ad aderire al nuovo progetto della Lega di Cassino e insieme favorire una vasta intesa politica nel centrodestra cittadino, creando una valida alternativa di governo che sia in grado, alle prossime elezioni, di spodestare l’attuale e inconcludente amministrazione”. 

Negli ambienti politici in tanti già hanno iniziato ad immaginare di vedere salire Benedetto Leone su Carroccio credendo che la Altrui facesse solo da portavoce. Invece si è trattato di una iniziativa individuale di Altrui, non concordata con i vertici provinciali del Partito.

Benedetto Leone, in ogni caso, ringrazia, ma declina l’invito. Il motivo? “Non cerco questi interlocutori. Il centrodestra – dice – deve recuperare le forze civiche e i tanti giovani che si sono allontanati”. Il ragionamento del neo consigliere è il seguente:Il mio obiettivo è quello di portare nel centrodestra energie nuove, la battaglia sul passato a me non interessa anche perchè il nostro avversario è il centrosinistra, il sindaco Salera. Gli avversari non sono al nostro interno”.

I conti con il passato

CARLO MARIA D’ALESSANDRO E BENEDETTO LEONE

Fa un salto indietro il consigliere comunale. E spiega: “Già nel 2016 iniziai il percorso della ‘rottamazione’ cercando di fare un centrodestra nuovo. All’epoca, per fare sintesi, feci un passo indietro. Ma dagli errori si impara. Io in questi due anni ho spento tutto, sono stato all’esterno. E dall’esterno ho visto un centrodestra parlare solo del passato. Come si fa in questa maniera a fare un passo in avanti?”.

Quindi l’ex assessore risponde indirettamente al suo sindaco. Da febbraio del 2019, quando è stato sfiduciato, D’Alessandro ha giurato che non siederà mai al tavolo con i “traditori”. A staccare la spina alla sua amministrazione furono, tra gli altri, il capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli e il presidente del Consiglio Dino Secondino. Per Benedetto Leone è l’ora di ricucire, e a D’Alessandro manda a dire: “C’è qualcuno che pensa che nel centrodestra le strade devono essere separate, io non credo sia questa la scelta giusta. Nei Partiti faccia ognuno il suo percorso, il mio obiettivo è quello di costruire un centrodestra nuovo che vada anche oltre i Partiti”.